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Omelia DOMENICA DELLE PALME A del 5 aprile 2020

Domenica 5 aprile 2020 – Domenica delle Palme La domenica delle Palme comprende due elementi: l’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme e l’inizio della sua Passione che lo condurrà sulla croce. E’ quindi una domenica contrastata: comincia con una festa¸ termina con una grande sofferenza che sarà sí la salvezza dell’umanitภma una salvezza che viene attraverso la sofferenza e la morte. E’ quindi una giornata piena di contraddizioni. Nei Vangeli questi avvenimenti sono raccontati in maniera differente nei singoli testi. Matteo¸ Marco¸ Luca si assomigliano in molti punti come sempre. Giovanni va sempre per suo conto. Quest’anno noi leggiamo il testo di Matteo che ha delle caratteristiche tutte sue e saranno proprio queste che io cercherò di mettere in luce perché sono tipiche di questo evangelista e è interessante vedere il suo modo di presentare le cose. Certo non dobbiamo aspettarci di trovare una storia documentata di quello che è successo perché gli evangelisti in ogni caso hanno come scopo di mostrare quello che Dio ha fatto¸ non tanto quello che gli uomini... parlano anche certamente degli uomini¸ ma quello che a loro interessa è che il lettore capisca che quello che è accaduto in quelle giornate è quell’opera di Dio che per tutto il futuro sarà fonte di salvezza¸ cioè è un cambiamento del mondo. Loro vogliono far capire che è un cambiamento radicale della storia quello che è successo in questi giorni. Ecco perché qualche volta esagerano su alcuni aspetti¸ aggiungono dei particolari che sono presi dalla Sacra Scrittura¸ cioè dalle memorie del passato¸ quasi a dire che tutto quello che è successo nel passato in un certo senso prevedeva il compimento di queste cose che sarebbe accaduto in questi giorni. In altre parole¸ è difficile essere sicuri che quello che noi leggiamo adesso nel Vangelo di Matteo sia veramente accaduto cosí come sembra che sia leggendo il testo. Ci potrebbero essere molte cose che sono state dimenticate¸ molte altre che sono state aggiunte. Ecco perché anche i tre sinottici¸ che pure sono abbastanza simili l’uno con l’altro¸ non sono mai identici del tutto. Cominciamo. Matteo per esempio inizia riportando fin da principio la parola di Gesù: “Uno dei 12 che intinge con me nel piatto mi tradirà”¸ cioè inizia con l’annuncio del tradimento da parte di Giuda¸ precedendo¸ è la prima cosa che accade quando i discepoli si siedono a tavola per la cena. Negli altri Vangeli¸ sia in Marco sia in Luca¸ prima c’è l’Eucarestia poi c’è l’annuncio del tradimento. Matteo invece anticipa lo svelamento di chi sarà il traditore e poi racconta l’Eucarestia. In altre parole il Giuda di Matteo non ha fatto la comunione¸ non ha mangiato il pane¸ non ha bevuto il vino¸ mentre il Giuda di Marco e di Luca ha mangiato il pane¸ ha bevuto il vino. Voi capite che questa non è una differenza da poco. Significa che da un lato Giuda ha partecipato a quell’evento che per noi è la sintesi di tutto quello che Gesù ha fatto per la nostra salvezza¸ in Matteo no. In Matteo Giuda è già uscito e sono 11 quelli che mangiano il pane e il vino¸ non 12¸ lui non c’è più. Questo è molto interessante. D’altra parte il Giuda di Matteo è l’unico rispetto a Marco¸ Luca e Giovanni che alla fine si pente¸ anzi onestamente bisogna dire che tra le persone più oneste¸ diciamo cosí¸ che vengono segnalate nel testo di Matteo Giuda forse è il migliore di tutti. E anche questo è strano¸ è difficile capire perché l’evangelista ha sottolineato tutto questo. Forse andando avanti¸ pian piano¸ riusciremo a capirlo. Adesso vi leggo un’altra frase che c’è soltanto in Matteo e non c’è altrove. “Riponi la tua spada al suo posto perché tutti quelli che prendono la spada di spada periranno. Oppure pensi che non possa pregare il Padre mio e mi manderebbe accanto sull’istante più di dodici legioni di angeli?”