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Omelia CORPO E SANGUE DI CRISTO del 3 giugno 2018

3 giugno 2018- CORPO E SANGUE DI CRISTO B- Le letture e le orazioni di questo anno prevederebbero che si parli della messa come sacrificio. Bisogna stare attenti a questa faccenda del sacrificio¸ perché tutto quel che riguarda l´eucarestia ha provocato divisioni nella chiesa¸ tra cattolici¸ tra protestanti¸ tra cattolici e protestanti e tra cattolici e protestanti e ortodossi. I due temi fondamentali sono quello del sacrificio¸ e quello della presenza. Quando si dice sacrificio si pensava¸ e si pensa anche oggi¸ che si trattasse di questo fatto: Dio vuole essere placato nella sua ira dal sangue di animali uccisi. Questa è la visione vecchia¸ condivisa anche dal paganesimo. Per evitare che siano gli uomini a dover morire¸ gli dei vogliono l´uccisione di animali. Il mondo pagano tende a pensarla cosí¸ e anche il mondo ebraico¸ anche se non sempre e non soltanto. La cosa funzionava anche bene¸ perché siccome per mangiare carne si devono uccidere gli animali¸ si mettevano insieme le due cose: ammazziamo gli animali¸ offriamo a Dio il sangue¸ dopodiché vendiamo in macelleria la carne e mangiamo tranquilli. In Paolo c´è il problema se è lecito mangiare la carne proveniente dai sacrifici pagani; che era la totalità della carne che si vendeva. Quindi c´era una integrazione tra macelleria e culto divino¸ che oggi ci pare orrenda¸ ma allora era consueta. Il medioevo¸ con scarsa intelligenza in questo caso¸ ha mantenuto questo concetto di sacrificio. Al posto degli animali è bastato che morisse uno solo¸ Gesù. Penso che molti di voi siete stati invitati a pensarla cosí. Dio ha detto basta col sangue degli animali¸ non voglio neanche il sangue degli uomini¸ basta uno¸ che muoia per tutti. La vittima innocente. E´ la nozione di sacrificio. La lettera agli Ebrei¸ che abbiamo letto¸ evita tutto questo¸ e presenta il sangue¸ nel quale secondo loro circolava il respiro ed era il simbolo della vita¸ non come una necessaria perdita della vita¸ ma presenta il sangue offerto da Cristo ¸ non per rimediare il peccato¸ per sostituire un castigo¸ ma per diffondere salvezza¸ vita¸ purificazione. L´autore della lettera agli Ebrei fa pensare ad un uso del sangue che non è quello del sacrrificio che placa la divinitภma è quello di una forza vitale che guarisce. E il sangue è l´offerta del Risorto a Dio¸ non è il sangue della croce¸- per questo è mediatore di un´alleanza nuova-. Il sangue di Cristo è fonte di salute senza fine¸ di vitalità senza fine¸ è un dono di vita e non di morte. Purtroppo nella messa si usa ancora la parola sacrificio- immolato per la nostra redenzione-¸ tutte cose che andrebbero corrette. I protestanti hanno risolto il problema dicendo che la morte di Cristo è un mistero incomprensibile e la messa non è un sacrificio¸ è il ricordo di quello che Cristo ha fatto¸ e hanno cancellato tutta l´atmosfera di tipo sacrificale. L´altro problema è quello della presenza. La presenza avviene ricordando¸ facendo memoria¸ L´idea della memoria in Marco non c´è; c´è in Paolo e Luca¸ "Fate questo in memoria di me". