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Omelia IV AVVENTO A del 22 dicembre 2019

22 dicembre 2019 - IV AVVENTO A - Rm 1¸1-7; Mt 1¸18-24 L´inizio della lettera ai Romani ci è utile per capire molte cose riguardanti Gesù Cristo. E´ l´ultima lettera scritta da Paolo¸ nel 57 o 58. E´ un testo importante e complicato. " Paolo¸ servo di Cristo Gesù " letteralmente "schiavo"¸ perché in greco c´è dolus¸ che è lo schiavo. La cultura ebraica del tempo dice che anche Abramo e Mosè sono stati schiavi di Dio¸ perché essere schiavo di Dio è il massimo onore che si possa avere. Lo schiavo deve sottoporsi totalmente alla volontà del padrone; se il padrone è un uomo¸ allora essere schiavi è un´umiliazione¸ se il padrone è Dio¸ è la massima onorificenza. Poi prosegue "scelto per annunciare il Vangelo di Dio¸ che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre scritture". Paolo è già convinto che tutto l´ Antico Testamento parla di Gesù Cristo. Questa assunzione dell´ Antico Testamento a parlare dappertutto¸ principalmente della venuta di Gesù Cristo¸ è antica¸ è soprattutto caratteristica di Paolo¸ toglie alla interpretazione ebraica quasi ogni importanza¸ ed evidentemente ha fatto soffrire gli ebrei. Questo distacco dall´ebraismo¸ che ha creato una divisione¸ ha ancora conseguenze oggi e ha aiutato a rendere antipatici gli ebrei per duemila anni. "...che riguarda il Figlio suo.."¸ qui si comincia a parlare di Gesù. Come dobbiamo interpretare questo Figlio suo? Figlio ha un significato parallelo a quello spiegato prima per la parola schiavo. Figlio è colui il quale ha con Dio un rapporto di somiglianza¸ se volete di derivazione¸ ma non necessariamente di derivazione fisica; è un rapporto di massima vicinanza; sempre però dipendente. Nella cultura antica il figlio è quello che ubbidisce al padre e compie le sue opere; il figlio¸ soprattutto il figlio di Dio¸ non è come il giovane di oggi il quale giustamente ha diritto a un certo punto di dire che¸ diventato maggiorenne¸ penserà a se stesso¸ e sarà indipendente dai genitori. La cultura patriarcale dell´antico e nuovo testamento sa che il figlio dipende sempre dai suoi genitori¸ anche quando è sposato¸ e lui stesso ha dei figli. Allora Figlio vuol dire colui che ubbidisce¸ colui che condivide e mette in atto tutto quello che Dio vuole; è l´ubbidiente. Attenti a quello che segue " nato dal seme di Davide secondo la carne". Si parla dell´uomo Gesù. Questo uomo Gesù è nello stesso tempo Figlio di Dio e figlio di Davide. E´ il Figlio suo¸ ubbidientissimo a Dio¸ ma¸ secondo la carne¸ vale a dire nella materialità delle cose¸ a livello meramente umano¸ è un discendente di Davide. Ubbidisce a Dio¸ non prende Davide come modello del suo agire. Questo lo dice anche Luca quando l´angelo dice a Maria " gli darà il trono di Davide suo padre¸ e regnerà per sempre"; che significa che nominalmente¸ secondo la carne¸ avrà il trono che spetta al discendente di Davide¸ ma in realtà avrà un regno eterno. Adesso il punto chiave "...costituito Figlio di Dio con potenza grazie allo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti". Questo testo dice che quello che era nato come figlio di Davide¸ ad un certo punto è stato costituito¸ cioè è stato fatto diventare¸ qualcosa che prima non era. Questo costituire¸ deriva dal verbo da cui proviene il termine orizzonte¸ e l´orizzonte è il limite in fondo¸ vuole dire che è stato portato a quel punto¸ al di là di quello di Davide¸ fatto diventare Figlio di Dio in potenza¸ non nella sua vita terrena¸ ma nella risurrezione. Paolo dice che questo Figlio di Dio è rimasto¸ umanamente parlando¸ figlio di Davide. Nelle lettere di Paolo non si trova niente di quello che ha fatto il Gesù terreno¸ non racconta mai niente di quello che Gesù Cristo ha fatto da uomo. Una sola volta dice che Gesù ha detto che il lavoratore ha diritto alla sua paga. E´ l´unica frase che ricorda come frase di Gesù. Non dice che è stato battezzato¸ non conosce il nome di sua madre¸ non racconta niente. Perché Paolo ritiene che soltanto dopo la risurrezione Gesù è diventato capace di intervenire sulla vita degli uomini. Gesù è diventato il Signore dopo la sua morte. Praticamente si è riconosciuto che non era soltanto il figlio di Davide¸ ma era vicino a Dio¸ in maniera che si potrà perfino chiamarlo Dio lui stesso¸ soltanto dopo la risurrezione. Grazie allo Spirito Santo che lo ha santificato. Lo Spirito che lo ha trasformato e in un certo senso divinizzato. Secondo Paolo¸ e qui sbaglia¸ Gesù durante la sua vita terrena non ha fatto niente di