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Omelia Dom XI Tempo Ordinario - Anno A del 12 giugno 2005

12 Giugno 2005- XI DOM. T.O. A - Es 19¸2-6a; Rm 5¸6-11; Mt 9¸ 36-10¸8 Omelia 12 giugno 2005 Incomincia la lettura del capitolo X di Matteo che andrà avanti anche domenica prossima. E’ il più lungo all’intero del Vangelo¸ è chiamato il “discorso missionario” perché conterrebbe le istruzioni su come esercitare la missione che Gesù avrebbe dato agli apostoli quando¸ in Galilea¸ durante la sua presenza sulla terra¸ li ha mandati in missione. Ma la combinazione di brani che c’è nella messa di oggi mi suggerisce di prendere da questo Vangelo¸ nel confronto con le altre letture¸ la possibilità di riflettere su un tema che altre volte abbiamo già toccato cioè quello della natura della religione. Che cosa significa aver fede? Cosa rappresenta Dio per chi è religioso? Perché¸ a pensarci bene¸ questa volta capita che la lettura dell’A.T. è molto più elevata del testo evangelico. E’ raro questo perché solitamente è il N.T. che¸ a nostro parere – gli ebrei ovviamente la pensano in maniera diversa - ma di solito noi diciamo che è il N.T. che supera l’antico. Io direi che questa volta non è cosí. Innanzi tutto il lettore di oggi che ascolta il brano di Vangelo non riesce a spiegarsi perché Gesù avrebbe detto ai suoi discepoli “Non andate fra i pagani¸ non entrate nelle città dei samaritani¸ rivolgetevi alle pecore perdute della casa di Israele”. Perché si debba escludere i pagani e i samaritani¸ l’uomo di oggi lo capisce a fatica. Anche perché si ricorda bene che in Luca¸ per esempio¸ i samaritani sono invece considerati da Gesù una specie di modello e di esempio da seguire¸ e questa è già una prima difficoltภma la lasciamo da parte. La seconda caratteristica del Vangelo che impressiona anche questa¸ direi che anche questa lascia un po’ perplesso il lettore moderno è la concentrazione dell’attenzione sulla dimensione della guarigione fisica dalle malattie. Perché¸ se ci avete badato¸ a differenza di Marco¸ per esempio all’inizio¸ quando chiama i dodici¸ Matteo dice soltanto che diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattia e di infermità. Dopo dirà che lungo la strada devono predicare che il regno dei cieli è vicino¸ ma all’inizio Matteo non si ricorda di dire che Gesù li ha mandati ad insegnare¸ ad ammaestrare¸ a predicare. Qui¸ in questo testo non c’è. Ci sarà alla fine del vangelo Andate e ammaestrate tute le genti¸ qui c’è soltanto scacciare gli spiriti immondi e guarire ogni sorte di malattia e infermità. E’ curioso questa concentrazione dell’attenzione¸ dicevo¸ sull’aspetto guarigione. E poi c’è la fanfara finale¸ i quattro verbi finali che sono davvero esagerati: guarite gli infermi¸ risuscitate i morti¸ sanate i lebbrosi¸ cacciate i demoni. Ma quali morti hanno risuscitato? Non facciamo ridere! Nessuno! Cos’è questa retorica? “Guarite gli infermi.” Forse ne avranno guarito qualcuno. “Risuscitate i morti.” Gli studiosi spiegano che in realtà queste frasi Gesù le copia dalla letteratura profetica dell’A.T. dove questa grandiosità dei prodigi era già un clichè letterario. “Quando verrà Dio risusciteranno i morti¸ i ciechi vedranno¸ i sordi udiranno¸ gli zoppi cammineranno”. L’avete già sentita anche voi perché qualche volta queste letture profetiche si leggono¸ specialmente in Avvento. Allora Gesù si limita a citare quelle cose¸ ma le quattro frasi significano soltanto fate del bene¸ vanno quindi smorzate nei loro toni. Però anche qui la sostanza delle cose sta nel miglioramento della condizione fisica di vita. E’ interessante direi questa dimensione materialistica del contenuto della missione. A me pare¸ io non me ne intendo più di tanto¸ però a me pare che proprio per il fatto