. Queste parole Gesù le avrebbe dette a Pietro quando sono arrivati per arrestarlo con Giuda che ha dato il bacio e Pietro taglia l’orecchio al servo del sommo sacerdote con la spada. Negli altri Vangeli tra l’altro si dice che poi Gesù ha guarito l’orecchio¸ in Matteo invece l’orecchio non viene guarito. E c’è questa frase: “Riponi la spada nel fodero perché tutti quelli che prendono la spada di spada moriranno”. Questo è un proverbio e questa risposta di Gesù direi che prende un proverbio popolare “Chi tocca la spada muore di spada”¸ “Chi tocca il virus prende la malattia”: son proverbi. E’ serio tutto questo? E poi: 12 legioni di angeli che potrebbero venire ad aiutarlo. Questo Gesù che in fondo scherza di fronte alle persone che stanno per arrestarlo. Scherza¸ sembra che prenda un po’ a gioco¸ un po’ sul ridere¸ sembra che voglia umiliare gli ascoltatori dicendo: “Quello che voi state facendo credete che sia un atto di grande coraggio¸ venire ad arrestarmi¸ tanto è vero che Giuda è venuto ad avvertirvi¸ ha preso 30 denari¸ vi ha detto che vi avrebbe aiutato a riconoscermi”. Tra l’altro bisogna anche tener conto che nel mondo antico non c’erano le fotografie e al buio della sera non era poi cosí facile conoscere una persona rispetto ad un’altra. Anche allora la gente era capace di travestirsi e quindi forse non era cosí inutile che ci fosse qualcuno che indicava di preciso “Guardate che è quello lí che dovete prendere¸ non un altro che magari gli assomiglia”. E’ difficile cioè capire se quello che viene raccontato è qualcosa che è realisticamente immaginabile come realmente accaduto o se è un modo¸ non dico romanzesco ma quasi¸ di presentare le cose. Cioè¸ cosa vuole ottenere l’evangelista quando mette in bocca a Gesù queste parole? Forse vuol far capire che nonostante tutto lui è superiore a ogni cosa¸ che in questo momento si sente sicuro di sé o che vuole mostrarsi sicuro di sé alla gente. Tutto questo fra dieci minuti¸ un quarto d’ora¸ cambierà completamente perché nell’orto del Getsemani Gesù perde il suo coraggio¸ o meglio¸ prima sembrava una persona che non ha paura dei nemici¸ uno che si dà in fondo le arie di essere una persona forte¸ che è lui che comanda la situazione. Quando però si avvicina la prova Gesù ha paura e c’è la famosa preghiera nel Getsemani: “Passi se possibile da me questo calice¸ ma non la mia volontภma la Tua sia fatta”. “Sia fatta la Tua volontà” come nel Padre Nostro. Questi contrasti¸ direi questo altalenarsi di un Gesù sicuro di sé e di un Gesù impaurito¸ Gesù il quale seriamente si lamenta perché i discepoli si addormentano e non hanno neanche il coraggio di aiutarlo in questo momento¸ e non capiscono neppure la gravità di quello che succede. Ma non capiscono la gravità di quello che succede proprio¸ direi¸ per la serenitภquella specie di sicurezza di sé che aveva dimostrato prima. E’ accaduto cosí o è il racconto che vuole interessare il lettore per far vedere che molteplici sono le possibilità interpretative di quello che è accaduto? Ecco questo vale anche per tutto il resto della storia. Dicevo prima che Giuda alla fine appare come una persona onesta. Tra l’altro bisogna osservare anche un’altra cosa. In tutto questo racconto della Passione non è mai adoperato il termine “Satana”¸ cioè Satana non c’è nel Vangelo di Matteo. Nel Vangelo di Giovanni invece si dice che Satana entrò in Giuda¸ quindi il Vangelo di Giovanni presenterà la morte di Cristo come una specie