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Omelia SS. TRINITA' - anno A del 22 maggio 2005

************************************************ Chi fosse disponibile per effettuare trascrizioni integrali puo´ segnalare tale possibilita´ agli indirizzi mail della sezione "contatti". *********************************************** OMELIA DEL 22 MAGGIO 2005 Delle tre letture di questa Messa l’unica che ha un riferimento esplicito alla Trinitภe che quindi è adatta alla celebrazione¸ è la finale della Seconda Lettera di San Paolo ai Corinti dove c’è il saluto nel quale vengono nominate le tre persone della Trinità. Saluto che viene talvolta utilizzato anche da noi all’inizio della messa “La grazia del Signore Gesù Cristo¸ l’amore di Dio Padre¸ la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. E’ probabilmente la formula trinitaria più antica che esista perché la Seconda Lettera ai Corinti potrebbe essere del 56-58 e già nel finale di questa lettera come vedete¸ Paolo mette insieme i tre nomi¸ i tre aspetti della vita divina. Comincia con il Signore Gesù Cristo¸ poi nomina Dio e poi lo Spirito e sarebbe anche interessante¸ ma è complicato¸ cercare di capirlo. Abbina a ciascuno dei tre nomi degli altri termini: la grazia al Signore Gesù Cristo¸ l’amore a Dio Padre¸ la comunione allo Spirito Santo. Se tutto questo sia casuale o semplicemente retorico¸ stilistico oppure se abbia un contenuto più profondo è da discutere. Anche nel Vangelo però¸ come avete visto¸ a Dio Padre si attribuisce l’amore “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio”. Quindi sembra che sia caratteristico di più testi del N.T. quando si dice la parola Padre connettere la parola amore. E’ abbastanza frequente anche l’uso di grazia per la persona del Figlio¸ ma meno chiaramente di quanto non sia l’amore per il Padre. E caratteristica invece abbastanza ripetuta è la concezione di comunione legata allo Spirito Santo. Sono cose che andrebbero esaminate con calma¸ non si può farlo in un’omelia questo lavoro. Però sarebbe interessante sapere¸ ripeto¸ se sono accostamenti casuali¸ generici – tanto per dire – oppure se sono pensati¸ cioè se c’è una volontà precisa di collegare le parole in maniera che una esprima la caratteristica del Padre¸ l’altra del Figlio¸ l’altra dello Spirito. Ma non è tanto di questo che volevo parlare. Questo è per illustrare alcuni aspetti delle letture che abbiamo fatto. Quello che volevo dire è un’altra cosa¸ che ho già detto anche altre volte. Domenica scorsa¸ parlando dello Spirito Santo perché era Pentecoste¸ mi pare di avere detto che¸ nel cristianesimo primitivo ma anche nel mondo circostante sia ebraico¸ sia pagano¸ non faceva nessuna difficoltà considerare Dio lo Spirito Santo. Perché¸ come mi pareva di aver detto domenica scorsa¸ facilmente la parola Spirito può diventare un nome alternativo di Dio perché nella concezione antica delle cose Dio non viene immaginato come colui il quale è… in cielo e non qui¸ quasi che…intendiamoci¸ è una questione d’immaginazione¸ quasi che quando uno dice la parola Dio debba pensare ad una zona X nel firmamento¸ tra le galassie¸ dove là c’è Dio e qui no. Il mondo antico non pensava le cose in questa maniera¸ intendo il mondo antico dell’area mediterranea che noi conosciamo. Quando diceva “Dio” pensava piuttosto ad una specie di…come l’aria¸ a qualcosa che è dappertutto e nel quale tutti noi siamo dentro. Quindi qualcosa che abbraccia tutto e che tutto pervade. Ma¸ intendiamoci¸ questa non è fede¸ non è dogma¸ è semplicemente un tentativo di ricostruire il tipo di fantasia¸ il tipo d’immaginazione che viene in mente ad una persona quando dice la parola Dio. Sarebbe interessante che voi stessi vi esaminaste e vi domandaste “Ma quando io dico Dio cosa mi viene in mente?”