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Omelia NATALE DEL SIGNORE del 25 dicembre 2019

25 dicembre 2019 - NATALE DEL SIGNORE Cerco di riflettere sulla festa del Natale nel suo insieme. Domenica scorsa ho cercato di far vedere come Paolo nella lettera ai Romani fa dipendere tutta la gloria di Cristo e tutta la sua funzione per la salvezza del mondo da quello che è accaduto dopo la risurrezione¸ senza tener conto della vita terrena di Gesù. Quindi il punto focale è la Pasqua di risurrezione; solo il Gesù risuscitato è salvatore del mondo. Nelle lettere di san Paolo non si parla mai di quello che Gesù avrebbe detto¸ insegnato¸ fatto durante la sua vita terrena. Paolo dice che bisogna seguire l´esempio di Cristo¸ ma non racconta niente né di quello che Cristo ha fatto¸ né di quello che Cristo ha insegnato. Cristo è il risorto¸ che parla da risorto¸ mediante lo Spirito Santo¸ alla chiesa. La chiesa è nata cosí. Questa posizione di san Paolo¸ anche dopo la stesura dei vangeli¸ ha rappresentato la sostanza fondamentale: il dopo Pasqua¸ il Gesù che vive presso Dio dopo la risurrezione. Probabilmente alla gente interessava cercare di indovinare che cosa faceva Gesù quando viveva sulla terra¸ infatti anche oggi i testi che più piacciono alle persone sono i vangeli di Matteo¸ Marco¸ Luca. Ma questo interesse per la vita di Gesù è del tutto assente nella vita ufficiale della chiesa. Gli scritti degli scrittori ecclesiastici antichi¸ le omelie dei vescovi parlano sempre in un linguaggio solenne¸ complicato; raramente si trovano prediche antiche che raccontino i fatti; al massimo raccontano il battesimo al Giordano¸ il cambiamento dell´acqua in vino¸ qualche miracolo¸ i discorsi di Giovanni. Questo è durato per tre secoli. La festa del Natale non c´era¸ la prima notizia di un giorno dedicato al Natale¸ a Roma¸ è in un manoscritto del 356. L´oriente greco aveva la festa del 6 gennaio¸ dove metteva insieme nascita e visita dei Magi. Intorno al 350 si decide di celebrare il 25 di dicembre¸ per sostituire la festa pagana del dio sole¸ per festeggiare la nascita di Cristo che è la vera luce del mondo. Il cristianesimo ha inventato col passare del tempo nuovi culti¸ nuovi riti¸ nuove feste. Prima ha valorizzato certi aspetti¸ ignorandone altri¸ poi ne sono nati di nuovi e si sono dimenticati i precedenti. I gradi predicatori¸ gli esperti e la gente comune hanno ognuno una loro preferenza di religiosità. Questo è importante nel mondo di oggi¸ composto di persone che vogliono capire le cose come le soddisfano¸ e apprezzano molto questa libertà di pensiero. Succedeva anche anticamente¸ ma la chiesa ufficiale lasciava perdere queste diversificazioni e col passar del tempo presentò una dottrina fissa¸ il dogma¸ il catechismo¸ dove tutto era scritto giusto e non si doveva cambiare neanche una virgola. E anche quando si è scoperto il Natale¸ la gerarchia non si è servita dei racconti del Natale per cercare di ricostruire la vitalità concreta del Gesù terreno¸ ma per farne dei dogmi. E il dogma fondamentale si riassumeva in questo punto: figlio di Davide secondo la carne. Se si va a leggere Giovanni¸ c´è scritto: il verbo si fece carne. Paolo dice: figlio di Davide secondo la carne. Giovanni dice: Figlio di Dio nella carne. Come lo descrive Giovanni? Come colui che inserisce la divinità nella carne. Adesso il divino è dentro nella carne. E´ il completamento¸ all´opposto¸ della frase di Paolo. Il Verbo si è fatto carne¸ e è Dio nella carne. Tanto è vero che dice: e noi abbiamo visto la sua gloria. Abbiamo visto Dio nell´uomo. Dopo questa creazione della festa del Natale¸ le due cose si sono incatenate l´una nell´altra¸ ed è successo che nel Gesù terreno bisogna sempre vedere prima di tutto la presenza del Verbo di Dio. Gesù non è mai soltanto un uomo¸ è sempre un Dio fatto uomo. E di nuovo questo cambia la prospettiva. Oggi la gente di cosa ha bisogno? Che cosa possiamo far conoscere ai non cristiani che possa attirarli e far capire loro l´utilità di Cristo per la vita quotidiana¸ soprattutto per la vita politica? Noi oggi siamo diventati responsabili del futuro immediato dei nostri figli e dei nostri nipoti. Ha qualcosa da dire la festa del Natale? Ha qualcosa da dire la giovinezza di Gesù¸ come ha qualcosa da dire la sua vita terrena e la sua morte? Abbiamo più bisogno di prima di chiedere a lui¸ non tanto quello che potrà fare nell´aldilภma quello che oggi occorre fare nell´aldiqua.