di lotta fra i due grandi¸ Dio e il principe del male. In Matteo si tratta semplicemente di persone umane che si presentano con tutti i loro difetti¸ che in un momento sono attente e nell’altro sono distratte. Pensate al rinnegamento di Pietro¸ il quale risponde a seconda della paura che ha¸ con le serve o con l’ultimo intervento¸ e più cresce la paura più cresce il suo giuramento “Non lo conosco¸ mai sentito¸ non so chi sia!” e giura alla fine per poi fare il grande crollo del pianto perché canta il gallo¸ che in Matteo canta una volta sola mentre negli altri Vangeli canta due volte. Sembrano tutte inezie queste¸ ma ci fanno capire come gli evangelisti hanno cercato di scrivere in maniera di attirare l’attenzione del lettore e di far vedere che quello che veramente è avvenuto è un Mistero di Dio¸ che si intravvede soltanto in maniera molto confusa nell’atteggiamento degli uomini¸ direi Gesù compreso. Perché anche Gesù qualche volta¸ scusate il termine¸ sembra che reciti. Gli fanno delle domande¸ lui non risponde. Perché non risponde¸ perché non intreccia un dialogo? In altri Vangeli per esempio¸ pensate al Vangelo di Giovanni com’è il dialogo con Pilato¸ perché tutto questo non c’è nel Vangelo di Matteo? Ognuno ha presentato un suo modo di sistemare le cose¸ per far capire un messaggio. Adesso finalmente devo dirvi qual è il messaggio che Matteo vuole dire. Mi pare di aver capito¸ leggendo qualcosa da qualche parte¸ che Matteo vuol dire “Colui che veramente ha agito dirigendo tutto quello che è accaduto non è il Sinedrio¸ non è Ponzio Pilato¸ non è Giuda¸ non è neanche Gesù - capitemi bene – ma è Dio stesso¸ Dio Padre”. E’ Dio che si è servito di questi avvenimenti per manifestare il Suo disegno¸ la Sua potenza. Ecco le 12 legioni di angeli¸ ed ecco anche altri particolari¸ quelli che sono più impressionanti. Quando Gesù sulla croce grida e muore accade qualcosa che viene raccontato soltanto in Matteo¸ o meglio sono cose che vengono raccontate da tutti gli Evangelisti¸ “Si fece buio su tutta la terra” e questo gli storici sono andati a cercare la possibilità di un eclisse giornaliera¸ ma i veri conoscitori della Scrittura dicono “Ma non andate a cercare fenomeni realmente accaduti¸ questo è un simbolo¸ un modo di dire”. E’ bastata forse una piccola nube per dire “Ecco si oscura il sole nel momento…”¸ ma una nube che passa di passaggio e viene vista come le tenebre¸ vale a dire “Dio sta giudicando il mondo¸ Dio sta giudicando il male commesso dagli uomini in tutta la storia¸ è l’ora delle tenebre” e questo c’è praticamente in tutti i Vangeli. Ma Matteo aggiunge altre cose. In tutti i Vangeli c’è anche il velo del tempio che si spacca in due¸ per Matteo questo è molto più importante che in altri evangelisti¸ è stato il primo segno. Storicamente tutti hanno osservato che Giuseppe Flavio racconta com’era complicata¸ non c’era una sola tenda nel tempio¸ ce n’erano almeno tre. C’erano tre grandi velamenti e quale di questi tre si è spaccato? Un grande commentatore che ha studiato con molta attenzione questa storia della Passione di Cristo ritiene che chi ha scritto il Vangelo¸ Matteo compreso¸ non aveva la minima idea di come fosse il tempio di Gerusalemme a quei tempi perché il Vangelo viene scritto attorno all’80¸ quando il tempio è già stato distrutto. Viene scritto da una persona¸ l’evangelista¸ che probabilmente non è mai stata a Gerusalemme. Ha sentito parlare¸ ha sentito dire che c’era un tempio¸ che c’erano delle tende o dei veli¸ ma questo spaccamento del velo che tra l’altro si sarebbe visto dall’alto del Golgota¸ col binocolo vedendo che là sotto era successo che si era strappato in due il velo¸ che erano tre. Ecco¸ allora vedete che