. Probabilmente niente. Ma pensare a questo può essere utile. Ci pare di aver capito dagli scritti¸ dagli studi fatti¸ che un contemporaneo di San Paolo e di Gesù abitante a Roma o a Milano - c’erano giภc’era già Cremona - pagano¸ quando diceva la parola Dio¸ se era una persona con un minimo di educazione filosofica di quel tempo¸ pensava appunto ad una specie di aria¸ Dio come contenitore del tutto¸ non tanto come uno isolato su un satellite o su una galassia¸ non uno che è là e non qui¸ ma uno nel quale tutti noi siamo dentro. Adesso non voglio dilungarmi troppo. E questo è Dio in quanto Spirito. Ecco perché domenica scorsa dicevo: l’utilizzo della parola Spirito – Spirito Santo – per parlare della presenza di Dio dappertutto e della nostra vita in lui era una cosa che a quel tempo non faceva problema¸ non faceva difficoltภtutti l’avrebbero capito e sentito in questo modo. Per questo nella storia del pensiero cristiano non si nota nessuna particolare sottolineatura nei primi secoli sulla divinità dello Spirito Santo. Non perché non si credesse che era Dio¸ ma perché si dava per scontato che è un modo di essere di Dio¸ essere dappertutto e essere il contenitore nel quale tutti trovano vita¸ riposo¸ alito¸ respiro. E sono tutte le cose che ho detto domenica scorsa. Quello che invece faceva difficoltà e che spiega perché si è arrivati a quella complicazione del concetto trinitario divino¸ è l’ostinazione dei cristiani – secondo me storicamente difficile da spiegare – l’ostinazione dei cristiani nel volere usare la parola Dio quando si parla di Gesù Cristo. Ripeto¸ non faceva nessuna difficoltà usare la parola Dio parlando dello Spirito che pervade come potenza ogni cosa¸ è che loro non volevano rinunciare a dire che Dio era il costitutivo essenziale della vita umana di Gesù Cristo. E’ questo che fa problema. Gli ebrei non lo tolleravano in nessun modo questo. Ma i primi credenti¸ che pure sono di origine ebraica¸ non vogliono cedere di un millimetro su questo punto. Gesù Cristo è totalmente opera di Dio. Il responsabile di tutto quello che Gesù¸ è una sua umanitภè Dio. Questo è ciò su cui loro assolutamente non transigono¸ ed è ciò che ha fatto nascere il cristianesimo¸ ed è ciò che ha fatto nascere un “pensiero – Trinità”. Lo Spirito non faceva problema. Lo Spirito non è un uomo. Loro non volevano perdere il fatto che quello che era accaduto storicamente in Gesù Cristo lo ritenevano cosí importante per la loro salvezza¸ per la loro vita¸ che volevano assolutamente che venisse garantito dalla firma di Dio. Non si accontentavano di dire che Gesù era stato un grande profeta¸ un sant’uomo¸ un eroe¸ un santo¸ un martire¸ perché capivano bene che tutte queste figure esemplari sono debolissime¸ nel senso che vengono ammirate in un certo periodo e poi si dimenticano. In ogni caso alla fin fine sono dei perdenti perché quello che continua a dominare nel corso della storia è la malvagitภla cattiveria¸ la prepotenza¸ la violenza¸ non la santità del martire. Il martire viene applaudito¸ acclamato però è morto. Diventa una memorabile figura ma non cambia la situazione del mondo il quale va avanti come prima fabbricando altri martiri. Giovanni Battista è a questo livello. Loro per una inspiegabile¸ io dico storicamente inspiegabile convinzione¸ differenziano Gesù Cristo dal Giovanni Battista e dicono “No¸ Gesù Cristo non è come tutti gli altri martiri che si ricordano volentieri ma che alla fin fine hanno dato un buon esempio ma hanno lasciato le cose come stavano”. E’ il Signore dell’universo¸ quello che trasforma le cose¸ quello che crea veramente conversione¸ cambiamento¸ bontภè Dio. Non soggiace ai mutamenti della storia¸ non diventa uno a cui si fa una statua¸ sul quale si scrive un poema perché non c’è più. E questo è quello che è successo in questi cinquant’anni che hanno dato origine al cristianesimo e questo strano fenomeno culturale che sembra una follia e che¸ a mio parere nessun storico ha ancora spiegato. Cioè lo si racconta dicendo com’è successo¸ ma come sia stato possibile che un gruppo di persone si sia intestardito fino al punto di cambiare la nozione di Dio e renderla complicata come è nella concezione trinitaria perché volevano porre in Dio la soggettività dell’uomo Gesù. E’ semplicistico dire che noi affermiamo che Gesù è Dio. Questo è un modo troppo rapido di parlare che non è giusto. Gesù¸ è un uomo. Ma quello che il cristianesimo vuol dire è che la persona – anche questo è un concetto che entra praticamente con il cristianesimo¸ con questa forza. Vale a dire la ragione ultima dell’agire di Cristo e del suo pensare¸ la sua soggettivitภla sua originalità personale¸ la sua identità vissuta è divina e non umana per cui devono spaccare Dio in due e ficcarci dentro in Dio un logos che può estraniarsi da Dio per diventare il soggetto che giustifica tutto quello che Gesù Cristo ha fatto in maniera che quello che Gesù Cristo ha fatto è Dio che l’ha fatto. Quello che ha fatto il Battista¸ che umanamente parlando è quasi uguale a quello che ha fatto Gesù con minime differenze (invece di morire sulla croce gli hanno tagliato la testa)¸ ma Giovanni Battista è nulla¸ è un uomo che scompare come tanti. Di Gesù Cristo invece vogliono dire che la sua soggettività e il vero protagonista della sua esistenza è un pezzo di Dio. Questo è assurdo. Intendiamoci¸ assurdo è la nostra fede. Ma quello che andrebbe spiegato è per quale strampalata ragione questo gruppo di persone si è incaponito a difendere questo con tutti gli ebrei che gli dicevano “Ma lascia perdere¸ Dio è uno solo. Questo qua sarà un grande profeta¸ più grande del Battista¸ sarà pieno di Spirito Santo. Questa va liscio perché lo Spirito Santo è appunto Dio che pervade tutto”. Nossignore¸ è concepito per opera dello Spirito Santo ma è Dio lui. Questa è follia. Il cristianesimo è nato da questa follia¸ lo dico in senso positivo¸ intendiamoci¸ ma è follia pura. Umanamente inspiegabile se non appunto come un’inspiegabile ostinazione in questa visione. Per cui lui diventa il centro di tutto. E per non mollare¸ per non equipararlo a livello di altri eccelsi uomini spaccano Dio in tre pezzi continuando a dire che è uno. Capitemi¸ io cerco di parlare in dialetto per farmi capire. Perché secondo me¸ questo è un fenomeno che spiega l’esistenza del cristianesimo¸ spiega perché è nata la dottrina della Trinitภspiega anche la fatica che fanno le persone ad accettare tutto questo. E’ una ossessione cristologia. Loro non vogliono mollare Cristo e se voi mi domandate “Ma perché Cristo lo vogliono pompare a questo punto da divinizzarlo? Perché sono stupidi? Perché sono idolatri?” Non c’era nessun bisogno: c’era Apollo¸ Minerva¸ Atena¸ ce n’erano di dei da adorare! Perché? Io non so rispondere a questa domanda. Uno può dire perché sono stati dei pazzi e quindi se è possibile eliminiamoli perché il cristianesimo nasce da una follia. L’altra risposta che è quella che danno i libri¸ i nostri libri è: loro in Cristo avevano scoperto che era l’unico che poteva salvare l’uomo cioè dargli una concreta speranza che il male può essere distrutto e il bene può vincere. Che c’è un conforto e una consolazione per chi crede nel Dio Spirito che pervade tutte le cose¸ distrugge il male e salva il bene. Perché c’è una bontà in Gesù Cristo che non si trova altrove¸ che può essere solo di origine divina e loro a questa bontà non vogliono rinunciare. Allora fanno di tutto¸ a costo di far la figura di imbecilli di fronte agli ebrei e di atei di fronte ai pagani e affermano che l’umanità di Cristo è vissuta da un pezzo di Dio che è una divina persona. Accettando il rischio di una complicazione intellettuale senza fine che li affaticherà per secoli¸ perché non vogliono mollare questo. Senza Gesù Cristo siamo perduti. E’ questa differenza che spiega tutto. Spiega tutto ma¸ a sua volta¸ che cosa ci sia in Cristo che li ha convinti¸ che va distinto da tutto il resto e esaltato a livello divino¸ ma non come l’imperatore che tutti sapevano che era una farsa! Ci sono autori pagani che prendono in giro la divinizzazione degli imperatori¸ è come fargli la statua¸ è formalità. No¸ no¸ questa gente lo dice sul serio¸ è questa la stranezza del cristianesimo; ed essere cristiani anche oggi significa condividere questa stranezza.