» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia V Dom. di Quaresima - Anno A del 13 marzo 2005

Pubblichiamo sia una breve sintesi che il testo integrale dell´omelia odierna. ************************************************************** Rinnoviamo l´invito a chi desiderasse effettuare la trascrizione di una o piu´ future omelie a scriverci utilizzando la mail disponibile nella sezione contatti. ************************************************************** 13 Marzo 2005 – V QUARESIMA A; Ez 37¸12-14; Rm 8¸8-11; Gv 11¸1-45 La samaritana riceve in dono l´acqua¸ segno che in Gesù si apre la via della vera religione. Nella guarigione del cieco dalla nascita è il problema della conoscenza e delle capacità dell´uomo di individuare dove sta la verità. Adesso Giovanni dice che Gesù non è soltanto l´acqua della sapienza¸ la luce delle menti¸ ma è la vita che vince la morte. E´ il massimo che si può dire di Gesù; non si può andare oltre. Se sapienza e possibilità di conoscere le può dare anche l´intelligenza umana¸ il fatto di vincere il blocco fisico della morte può essere attribuito soltanto a Dio. Il problema vero però è¸ per l´ascoltatore¸ se è vero o no che Lazzaro è stato risuscitato dai morti. Se è vero perché Matteo¸ Marco e Luca non raccontano l´episodio? Raccontano tutti e tre la risurrezione della figlia di Giairo e la raccontano in un modo tale da permettere al lettore di pensare che si trattava degli ultimi istanti di vita di quella bambina. Lazzaro è un uomo adulto¸ da quattro giorni nel sepolcro. La bambina veniva guarita pochi minuti dopo la sua morte. D’accordo¸ non cambia niente! Luca racconta anche la guarigione del figlio della vedova di Naim¸ mentre stavano portandolo al sepolcro. Quello che differenzia il testo di Giovanni su Lazzaro è che Giovanni insiste in maniera perfino esagerata sul fatto che il cadavere di Lazzaro stava già incominciando a decomporsi. Per dire che la potenza di Gesù è arrivata non a bloccare il processo della morte¸ ma è arrivata all´impossibile. C´è una differenza qualitativa tra la guarigione e il risuscitamento. La guarigione rimane nell´ambito delle possibilità che Dio ha affidato alla natura¸ che qualche volta ha la capacità di riprendersi. Giovanni nel suo modo prescientifico di parlare vuol dire proprio che Gesù non ha compiuto soltanto quelle resurrezioni come le raccontano gli altri evangelisti¸ che possono far pensare che ha preso l´ultima scintilla di vita¸ l´ha accesa¸ e quel bambino e quella bambina hanno ripreso il loro vigore¸ ma è intervenuto dove umanamente non c´era nessuna speranza. E´ arrivato a scavalcare la soglia dell´impensabile¸ dell´irrazionale e dell´impossibile. Il testo di Giovanni¸ utilizzato nell´antica quaresima¸ vuol dire a quegli adulti che volevano farsi battezzare che ciò era possibile solo alla condizione che credessero che Gesù¸ essendo Dio¸ ed essendo Dio che ci vuol bene fino a questo punto¸ essendo un Dio che è interessato all´esistenza umana con una passione straordinaria per l´uomo¸ è capace di fare l´impossibile e l´incredibile. La richiesta che si faceva ai battezzandi non era di credere alla risurrezione di Lazzaro¸ ma di credere che quello che il racconto vuol fare capire è che Dio¸ come lo pensa Gesù¸ è talmente innamorato dell´uomo¸ come diceva Caterina da Siena¸ che per aiutare l´uomo è disposto all´incredibile e all´impossibile. Questa è la sostanza del fatto. L´oggetto in cui dobbiamo credere non è la risurrezione di Lazzaro ma che Gesù è disposto a fare anche moltissime altre cose a favore della permanenza eterna dell´individuo umano che Gesù ama. L´oggetto della fede è Cristo¸ non il dato di fatto. Nel testo questo c´è¸ tra le righe¸ in molti punti. Nel dialogo con Marta quando questa dice che Lazzaro risusciterà nell´ultimo giorno Gesù dice - Io sono la risurrezione e la vita-. Questo è il punto chiave. Quello