tutto questo è una simbologia¸ non è una realtà veramente accaduta¸ quello che si vuol dire è che Dio dice: “Adesso basta con tutto il culto precedente¸ adesso si cambia tutto”. Non ci sarà più tempio¸ non ci saranno più sacrifici animali¸ non ci sarà più un luogo dove entra il sommo sacerdote una volta all’anno nell’oscurità perché Dio è nascosto¸ anzi non c’è del tutto¸ perché l’assenza di ogni cosa nel vuoto si vede…¸ tutto questo finirà. Se ci pensate bene è la stessa cosa che dice San Giovanni quando dice “Ha cambiato l’acqua in vino”. L’acqua che prima serviva per lavare il corpo è diventata vino che ti entra dentro¸ tu lo bevi e ti senti rallegrato e forte¸ ti cambia di dentro. Quello che prima agiva dal di fuori adesso agisce nel di dentro. Quello che prima succedeva nel tempio con i sacrifici¸ le tende¸ adesso succede dentro la tua anima¸ dentro la tua coscienza¸ dall’esteriore si passa all’intimo¸ all’interiore. Dio prima si andava a cercarlo con riti esterni¸ adesso lo si deve cercare all’interno della propria coscienza¸ non vengono le 12 legioni di angeli¸ viene lo Spirito Santo nei cuori. Alla tenebra¸ al velo che si rompe Matteo aggiunge “La terra tremò¸ le rocce si spaccarono¸ i sepolcri si aprirono¸ molti corpi di santi addormentati si svegliarono e uscendo dai sepolcri dopo il suo risveglio -quello di Gesù- entrarono nella Città Santa¸ e apparvero a molti”¸ brano misterioso¸ è una specie di fine del mondo anticipata¸ perché Matteo vuol dire “Guardate che quello che è successo quando è morto Gesù Cristo è il destino dell’intero universo umano”¸ non l’universo dei buchi neri¸ l’universo umano¸ cioè quello che accade qui è ciò che Dio predispone per tutta l’umanità di sempre¸ ma naturalmente non in maniera materiale¸ con la terra che trema¸ le rocce che si spaccano¸ i sepolcri che si aprono. Tutte queste cose se ci pensate vengono dalle immagini dell’Antico Testamento. Chi legge i Salmi sa benissimo che secondo i Salmi è Dio che manda la pioggia¸ è Dio che fa i terremoti¸ è Dio che fa venire la grandine¸ è Dio che ha spostato il mare e ha fatto passare e ha affogato gli egiziani nel mare¸ è Dio che ha fermato il Giordano e le acque sono diventate una muraglia per lasciar passare l’arca¸ è Dio che ha fatto cadere le mura di Gerico¸ è Dio che fa tutto. Dio in realtà non farà più niente di tutto questo¸ agirà soltanto nella coscienza delle persone. Quello che fa Dio è far capire a Giuda che ha sbagliato per cui Giuda si pente¸ e guardate che è l’unico in tutto il testo del quale si dice che ebbe rimorso. Va dai sacerdoti¸ restituisce le trenta monete¸ i sacerdoti dicono “Pensaci tu¸ è un affare tuo. Vedrai tu cosa devi fare”. Le trenta monete gli interessano¸ le prendono e poi – ecco qui la loro ipocrisia – “siccome è frutto di sangue innocente non possiamo metterle nel tesoro¸ compreremo un campo per la sepoltura dei forestieri e lo chiameremo il campo del sangue”. E con questo Matteo dice un’altra cosa importantissima: il vero colpevole della morte di Gesù non è Giuda¸ non è neanche di per sé il popolo¸ ma sono le classi dirigenti¸ i sacerdoti¸ gli anziani. Notate che non si dice mai che i farisei erano presenti¸ solo gli scribi e gli scribi sono un po’ come i giornalisti di oggi¸ sono quelli che devono scrivere le memorie -forse anche Matteo era uno scriba- cioè gli archivisti¸ i maestri¸ non i farisei. E sono queste persone¸ le autorità soprattutto¸ le classi sacerdotali – badate bene¸ le classi sacerdotali erano al quel tempo quello che oggi sarebbero le alte autorità civili e religiose¸ nello stesso tempo¸ politiche¸ civili e religiose – sono quelle che dicono al popolo “Chiedete Barabba! Fate crocefiggere Gesù!”