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Omelia CRISTO RE B del 25 novembre 2018

25 novembre 2018 - CRISTO RE B - Gv 18¸33b-37 Il brano di Vangelo è una parte della storia del processo di Gesù. Riflettiamo sulla attribuzione a Dio e a Gesù del titolo di re. Già nell´a.t. si è scelta la figura del re come una delle buone immagini per indicare la realtà di Dio. E´ stato ripreso nel Nuovo Testamento¸ e Gesù stesso ha parlato del regno di Dio¸ e ha usato la metafora del regnare per indicare il modo di comportarsi di Dio. Gesù si è adattato al modo di pensare del suo tempo. E´ vero che accetta l´espressione regno di Dio¸ però preferisce il termine padre. Quando pregate dite: Padre.... Oggi ridurre la figura di Dio¸ la realtà incommensurabile del divino a un titolo che raffigura un potere politico militare mi pare inopportuno. I re attuali per di più hanno una funzione simbolica. Dire che Dio si deve trattare come si tratta un re è una debolezza dei sistemi religiosi. Nel Vangelo di Giovanni il termine regno di Dio non esiste¸ non si definisce mai Dio come re. In questo contesto¸ nel dialogo con Pilato¸ Giovanni usa il termine regno di Dio¸ e qui sembra che Gesù accetti di essere chiamato re. Cerca però di spiegare in che senso lui è re. Nell´ultima parte dice che è venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità; in greco: testimoniare alla verità. Come se la verità fosse a lui superiore. Non dice testimoniare la veritภcioè dire cose vere¸ ma mettermi a servizio della verità. Bisogna ricordare quello che dicevamo di Giovanni quando parlavamo della moltiplicazione dei pani: il mio corpo è vero cibo¸ il mio sangue è vera bevanda. Vero vuol dire che è qualcosa di più di quello che è il cibo e la bevanda. È il significato profondo e nascosto delle cose. Quello che appare e viene riconosciuto come un valore¸ spesso non lo è¸ mentre è un valore maggiore quello che l´uomo non considera tale. Superare i luoghi comuni¸ il pregiudizio¸ è rendere testimonianza alla verità. Per esempio dire che che non è la ricchezza la vera felicitภma lo è di più la povertภcome Gesù ha fatto continuamente. Quando ha detto che avere fame e sete della giustizia¸ anche se non la si ottiene¸ è già una beatitudine¸ che sopportare pazientemente è già un risultato positivo¸ questa è testimonianza alla verità. Smascherare la superficialità dei luoghi comuni. In questo senso Gesù è colui che diventa re degli uomini e dell´universo¸ perché è colui che fa nascere il dubbio¸ fa in modo che le persone si interroghino sempre. Tutti sono alla ricerca di qualcosa che sfugge¸ nessuno è re¸ neanche il Gesù terreno¸ che per farsi capire ha dovuto molte volte parlare come parlavano i suoi contemporanei¸ per poi magari¸ in un passo successivo¸ dire il contrario¸ perché ci si accorgesse che il problema rimaneva aperto. La ricerca umile¸ la mutua correzione¸ lo scambio dei pareri¸ il dialogo¸ anche fatto combattendo fortemente¸ ritenendo che le conclusioni sono sempre provvisorie e rivedibili. Questa è la regalità che non assolutizza nulla. Notate che dice chiunque è dalla veritภnon chi possiede la verità. Cioè colui che è attirato dalla veritภma non la possiede. Perché la verità è Dio stesso¸ il mistero irraggiungibile.