che bisogna credere non è una dottrina¸ un dogma¸ un´affermazione¸ è la persona di Gesù¸ la sua volontà che è la volontà del Padre di essere a favore dell´uomo¸ dell´uomo che crede e ama. Del credente¸ non di ogni uomo. Lazzaro è risorto perché tra i due c´era amore che li congiungeva. Giovanni insegna l´impegno di Dio per i credenti¸ non per tutti gli uomini. Non perché l´uomo è uomo¸ ma perché l´uomo ha capito chi è Gesù Cristo viene salvato. E´ un favore personale. Da qui non si deduce che Dio è disposto a far risorgere gli uomini; è disposto a far risorgere quegli uomini che hanno dato la vita per lui come lui l´ha data per loro¸ quelli che sono in intima unione di fede e di amore con lui. Alcuni risorgono¸ non - tutti risorgono-. Secondo Giovanni. -Credi tu questo-? Cosa risponde Marta? Non - Credo che risorgerà-¸ ma - Si¸ o Signore¸ credo che Tu sei il Cristo¸ il Figlio di Dio che deve venire nel mondo-. Cioè - Io credo alla tua persona-. Allora dopo si può fare la sceneggiata con il morto che esce; la sostanza però è questa. Diventare cristiani e farsi battezzare vuol dire arrivare a questo culmine di rischio di credere che in Gesù Cristo appare la disponibilità di Dio di scavalcare l´impossibile¸ l´incredibile¸ impensabile¸ inimmaginabile per coloro che sono disposti a credere in questo suo amore. I testi della liturgia slittano – Guarda i tuoi figli morti a causa del peccato-. - Estende a tutta l’umanità ( che crede- si dovrebbe aggiungere) la sua misericordia¸ e con i suoi sacramenti ci fa passare dalla morte alla vita-. Come dire che la risurrezione di Lazzaro è simbolo della risurrezione sacramentale. Come nella lettera di Paolo: la vita mediante lo spirito è prima di tutto la conversione cristiana¸ la comprensione delle cose¸ l’acqua e la luce. Il Vangelo dice esplicitamente che c’è anche la speranza di un ritornare in vita alla fine. *********************************************************************** TESTO INTEGRALE La samaritana ricevette in dono l’acqua che era simbolo della sapienza¸ e questo non era un miracolo¸ ma semplicemente un segno che voleva dimostrare che¸ appunto¸ in Gesù si apriva la via della vera fede¸ della vera religione. Domenica scorsa¸ per dire che Gesù era la luce¸ Giovanni aveva invece raccontato la guarigione di uno che era cieco dalla nascita¸ ma in quel racconto il miracolo passava in secondo piano perché era raccontato all’inizio¸ poi¸ tutto il resto¸ era una discussione con i farisei appunto sul problema della conoscenza e delle capacità dell’uomo di individuare dove sta la verità. Adesso¸ Giovanni giunge all’apice perchè dice che Gesù non è soltanto l’acqua della sapienza¸ non è soltanto la luce delle menti¸ ma è la vita che vince la morte¸ come si ripeterà e si canterà il giorno di Pasqua “La vita che vince la morte” – è ritmico e quindi fa bell’effetto. Ed è il massimo che si può dire di Gesù¸ non si può andare oltre¸ non c’è più di questo. Se si poteva pensare che sapienza e possibilità di conoscere le può dare qualunque filosofo¸ le può dare anche l’intelligenza umana¸ quando è al massimo della sua luciditภil fatto di vincere il blocco fisico della morte può essere attribuito soltanto a Dio. Quindi in questo senso¸ con questo racconto di Lazzaro¸ Giovanni vuol dire che Cristo è Dio. Non c’è dubbio¸ non c’è la parola¸ non c’è il termine¸ ma tutto il resto¸ tutto quello che era stato detto prima¸ ripeto¸ si può attribuire ad una genialità eccezionale umana¸ ma la vittoria sulla morte no. Ma il problema non è questo. Io ho l’impressione che anche se su questo che sto per dire si slitta sempre¸ quando se ne parla¸ cioè si scavalca il problema. Il problema vero per l’ascoltatore è un altro cioè: è vero o no che Lazzaro è stato risuscitato dai morti? Lo so che di queste cose non bisognerebbe parlare nell’omelia perché sono riflessioni¸ ricerche che