. Sono loro che compiono il delitto di sangue¸ cioè sangue innocente versato¸ sono queste autorità. La gente semplicemente ubbidisce e alla fine¸ questo è un altro passo che in altri anni ho già spiegato¸ il popolo¸ direi guidato in maniera oscena da queste autoritภdice “Ma sí¸ ricada su di noi questo sangue. Noi ne siamo i responsabili!” e qui c’è quella famosa ironia secondo la quale loro hanno detto cosí quasi per sfida¸ ma in realtà Gesù nella cena aveva detto che il suo calice “bevetelo tutti perché è qui per la remissione dei peccati”. Quando loro hanno chiesto “Venga su di noi questo sangue innocente!” è una bestemmia suggerita dai capi¸ ma in realtà significava che Dio li avrebbe perdonati perché quel sangue versato sarà sangue versato per coprire il peccato che loro hanno commesso perché deviati dalla prepotenza delle classi dirigenti. Matteo sta dalla parte degli umili¸ Matteo sta dalla parte dei poveri¸ non sta dalla parte di quelli che comandano e che credono di non sbagliare mai perché hanno il potere nelle mani. Ecco un’altra caratteristica con la quale posso anche concludere. Matteo vuol farci capire che quello che è successo in quei giorni è il rinnovamento dei criteri che devono reggere il modo di convivere degli uomini su questa terra: essere persone che non adoperano la spada¸ che non si lasciano ingannare dai potenti¸ che non vogliono diventare essi stessi colpevoli di aver fatto dei danni a persone innocenti¸ è cioè il rispetto della vita¸ il rispetto della possibilità di sopravvivenza del maggior numero possibile di persone¸ è la festa del rispetto del sangue. Se ci pensate è il sangue uno dei protagonisti¸ il sangue di Gesù che viene versato perché tutti abbiano la vita nel loro sangue¸ perché il sangue innocente d’ora innanzi sia rispettato¸ questo è il grande tema che è sottinteso nel Vangelo di Matteo. Chi è che l’ha capito veramente? Non i potenti¸ neanche i dotti¸ neanche gli scribi forse. L’hanno capito poche persone e anche qui si va¸ stranamente¸ sembra quasi che si vada nella leggenda. L’ha capito la moglie di Pilato¸ la quale dice al marito “Non macchiarti col sangue innocente¸ io in sogno ho sofferto tanto” e Pilato ascolta la moglie. Pilato stesso¸ il quale se ne lava le mani e si comporta esattamente come i sommi sacerdoti. I sommi sacerdoti hanno detto a Giuda “Cosa possiamo farci? Pensaci tu” e Pilato fa la stessa cosa “Io sono innocente di questo sangue” e si lava le mani perché la moglie gliel’ha suggerito. Allora quelli che hanno capito sono la moglie di Pilato¸ Pilato stesso¸ Giuda – perché Giuda ha capito¸ forse ha sbagliato a impiccarsi¸ ma nessuno lo ha aiutato e questo suicidio è in fondo un atto di dignità. E poi c’è un’altra cosa¸ l’ultima: non il solo centurione¸ ma il centurione e tutte le guardie vedendo quello che era accaduto dissero che quest’uomo era veramente il figlio di Dio¸ era veramente giusto. Vi ricordate come questa idea dell’uomo giusto era caratteristica del Vangelo di Matteo anche nella storia della nascita: Giuseppe era giusto e cercava di mandarla in segreto per non colpire un’innocente che era Maria. I Magi erano giusti¸ ecco l’aspetto leggendario che c’era nella nascita e c’è anche qui come il sogno della morte di Pilato. I Magi son venuti da lontano guidati dalla stella cosí come adesso di rompono le rocce¸ si aprono i sepolcri¸ risuscitano i morti. Matteo forse per adescare o per convincere a credere le persone più ingenue¸ la gente più semplice¸ riempie di miracoli¸ riempie di sorprese immaginarie¸ di fenomeni attraenti¸ misteriosi¸ positivamente però pieni di speranza¸ i lettori. E’ un Vangelo per le persone semplici¸ un Vangelo per gli ingenui¸ un Vangelo per gli onesti.