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Omelia III Dom. di Quaresima, Anno A del 27 febbraio 2005

Chi e´ disponibile ad effettuare le trascrizioni lo puo´ fare presente utilizzando la mail nella sezione contatti. Pubblichiamo una sintesi dell´omelia odierna. 27 Febbraio 2005 - III QUARESIMA A - Es 17¸3-7; Rm 5¸1-2.5-8; Gv 4¸5-42 In questo anno del ciclo liturgico si leggono questi tre episodi del Vangelo di Giovanni: la Samaritana¸ il cieco nato e la resurrezione di Lazzaro. Questi tre personaggi servivano quando la quaresima aveva un carattere battesimale: era il periodo in cui gli adulti che volevano diventare cristiani si preparavano al battesimo che avrebbero ricevuto nella notte di Pasqua. La quaresima non è nata come periodo di penitenza¸ ma come periodo di preparazione degli adulti al battesimo. Quando¸ già nel tardo medioevo¸ non c´erano più adulti da battezzare perché tutto il mondo era diventato cristiano e si è diffusa l´usanza di battezzare i bambini¸ la quaresima ha assunto un significato di tipo penitenziale: tutti quegli adulti che hanno tradito il loro battesimo¸ compiendo dei gravi peccati¸ in questo periodo quaresimale si pentono delle loro colpe¸ fanno un programma anche esterno di penitenza¸ e la notte di Pasqua vengono riammessi alla piena comunione con la chiesa e ricevono l´Eucaristia e rinnovano l´impegno battesimale. La scelta delle letture è di tipo promozionale¸ se non addirittura propagandistico: se si aderisce a Cristo si risolvono i problemi della vita¸ l´uomo ritrova la pienezza della sua umanitภnon avrà più sete. Cristo è colui che sazia¸ che nutre veramente. In un certo senso è la ripresa giovannea del tema della prima tentazione: - Hai fame-? - Il vero nutrimento è nutrirsi della parola di Dio-. -L´acqua che io ti do è lo Spirito Santo-. Perché la vera sazietà viene dall´incontro con Dio. Domenica prossima la metafora sarà: tutti noi ci vediamo più o meno con gli occhi¸ ma la vera realtà delle cose è difficile da scoprire. Siamo allo stesso tempo tutti dei ciechi. Chi è che dà la luce? Gesù Cristo illumina. La luce per capire viene da Dio. Il tema di Lazzaro tocca il punto più tragico. Tutti nel nostro modo di vivere siamo condizionati dal fatto di sapere che "siamo per la morte". Gesù si presenta come colui che dice - Io sono la resurrezione e la vita-. Cristo sblocca questi freni che si trovano nella vita¸ tutte le limitazioni che vengono dalla "limitatezza" della condizione umana. Sono letture propagandistiche. Più che il ristoro dato agli affaticati e stanchi dei sinottici¸ qui¸ in Giovanni¸ è data pienezza di vita¸ luce che illumina. Gesù fa camminare i morti! E´ l´attrazione del bello¸ del positivo¸ del forte che c´è nel cristianesimo¸ sfruttando la simbologia del pane e del vino che sono l´elemento caratterizzante dell´ Eucaristia¸ la simbologia del nutrimento e¸ mediante l´immagine del vino¸ anche dell´allegria¸ dell´entusiasmo. Oggi noi uomini moderni facciamo fatica a sentire sete di Dio. Mentre il mondo antico era ancora convinto che gli dei avrebbero portato all´uomo la soluzione dei problemi¸ e cercavano¸ come la samaritana¸ come fare ad adorarli in maniera giusta¸ noi non ci aspettiamo più la soluzione dei nostri problemi dal divino¸ ma dalla medicina¸ dalla scienza¸ dalla tecnica¸ dalla ecologia. E´ giusto¸ perché a livello immediato sono queste le cose da fare. Ma il problema è che la medicina¸ la tecnologia¸ le fonti rinnovate aiutano nell´immediato a procurarsi tutte quelle realtà materiali da consumare che sono utili per la vita. Quello che non riescono a fare è il sostegno della nostra forza interiore¸ è il coraggio¸ è la fiducia¸ è la speranza¸ è la capacità di resistere con la forza dello spirito¸ anche quando il corpo non ce la fa più¸ è l´equilibrio mentale¸ la capacità di continuare con intelligenza¸ prudenza¸ equilibrio a fare le cose. Solo le religioni possono sperare di dare questo¸ e tra le religioni¸ dice Giovanni¸ solo¸ lui dice solo¸ se non volete dite soprattutto¸ quella che Cristo ha portato. L´uomo ha infinite possibilità di migliorare un´infinità di situazioni e di risolvere un´infinità di problemi tecnico-concreti. L´area su cui Dio solo sembra capace di far qualcosa di positivo è l´identità della persona¸ il sostegno profondo alla forza e al coraggio di vivere del nostro io. Qui il vero salvatore¸ quello che dà l´acqua che risana¸ è solo uno: Gesù Cristo.