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Omelia I AVVENTO C del 2 dicembre 2018

2 dicembre 2018 - I AVVENTO C - Ger 33¸14-16; 1Ts3¸12-4¸2¸ Lc 21¸25-28.34-36 Abbiamo letto due pezzetti del discorso sulla fine¸ che c´è nei tre Vangeli sinottici. Questo discorso è completamente assente nel quarto Vangelo. Quindi vuol dire che è uno dei modi possibili per pensare come descrivere la fine della storia. Nel quarto Vangelo la venuta del Signore è descritta in altro modo¸ sostenendo che il Signore è in continuo contatto con tutti quelli che credono¸ abita continuamente in mezzo a noi¸ continuamente dona a noi il suo Spirito. Questa idea è presente anche nella finale del Vangelo di Matteo: io sono con voi tutti i giorni¸ fino alla fine del mondo. Quindi non viene alla fine; è presente con noi. Questo discorso sulla fine è con ogni probabilità un´invenzione della chiesa antica che voleva che gli ebrei accettassero l´importanza di Gesù. Siccome gli ebrei si aspettavano catastrofi finali¸ e c´era tutta una letteratura cosiddetta apocalittica¸ si crea un discorso che si mette in bocca a Gesù¸ per far capire che lui eventualmente sarà il protagonista di questa fine¸ come loro la immaginavano. Non hanno l´intenzione di affermare che sarà cosí¸ cercano solo di modificare la visione¸ diffusa tra l´ebraismo¸ che prevedeva questo crollo delle potenze celesti¸ distruggere questo mondo per creare un mondo completamente nuovo. I cristiani¸ che volevano dire che è Gesù che ci aiuta¸ dovevano pure inserire nella loro predicazione agli ebrei qualcosa che assomigliasse a questa loro visione di una catastrofe perché poi tutto rinascesse di nuovo. Come era accaduto dopo il diluvio. Però alla fine del discorso hanno inserito qualcosa di più umano e concreto¸ che riflettesse il modo di pensare e di agire di Gesù. Come dice il salmo¸ il Signore che viene e porta giustizia¸ perché aiuta i poveri¸ il Signore che perdona. Questo era Gesù. Infatti Luca dice: quando cominceranno ad accadere queste cose risollevatevi¸ perché la vostra liberazione è vicina. Come dire: quando il Signore viene¸ viene a darci una mano; e per questo state attenti a voi stessi. Un po´ come diceva la prima lettura¸ parlando di un germoglio di giustizia. Geremia si aspettava che Dio facesse nascere un piccolo virgulto¸ un inizio¸ un germoglio nuovo sulla vecchia pianta¸ e si ricomincia da capo. L´Avvento deve scegliere questa strada¸ non è l´attesa di fulminanti catastrofi¸ non è Gesù che viene sulle nubi del cielo¸ immagine oggi cordialmente ridicola; ci accontentiamo di un germoglio che è già qui¸ che sta nascendo in mezzo a noi¸ che è quel desiderio di miglioramenti piccoli¸ parziali¸ per i quali combattiamo¸ purché si abbia la capacitภcome si dice qui¸ di non essere spaventati dagli affanni della vita. Sfuggire a ciò che sta per accadere non sono fenomeni esteriori¸ ma il ricadere sempre negli errori degli uomini nelle loro scelte. Conserviamo l´immagine del germoglio: una piccola pianticella che va protetta. Questo è aspettare il futuro di Dio. Proteggere tutti i piccoli germogli di bontà che incontriamo nella nostra vita. Questo è l´avvento cristiano.