che questa è una missione temporanea che si è svolta in Galilea e che poi l’evangelista Matteo stesso¸ andando avanti nel testo¸ fa capire che i discepoli in futuro avranno altre cose da fare¸ non guarire gli infermi. Tuttavia in questa missione primitiva tutto è concentrato su questa dimensione materialistica della guarigione¸ perché molte volte le religioni nascono cosí¸ cominciano cosí. C’è uno stadio nell’esperienza religiosa dei popoli¸ dei gruppi¸ qualche volta anche delle singole persone¸ che prende l’avvio¸ trova energia per cominciare ad aderire ad una fede¸ nella speranza del prodigio. Nella speranza¸ appunto¸ che guarisca dalle malattie¸ vengano cacciate le disgrazie. Quello che qui si chiama spiriti immondi sono quelli che noi chiamiamo la sfortuna¸ la disgrazia. “Cacciate i demoni”. Risuscitare i morti è un’aggiunta retorica¸ nessuna persona di buon senso lo spera come una cosa generalizzata. Però se io trovo Dio¸ cosa mi da Dio? Mi sostiene nella mia vita fisica¸ attenti¸ più del medico. Dio arriva dove non ariva più il dottore. Siccome nel mondo antico i dottori non arrivavano a niente¸ allora Dio copriva tutto l’ambito nella salute. Adesso che la medicina arriva un po’ più avanti di una volta e arriverà sempre più avanti¸ della religione per molte persone non c’è più bisogno. Quando uno sente che sta proprio male non ricorre più a Dio¸ fa le analisi. Però in alcune persone¸ in alcuni ambienti¸ in alcuni momenti¸ in alcune esperienze¸ anche oggi ritorna… dove comincia la religione? Dove ci sono le pecore perdute che fanno compassione¸ che nessuno assiste¸ gli abbandonati a se stessi¸ e Dio chi è? Quello che cura le ferite¸ prova compassione e guarisce. Anche per Gesù la religione è nata cosí. Secondo me¸ sarebbe bello per uno storico far capire che Gesù ha cominciato da questa base bassa dove il bisogno è quello elementare: respirare¸ mangiare. Fra qualche domenica troveremo la moltiplicazione dei pani che è su questa linea. Anche la religione di Gesù comincia cosí. Quando però¸ capite¸ la civiltà si evolve¸ il mondo progredisce¸ la scienza e la tecnica producono altre cose¸ questa motivazione per essere religiosi non vale più. Allora ecco perché oggi la gente sta bene¸ non ha bisogno di Dio. Perché se Dio serve per guarire le persone normalmente sane¸ non ne hanno mai bisogno. E quelle che si ammalano scoprono forse di averne bisogno appunto quando¸ come si dice qualche volta scherzando¸ “Ormai non le resta che andare a Lourdes”. E lo si dice un po’ per ridere¸ come per dire “Quando non c’è più niente da fare o va dalla maga o va Lourdes – faccia il conto quello che costa meno”. Per illudersi¸ non per essere salvati. E capite che nel mondo moderno occidentale¸ tolta qualche frangia¸ che ancora c’è¸ di gente che vive sinceramente “Chi è Dio?” “Dio è quello che mi guarisce¸ Dio è il medico”. Ripeto¸ tolta qualche frangia¸ questa religione nel mondo moderno rischia di scomparire. Quello che voglio osservare è questa stadio della religione come Dio che fa star meglio fisicamente è stata superata già nell’A.T. Viene poi superata anche nel cristianesimo. Paolo poi¸ per esempio¸ nella Lettera ai Romani non parla mai¸ raramente di guarigioni nelle sue lettere. Paolo sposta tutta l’attenzione su un altro settore. Anche questo non interessa all’uomo moderno¸ lo capisco¸ però non ha più niente a che fare col guarire gli infermi¸ risuscitare i morti. Noi ci gloriamo in Dio per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo dal quale abbiamo ottenuto la riconciliazione. A cosa mi serve Dio? Per essere in pace con la mia coscienza. Per risolvere il problema che il mio peccato pone alla mia coscienza. E’ una cosa completamente diversa dal bisogno fisico di essere guariti. Più raffinata¸ più di lusso se volete. Ma dicevo che la cosa curiosa è che a questo superamento dello stadio materialistico – fisico è già arrivato l’A.T. Poi ci arriva anche il N.T.