dovrebbero essere fatte in un altro ambiente¸ in un ambiente di studio¸ di dibattito. D’altra parte¸ siccome noi ci vediamo soltanto qui perché l’unico spazio di tempo che voi dedicate alla ricerca sui problemi religiosi è il tempo della Messa domenicale¸ questi problemi¸ che sono i problemi capitali¸ bisogna per forza affrontarli nel corso della Messa domenicale. E’ vero che Lazzaro è stato risuscitato da morte o è invenzione dell’evangelista Giovanni? Perché la cosa cambia. Se è vero che Gesù ha risuscitato Lazzaro perché Matteo¸ Marco e Luca non lo raccontano? Matteo¸ Marco e Luca raccontano tutti e tre la risurrezione della figlia di Giairo. Lo raccontano in un modo tale che permette al lettore che vuole¸ di pensare che si trattava degli ultimi istanti di vita di quella bambina. Non dico di morte apparente perché è un concetto complicato e che probabilmente l’antichità non sapeva decifrare. Lazzaro è un uomo adulto¸ è da quattro giorni nel sepolcro. La bambina di Giairo veniva guarita¸ ripeto¸ dopo pochi minuti dopo la sua morte Lo so che non cambia niente¸ lo so bene. Luca racconta anche la guarigione del figlio della vedova di Nain mentre stavano portandolo al sepolcro. Anche qui non cambia niente. Se queste risurrezioni sono avvenute¸ sono dei fatti inconcepibili dalla ragione. Quello che differenzia il testo di Giovanni su Lazzaro rispetto ai due della figlia di Giairo e del figlio della vedova di Nain è che Giovanni insiste¸ come avete visto¸ in maniera perfino esagerata¸ sul fatto che il cadavere di Lazzaro stava già cominciando a decomporsi e¸ quindi¸ vuole insistere sul lettore nel dire che la potenza di Gesù è arrivata non direi a bloccare il processo della morte quando forse era ancora possibile perché¸ per usare un nostro modo di parlare volgare¸ se volete¸ il cadavere era ancora caldo o quasi¸ ma qui si insiste nel dire che “manda già cattivo odore”. Quindi¸ vi è direi un’intenzione ben precisa dell’evangelista di dire: “Guardate che Gesù è arrivato all’impossibile”. Perché è questo il problema. Un uomo dei nostri tempi (non c’è bisogno di essere scienziati) capisce e comprende che c’è una differenza qualitativa innegabile tra la guarigione e il risuscitamento¸ perché la guarigione rimane nell’ambito delle potenzialità che Dio (io parlo da credente e non da scienziato) ha affidato alla natura. La natura molte volte è capace di guarire¸ di riprendersi. Ho l’impressione però che sia¸ ripeto¸ qualitativamente diverso anche se ragiono non da scienziato perché non lo sono¸ ma da semplice credente di buon senso. E’ qualitativamente diverso quando è già iniziato quel processo assolutamente irreversibile della decomposizione del cadavere. E’ una variante del proverbio sciocco “Finché c’è vita c’è speranza”. Ma quando la vita veramente sotto ogni aspetto è non solo terminata ma retrocede¸ si trasforma¸ allora siamo all’impossibile. Giovanni nel suo modo antico di parlare che assomiglia a quello che sto usando io adesso¸ cioè nel suo modo pre-scientifico di parlare¸ vuol dire proprio questo: “Guardate che Gesù non ha compiuto soltanto quelle risurrezioni come le raccontano Matteo¸ Marco e Luca¸ che possono far pensare che ha preso l’ultima scintilla di vita che era ancora lí¸ latente¸ l’ha accesa e quel bambino e quella bambina hanno ripreso il loro vigore giovanile. Ma è intervenuto laddove non c’era più umanamente nessuna speranza. E’ arrivato a scavalcare la soglia dell’impensabile¸ dell’irrazionale e dell’impossibile”. Questo vuol dire Giovanni nel suo testo. Qualche autore pensa che per il desiderio di dire questo ha inventato molti particolari in questa storia. Lo so che è tabù usare la parola inventare¸ d’altra parte la cosa non cambia perché se il fatto è veramente successo¸ cosí come lo descrive Giovanni¸ bisogna spiegare perché Marco¸ Matteo e Luca l’hanno ignorato dal momento che¸ invece¸ era un fatto capace di far colpo per chiunque. Ma lasciamo perdere questo problema storiografico. Se il fatto è veramente accaduto¸ è comunque l’impossibile che si è verificato. In altre parole¸ Giovanni vuol dire ai suoi lettori¸ a quei famosi adulti che volevano farsi battezzare¸ “Guardate che se voi volete farvi battezzare legittimamente¸ noi vi battezziamo soltanto a questa condizione: che voi crediate che Gesù¸ essendo Dio che ci vuol bene fino a questo punto – perché bisogna anche precisare questo – non basta la parola “Dio” essendo un Dio che è interessato all’esistenza umana con una passione straordinaria per un uomo¸ è capace di fare l’impossibile e l’incredibile. Se non credete questo¸ non vi battezziamo”. Questo è il punto a cui arriva il testo di Lazzaro utilizzato nell’antica Quaresima. “Siete disposti a questo?” Bisogna rendersi conto fin dove arriva la pretesa del Nuovo Testamento – non della Chiesa – del Nuovo Testamento. Perché anche nel mondo antico uno che legge questo racconto dice: “Ma non è possibile!” e il Vescovo battezzatore gli dice: “D’accordo¸ se non è possibile torna a casa tua¸ vieni l’anno venturo perché se tu vuoi farti battezzare¸ quest’anno nella notte di Pasqua¸ devi credere – attenti bene – non devi credere che Lazzaro è risorto¸ questo non conta niente¸ questo puoi anche non crederlo¸ ma devi credere che¸ in ogni caso¸ quello che il racconto vuol farti capire……E’ un racconto inventato? Passi! Ma quello che il racconto inventato vuol farci capire è che tu devi credere”. Ripeto quello che ho detto prima¸ che Dio come lo vuole Gesù¸ come lo pensa Gesù¸ è talmente¸ come diceva Caterina da Siena¸ è talmente innamorato dell’uomo “Filo captus” – diceva lei - mettendo insieme greco e latino in un modo interessantissimo di usare la lingua italiana nel 1340. Era “Filo captus”: era catturato dall’amore che per aiutare l’uomo è disposto all’incredibile e all’impossibile. Questa è la sostanza del fatto. Detto con le parole tecniche dei teologi¸ l’oggetto in cui dobbiamo credere non è la risurrezione di Lazzaro. A me non importa nulla se uno dice che il racconto è inventato. Anzi. A pensarci bene il racconto inventato aggrava la difficoltà dell’atto di fede perché tu devi credere che Gesù è disposto a fare anche moltissime altre cose¸ ben diverse da queste qui¸ ma che¸ in ogni caso¸ sono a favore della permanenza eterna dell’individuo umano che Gesù ama. Non sarà risurrezione¸ sarà un’altra cosa che non so cosa sia¸ ma tu devi credere che l’amore di Dio giunge al punto di arrivare all’incredibile e all’impossibile per amore dell’uomo. L’oggetto della fede è Cristo¸ non il dato di fatto. E nel testo questo c’è¸ c’è tra le righe in molti punti. Il testo è macchinoso perché Giovanni è pieno di buone intenzioni di comunicatore ma - molti esegeti la pensano diversamente. Secondo me è un imbranato scrittore incapace di attuare il progetto letterario che ha in mente quindi i suoi testi sono oscuri¸ complicati¸ contorti. Si percepisce l’intenzione¸ ma manca l’abilità. Però c’è un punto dove¸ quasi quasi¸ ci riesce. Quando Marta dice: “Se fossi stato qui non sarebbe morto”. Lui dice: “Ma tanto risusciterà” e Marta risponde con il suo catechismo ebraico¸ farisaico: “Lo so che risusciterà nell’ultimo giorno” e Gesù dice: “No¸ io sono la risurrezione e la vita¸ lascia perdere l’ultimo giorno¸ io”. E’ questo il punto chiave dove Giovanni riesce ad esprimersi. Quello che bisogna credere non è una dottrina¸ un dogma¸ una affermazione¸ è la persona di Gesù¸ la sua volontà che è la volontà del Padre di essere a favore dell’uomo¸ dell’uomo che crede e ama¸ attenti bene¸ del credente¸ non di ogni uomo. Lazzaro è risorto perché tra i due c’era amore che li ricongiungeva. Giovanni insegna che l’impegno di Dio per i credenti¸ non per tutti gli uomini come si dice oggi¸ non perché l’uomo è uomo ma