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Omelia XVII DOM. T.O. B del 29 luglio 2018

29 luglio 2018- XVII DOM.T.O. B- Gv 6¸ 1-15 Ho letto la moltiplicazione dei pani come la racconta Giovanni¸ ma non intendo spiegare il testo di Giovanni¸ che è del tutto diverso dal racconto della moltiplicazione come è negli altri vangeli. Voglio continuare Marco¸ che abbiamo cominciato a leggere domenica scorsa. Nel Nuovo Testamento ci sono sei racconti della moltiplicazione dei pani; quattro¸ uno per evangelista¸ raccontano la moltiplicazione per cinquemila¸ con dodici ceste di avanzi¸ e sono subito seguiti dall´altro episodio¸ strettamente collegato a quello dei pani¸ di Gesù che cammina sulle acque¸ e solo alla fine c´è la conclusione dell´insieme¸ ed è che i discepoli non avevano capito cosa era successo con i pani. Poi ci sono altri due racconti¸ uno in Marco e uno in Matteo¸ nei quali si parla di una seconda moltiplicazione dei pani a quattromila¸ con sette sporte di avanzi. Questa questione della moltiplicazione dei pani è centrale all´interno del Vangelo¸ perché nessun altro episodio è raccontato un tale numero di volte¸ per di più con delle varianti notevolissime tra un autore e l´altro. Domenica scorsa abbiamo letto l´inizio di tutto questo. Marco ci presenta Gesù il quale è¸ come tutte le persone di questo mondo¸ un uomo¸ un uomo normale¸ il quale nella vita è costretto a reagire a degli imprevisti che continuamente lo sorprendono ( il Gesù di Giovanni sa tutto in anticipo¸ chiede per mettere alla prova¸ perché sapeva quello che voleva fare). Il Gesù di Marco non lo sa; ricordate che¸ appena morto Giovanni il battista¸ tornano i discepoli¸ gli raccontano la predicazione che avevano fatto¸ e lui dice:- Bravi¸ andiamo a riposarci un po´-. Cercano di partire¸ vanno con la barca¸ la folla li vede¸ corre¸ e quando loro sbarcano trovano che c´è pieno di gente. Gesù è stato preso alla sprovvista. Questo per Giovanni sarebbe assurdo. Gesù vuole fare una cosa¸ e gli capita di doverne fare un´altra. Allora¸ dice il testo¸ non avevano neanche più il tempo di mangiare¸ e cosa fa Gesù? C´è la folla¸ si muove a compassione¸ rinuncia al riposo e insegna molte cose. Quindi è costretto¸ deve fare quello che la vita gli impone di fare¸ come capita a tutti noi. Marco fa capire che è una persona la quale si sorprende¸ però alla fine la sua reazione è: mi sacrifico io e accontento gli altri. Capite che è un modo affascinante di rappresentare le cose. Insegna molte cose¸ e non si accorge che è venuto un po´ tardi¸ allora:- Gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo "Il luogo è deserto¸ ed è ormai tardi; congedali in modo che andando per le campagne e i villaggi dei dintorni si comprino da mangiare". Gesù non ci ha pensato; sono gli apostoli che gli dicono: taci un momento¸ è tardi¸ congedali. Qui ci sono particolari interessanti. Marco usa un verbo che vuol dire obbligali ad andar via; Matteo non dice niente; Luca¸ più delicato¸ dice: fai in modo che se ne vadano. Luca aggiunge: che magari trovino anche il posto per dormire. Alla fine il testo aggiunge che sono circa cinquemila persone. Secondo voi cinquemila persone mandate a piedi a Cremona e dintorni trovano da dormire¸ trovano da mangiare? Cinquemila persone dove trovano da mangiare in un villaggio antico¸ alla sera¸ quando tutti stanno già mangiando? Non c´è il supermercato¸ bisogna andare nelle case¸ bussare¸ chiedere. Stiamo leggendo un racconto verosimile¸ o stiamo leggendo un racconto fantastico¸ che vuol dire: altro che Eliseo¸ cento persone! Cinquemila! Il sospetto che ci sia qualcosa di inverosimile viene subito in mente. Ma lui risponde- Date voi a loro da mangiare-. Questa è la frase centrale. Anche questa è sconcertante. Infatti loro rimangono meravigliati¸ e gli dicono:- Dovremmo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?