importante¸ ma è diventato Figlio di Dio con potenza¸ cioè che ottiene risultati¸ che ha il potere di cambiare le cose¸ soltanto dopo la morte. Quali conseguenze traggo. Se Paolo ha diffuso il cristianesimo ignorando i miracoli¸ le parole pronunciate da Gesù¸ se ha insistito soltanto su questa divina potenza della risurrezione¸ allora vuol dire che può esistere un cristianesimo che non conosce per esempio la nascita verginale¸ di cui Paolo non parla mai¸ che non conosce il battesimo di Giovanni il battista¸ che non conosce le parabole. Vi rendete conto di come è rivoluzionario questo testo? Cristo è diventato potente mediante quello Spirito che lo ha reso quello che prima non era. E quello che conta è questo Spirito nuovo. Noi stiamo facendo il contrario¸ io sto facendo il contrario nelle mie prediche¸ prendo il Gesù terreno come modello di vita. Ma che cos´è che ha reso il Gesù terreno modello di vita? Quello che è diventato dopo la risurrezione; è in quel momento che Gesù Cristo è stato riconosciuto come Dio. Paolo purtroppo ha tralasciato tutte queste cose. I vangeli invece ci hanno parlato del Gesù terreno¸ e il Gesù terreno era uno che agiva come uomo¸ e noi abbiamo bisogno di imitare questo uomo Gesù terreno¸ e consideriamo i vangeli infinitamente più importanti delle lettere di Paolo. Le lettere di Paolo¸ pur essendo piene di tanta enfasi¸ sono lettere che presentano una visione parziale¸ e direi una visione eccessivamente risuscitata¸ dove solo la risurrezione è quella che dà a Gesù la possibilità di farci capire qualcosa della vita¸ ignorando tutto il resto. Oggi abbiamo bisogno del contrario. Paolo è stato cristiano a metภha ignorato completamente il Gesù terreno. Noi oggi siamo in una cultura del tutto opposta. Un sacco di gente ascolterebbe con piacere quello che fa il Gesù terreno¸ ma non si capacita che possa esistere un Gesù risuscitato. E´ il contrario di quello che c´è qui; il mondo di oggi è disposto a dire che Gesù è importante perché è vissuto cosí¸ perché ha detto questo¸ perché è morto (e questo l´ha capito anche Paolo¸ ma si è limitato al morire¸ non a quello che ha preceduto il morire¸ e il morire è quello che lo spinge in alto nella risurrezione). Se oggi la situazione è il contrario¸ allora bisogna di nuovo aggiornare il discorso. Se trovo una persona che mi dice: i vangeli sono una meraviglia¸ quando li leggo mi sento a mio agio¸ sento delle parole che mi colpiscono¸ sento consigli e frasi che non dimenticherò mai¸ e io gli dicessi che Gesù è Dio¸ quello mi direbbe: non lo dica¸ perché non ci credo¸ come fa un uomo ad essere Dio¸ cosa mi interessa poi¸ se lei mi dice che è Dio¸ e che quello che ha fatto l´ha fatto perché è Dio¸ non mi serve più¸ io ho bisogno che Gesù mi insegni quello che anch´io come uomo posso fare¸ lo Spirito di santificazione deve aiutarmi quaggiù¸ a sopportare mia moglie¸ mia suocera¸ i compagni di lavoro¸ quelli che mi portano via lo stipendio¸ quelli che mi maltrattano per la strada¸ che me ne frega a me che ci sia la risurrezione¸ se ci sarà bene¸ ma ho bisogno di aiuto adesso¸ a me interessa il Gesù terreno. E´ esattamente il contrario di quello che fa Paolo¸ ma è altrettanto legittimo. Questo testo mi autorizza a dire che se una persona mi dice¸ non mi tiri fuori che Gesù è Figlio di Dio e che c´è la Trinità e altre cose perché non mi interessano¸ io come prete tradizionale dovrei non poter dare l´assoluzione¸ la comunione¸ battezzare i figli¸ perché non sei cristiano¸ ma io mi rifiuto di fare questo. Perché come Paolo ha visto le cose a metภal contrario di quella metà ha diritto di vederle il giovanotto di oggi che fa battezzare i suoi bambini. Perché le due cose possono state separate¸ come lo sono state al tempo di san Paolo. San Paolo se venisse qui oggi e dicesse quello che ha scritto qua¸ ignorando tutta la vita terrena di Gesù¸ e se non dicesse chiaramente che Gesù è Dio¸ come fa lui che si limita a dire che è l´immagine del Dio invisibile¸ che è il riflesso della luce divina¸ non che è la luce¸ oggi sarebbe eresia. Là c´era troppo tanto da una parte e troppo poco dall´altra. Oggi è il contrario. Questo ci rende più liberi¸ più capaci di adattare alla situazione delle persone la presentazione di come stanno veramente le cose. La teologia è riuscita a metterle insieme tutte¸ ma l´uomo non riesce a capirle tutte in una volta. Paolo aveva capito la metà di sopra¸ quella dei cieli¸ oggi abbiamo bisogno che la gente capisca e si accontenti di quella della terra. Mezzo cristiano su¸ mezzo cristiano giù¸ di cristiani interi non ce ne sono.