perché l’uomo ha capito chi è Gesù Cristo viene salvato. E’ un favore personale. Da qui non si deduce che Dio è disposto a far risorgere gli uomini¸ è disposto a far risorgere quegli uomini che hanno dato la vita per lui come lui l’ha data per loro. Quelli che sono in intima unione di fede e di amore con lui¸ alcuni risorgono¸ non tutti risorgono¸ secondo Giovanni s’intende. E anche questo è complesso: “Io sono la risurrezione e la vita¸ credi in questo? Perché se non credi chiudiamo¸ me ne vado¸ finito!” E cosa risponde Marta¸ furba intelligente¸ nel testo s’intende¸ non “Credo che risorgerà” ma “Si¸ Signore¸ io credo che tu sei il Cristo¸ il figlio di Dio che deve venire nel mondo”. Parole analoghe a quelle della samaritana cioè: “Io credo alla tua persona”. Allora d’accordo¸ andiamo al sepolcro partiamo e si fa la sceneggiata della risurrezione con il morto che esce. Ma la sostanza è questa. Ecco¸ immedesimatevi in quello che dicevo prima. L’adulto viene e dice: “Vorrei farmi battezzare” e il vecchio Vescovo di allora gli dice: “Un momento¸ sai cosa vuol dire farsi battezzare? Vuol dire credere cosa?” Credere che in Gesù Cristo appare la disponibilità di Dio di scavalcare l’impossibile¸ l’incredibile¸ l’assurdo – assurdo non sarebbe corretto dirlo¸ speculativamente parlando – assurdo no¸ ma quello che rasenta¸ perché è impossibile¸ incredibile ma è accaduto¸ impensabile¸ inimmaginabile. Ecco¸ Dio disposto a fare questo per coloro che sono disposti a credere in questo suo amore. Diventare cristiani e farsi battezzare vuol dire arrivare a questo culmine di rischio. Io le cose le dico in maniera sfacciata¸ in maniera morbida¸ fluttuante¸ fluida¸ diplomatica lo dicono i testi della Liturgia. “Guarda la afflizione della Chiesa che piange e prega tutti i suoi figli morti a causa del peccato…….” Vedete che slitta? Dice: “Lascia perdere¸ non si parla della risurrezione fisica di un corpo: è una metafora”. E questo è un modo di non prendere le cose di petto come piace fare a me¸ ma di scivolare sul romantico. La stessa cosa la sentirete nel prefazio dove si dice che questo miracolo è segno. Lo sentirete¸ il prefazio è un testo solenne¸ è il momento culminante della Messa dove si dice….E’ bella¸ intelligente la cosa ma slitta sul metaforico. Quindi è come dire che la liturgia vi invita a dire: “Se non credete al fatto di Lazzaro non preoccupatevi. Non ci credo nemmeno io ma dovete credere a qualcosa d’altro”. Solo che il qualcosa d’altro è espresso in maniera cosí morbida da non essere ben chiaro. Io ho cercato di esprimerlo in maniera netta che cos’è il di più a cui bisogna credere¸ al di là del fatterello. Bisogna credere a questa disposizione di Dio all’impossibile per amore nostro che nel prefazio verrà detta sem9plicemente con la formula che è quella poi della Seconda Lettura di Paolo “Estende a tutta l’umanità la sua misericordia e con i suoi sacramenti ci fa passare dalla morte alla vita”. Vedete come slitta. “Estende a tutta l’umanità…” Non è vero questo¸ non è giusto “A tutta l’umanità che crede la sua misericordia” e con i suoi sacramenti ci fa passare dalla morte alla vita. Come dire¸ la risurrezione di Lazzaro è il simbolo della risurrezione sacramentale di quel passaggio dalla morte alla vita¸ di cui simbolicamente parlava anche San Paolo nella Seconda Lettura “Colui che ha risuscitato Gesù Cristo dai morti abita in voi e darà la vita ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito”. Questa vita per mezzo dello Spirito è prima di tutto la conversione cristiana¸ la comprensione delle cose¸ l’acqua e la luce. C’è anche la speranza di un ritornare in vita alla fine. Questo dice esplicitamente il Vangelo. “Guardate che l’amore di Dio non ha limiti e non ha ostacoli. O credete a questo impossibile oppure non fatevi battezzare”. Ecco qual è la direzione dove ci spinge la lettura di questo testo.