-. Matteo e Luca ignorano la questione sui denari. Stranamente la cifra di 200 denari ci sarà in Giovanni. Facciamo un po´ di conti. Un denaro era il salario giornaliero. Con un denaro al giorno si deve non soltanto mangiare quel giorno. Il denaro al giorno serve per mantenere tutta la famiglia¸ e per tutta la casa. Duecento denari per cinquemila persone servono a qualche cosa? È realistica questa somma? Dove trovavano poi i discepoli il pane sufficiente per cinquemila persone? Vedete come è strano! Allora viene subito il sospetto: questo racconto cosa vuole essere¸ il racconto di un fatto¸ o è una specie di modello inventato; che cos´è? Disse loro: quanti pani avete¸ andate a vedere. (Di nuovo Gesù non sa). Si informarono e dissero: cinque¸ e due pesci-. Qui comincia la scena:- Ordinò a loro di farli sedere tutti a gruppi sull´erba verde. Sedettero a gruppi di cento e cinquanta-. Questa è la traduzione della CEI. Il greco dice: li fecero adagiare (loro mangiavano sdraiati)¸ simposia simposia¸ tavolata tavolata¸ a cinquanta e cento¸ aiuole aiuole¸ sull´erba verde. Quello che Marco vuole che noi vediamo è una scena. Di solito noi qui in chiesa siamo un centinaio. L´idea dell´aiuola fa venire in mente un circolo. Immaginate tutta la gente che c´è qui che si sdraia¸ si mette in circolo. Quanto spazio ci vuole per metterne cinquemila? E´ verosimile? Detto poi in questo modo di Marco¸ come fosse uno spettacolo che lui vede dall´alto. Nella traduzione CEI gruppi non vuol dire niente; simposia vuol dire gruppi di gente che si prepara a mangiare; c´è una festa¸ non posso dire tavolata perché mangiavano per terra¸ un picnic¸ ma di cinquanta persone¸ cento¸ per fare cinquemila. Per Matteo¸ addirittura¸ senza le donne e i bambini. Visti dall´alto devono essere una meraviglia. Sorge un´altra domanda: questi cinque pani e due pesci si sono moltiplicati e sono diventati chilogrammi di pane e di pesce? La spiegazione tradizionale¸ che c´è già in sant´Agostino¸ è che come alcuni grani di frumento naturalmente diventano una messe copiosa e abbondante¸ cosí quei cinque pani¸ dice sant´Agostino¸ nelle mani di colui che ha creato il mondo¸ divennero cinquemila pani¸ perché il creatore della terra creò quel pane. E´ un atto di creazione. Creazione dal nulla dei pani. Probabilmente molte persone a catechismo hanno avuto questa spiegazione. Diamo per scontato che sia avvenuto questo prodigio straordinario. Perché nessuno nel Nuovo Testamento accenna più chiaramente a questo fatto¸ che cioè abbiamo visto una creazione dal nulla? Forse creazione dal nulla non potevano pensarlo¸ ma come mai il testo di Marco¸ dopo la camminata sul mare¸ dice- Salí sulla barca con loro; dentro di sé erano fortemente meravigliati perché non avevano capito il fatto dei pani¸ e il loro cuore si era indurito-? Erano cosí induriti da non capire che da cinque pani tirarne fuori cinquemila vuol dire essere Dio? Perché nessun mago può fare questo. Questo non l´hanno capito? La teologia posteriore ha risolto in questo modo della creazione. Le pignolerie di san Tommaso D´Aquino¸ il quale si domanda se è corretto parlare di creazione¸ o se non è meglio pensare che non ci sia stato un vero atto di creazione¸ ma una specie di attrazione di materia vagante¸ trasformata in pane! Perché la creazione gli pareva troppo. Mentre Calvino¸ che è un brav´uomo¸ osserva un´altra cosa: la moltiplicazione avviene nelle mani degli apostoli¸ mentre distribuiscono. I pesci sono dimenticati in Matteo e Luca¸ Marco aggiunge in coda: divise anche i pesci. Ma l´interesse è sui pani. Dopo le hanno inventate queste storie della borsa di sant´Omobono che l´è semper pièna! Nel medioevo le hanno fatte in cinquantamila queste cose qui. Calvino è molto acuto perché dice: le mani dei dodici apostoli hanno avuto la grazia di partecipare della divina potenza di far esistere un pane che nutre. Ecco perché gli apostoli sono il fondamento della chiesa. E¸ Calvino aggiungerebbe¸ ecco perché noi non saremo mai come loro¸ e non c´è nessuna successione apostolica¸ e i vescovi non possono pretendere di essere i successori degli apostoli¸ perché non hanno avuto Gesù fisicamente vicino¸ perché quello che è successo ai tempi di Gesù è un evento irripetibile¸ che la chiesa non può pretendere di esser capace di ripetere. Qui è l´acume del protestantesimo che dice: cosa crede il papa di essere il vicario di Cristo; c´è un abisso tra il momento in cui Dio è presente in Gesù¸ e nelle mani dei dodici apostoli. I quali peraltro¸ secondo Marco¸ non han capito niente. Questo racconto sembra una favola¸ però una favola che ha al suo fondo delle intuizioni che¸ se fossero vere¸ ti darebbero una gioia del cuore che non immagini. Non si ripete più questa meraviglia? Pian piano si arriverà a dire: si ripete in un altro modo¸ in piccolo¸ nell´eucarestia. Perché quando tu fai la comunione¸ di nuovo qualcosa di divino entra dentro di te. Vedete di cosa è capace un racconto!