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Omelia XXIII DOM.T.O. B del 9 settembre 2018

9 settembre 2018- XXIII DOM.T.O. B- Mc 7¸31-37 Questo brano di Vangelo è molto importante¸ ed è stato molto studiato. Segue immediatamente l´incontro con la donna cananea di domenica scorsa. Tornando da quell´incontro¸ Gesù si inoltra in una regione abitata prevalentemente da non ebrei¸ da pagani¸ la cosiddetta decapoli¸ una specie di confederazione di dieci città. In realtà erano più di dieci¸ almeno diciotto¸ di lingua greca¸ ciascuna di 2-3000 abitanti¸ ben organizzate¸ con una certa autonomia all´interno del regno di Erode Antipa. Non sappiamo dal testo se le persone che portano il sordomuto sono ebrei che risiedevano in quella zona¸ o se sono dei pagani. La traduzione sordomuto è impropria. La parola greca è la stessa della prima lettura di Isaia¸ non indica il sordomuto dalla nascita¸ indica una persona che fa fatica a parlare e ci sente poco. Se Gesù avesse guarito un sordomuto dalla nascita avrebbe compiuto almeno 5 o 6 miracoli¸ perché il sordomuto avrebbe dovuto anche imparare a parlare. Questo invece parla in aramaico. Il brano che stiamo leggendo è un brano di valore storico indubitabile¸ perché Marco non avrebbe mai inventato il modo di procedere di Gesù¸ come qui è descritto. Loro lo pregano di imporre le mani¸ che è un gesto apotropaico¸ il tentativo di trasmettere una forza positiva. Siamo nell´ambito di quella che volgarmente potremmo chiamare magia¸ la fiducia degli antichi nella capacità di certe parti del corpo di trasmettere dei flussi positivi o negativi a seconda dei casi. Saliva¸ lacrime¸ o certe parti del corpo come i capelli¸ e altre parti che escono dalla struttura di base¸ sembrano essere elementi che hanno la potenza di trasmettere ad altri dei flussi benefici o malefici. Tra questi uno di quelli ritenuti più potenti è la saliva. Il testo non dice che con la saliva gli toccò la lingua¸ il testo greco dice "gli sputò". (Un missionario di fine ottocento racconta che¸ incontrato lo stregone del posto¸ questi per riverirlo gli sputò sulla mano¸ a mo´ di benedizione¸ augurandogli l´aiuto di Dio per la sua missione. Plinio ritiene che con la saliva di una donna digiuna si possa curare il carcinoma.) Gesù sputa¸ e prima di sputare gli mette le dita nelle orecchie¸ quasi a dire di dovergli "rugare dentro"¸ perché è tappato nelle orecchie. Poi con la saliva gli tocca la lingua¸ nel frattempo guarda verso il cielo e sospira. Tutti questi gesti un guaritore antico li avrebbe compiuti. Gesù l´ha fatto perché ragionava anche lui come i suoi contemporanei¸ pensando che per guarire uno che ha delle difficoltà (molti pensano che fosse semplicemente uno che balbettava e ci sentiva poco¸ tanto è vero che alla fine si dice che "si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente") doveva fare le manipolazioni consuete dei guaritori? Certamente non è un testo inventato¸ perché quando si scrivono i vangeli Gesù non è ancora il Dio di Nicea¸ ma è comunque il risorto¸ un semidio; e deve fare le manipolazioni come qualunque stregone? Questo è certamente un episodio storico¸ tanto è vero che Luca non ce l´ha perché tralascia tutto il blocco¸ Matteo¸ che conosce Marco¸ non racconta l´episodio¸ si limita a dire che guarí molti¸ tra cui sordi e ciechi. Quindi Matteo ha letto Marco¸ ma non l´ha riprodotto. Perché? Perché non dice niente di edificante¸ o addirittura perché presenta Gesù come un mago popolare¸ e non come il risorto¸ il figlio di Dio¸ il maestro¸ il creatore del mondo. Per Matteo era un brano scandaloso¸ quindi lo salta. Nasce una questione cristologica: Gesù ha fatto finta di manipolare per farsi capire dalla persona? Poi alza gli occhi al cielo. Vuol fargli capire che se riuscirà a sentirci e a parlare è perché Gesù ha guardato in cielo¸ ha chiesto aiuto? Poi sospira. Alita su di lui come in Giovanni? Dice la parola magica " effatà"¸ in aramaico "sii aperta": speriamo che Dio dia l´ordine di aprirti. Gesù sta recitando o sta vivendo come uomo del suo tempo questa capacità di guarire come un´attitudine sincera? Era immerso talmente nella cultura del suo tempo da ignorare di essere Dio e sentirsi semplicemente un uomo come tutti gli altri? Il problema è cristologico: se è Dio che recita è una farsa¸ se è un uomo che non si sente Dio è una storia commovente. Questo significa l´incarnazione¸ ha veramente rinunciato ad ogni potere¸ si è svestito della divinitภsi è umiliato¸ si è impoverito. Gesù è veramente entrato in quella cultura primitiva che adesso a noi fa un po´ ribrezzo? O fingeva? Questo brano pone la domanda: come devo pensare io chi fu veramente¸ come si comportò davvero il Cristo incarnato? Prescindendo da quello che le teologie posteriori hanno dogmatizzato. Una cosa è certa: Gesù si è rivolto in alto per far capire a quella persona che quando si sentirà guarito è perché lui ha guardato in cielo. Da qui dipende tutto il modo di interpretare il cristianesimo. Cosa vuol dire incarnazione? Quando adesso faremo la comunione vogliamo dire: Gesù entra dentro di me con il tuo modo di essere uomo¸ comunicami il tuo modo di stare al mondo! Non per tornare al mondo di allora¸ ma per immergermi nella realtà complessa del nostro tempo¸ per capirla dall´interno¸ aiutando il mondo cosí come è¸ inventando cose nuove. Questo episodio ha dato origine a quello che si fa nel battesimo quando il prete con il pollice deve toccare le orecchie e la bocca del bambino¸ dicendo: Il Signore ti apra gli orecchi perché tu possa ascoltarlo e poi lodare la sua parola.