¸ esattamente nella Prima Lettura. La Prima Lettura è uno scritto tardo¸ rappresenta la religione quando son passati anni e anni dai suoi inizi. Perché all’ inizio anche la fede ebraica è nata nel prodigio: Mar Rosso¸ le piaghe dell’Egitto¸ la manna¸ l’acqua scaturita dalla roccia¸ la vittora sui nemici…Poi passa il tempo¸ passano i secoli¸ si arriva ad un testo tardivo come quello che abbiamo letto stamattina¸ e tutto questo scompare. E’ ficcato in fondo¸ è sostituito da frasi allusive “Avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto?” Non si racconta più niente¸ non ci si ferma più al particolare fisico: i cavaglieri precipitati nel mare¸ il faraone umiliato¸ i morti…No. “Avete visto quel che ho fatto”. Non si parla più neanche dei prodigi: manna¸ acqua e si sostituisce una frase in questo testo dell’Esodo che è di una spiritualitภdirei cosí elevata¸ astratta che è una perla quasi unica nell’A.T. Vi ho sollevato come su ali di aquila. Guardate che dal punto di vista della scelta delle metafore¸ direi vagamente poetico¸ questo è¸ nel suo piccolo¸ un capolavoro nell’A.T. Cioè¸ tutte le vicende dell’Esodo Giosuè¸ le conquiste….. Vi ho sollevato come su ali di aquila. Si diceva che l’aquila¸ non so se poi è vero¸ si diceva che i piccoli dell’aquila si aggrappano alle ali e lei li trasporta con il suo volo rapidissimo. Se avessero conosciuto il boicottato Concorde avrebbero detto “Ci ha portati su un supersonico¸ in un lampo” Ma la cosa più curiosa e questa: dove li ha portati? I vecchi tesi dicevano Nella terra dove scorre latte e miele¸ nelle città che non avete costruito dove ci sono gli alberi che non avete piantato¸ dove c’è abbondanza di frumento¸ di olio e di vino. E di nuovo siamo alla materia. Qui no. “Vi ho condotti fino a me”. Ecco la spiritualizzazione. Tutto l’esodo dall’Egitto che non è più la storia del passaggio da una terra all’altra¸ dalla schiavitù alla libertภdalla fame alla sazietภma è il passaggio a Dio. Vi ho condotti su ali di aquila fino a me.Questo precede tute le mistiche¸ tutte le astrazioni della più pura ed elevata spiritualità e filosofia. La religione¸ quando è matura¸ quando ha superato lo stadio descritto nel Vangelo di Matteo¸ la religone diventa una questione di mente¸ una questione di spirito. Loro sono arrivati al Sinai¸ ma Dio dice “Cosa interessa a me la montagna? Cioè sono belle le montagne ma quello che conta è che voi scopriate Dio l’invisibile¸ l’assoluto. E’ Kantiano questo modo di parlare. Vi ho condotti a me al pensiero sublime. E cosa diventerete voi? Non persone sane che mangiano le carni¸ i grassi…ma no! Popoli di sacerdoti in nazione santa. Eh¸ capisco¸ sono immagini anche queste che hanno ancora un piccolo addentellato storico¸ culturale. Ma qui a cosa serve la religione? Per guarire. Per diventare persona santa¸ cioè che è al di sopra delle meschinità umane¸ degli interessi banali¸ dei soldi¸ delle armi. Ed è una specie di poeta-filosofo che si perde in Dio. Vi ho condotti a me. Ecco le due forme di religione. Ripeto¸ anche nel N.T. ci sono frasi analoghe¸ ma questa volta capitavano nell’esodo¸ io ho fatto il confronto e onestamente devo dire: questa volta l’esodo¸ semplicemente per il fatto che è più tardo¸ quindi vede la religione dopo secoli di decantazione¸ per cui miracoli¸ prodigi¸ ormai sono sul fondo della bottiglia e c’è il distillato. Vi ho portati a me perché siate nazione santa. E’ una questione di spirito¸ di interioritภdi mistica. Ecco¸ concludo: per ciascuno di noi Dio e la religione a che cosa servono? Per i reumatismi o per diventare nazioni sante?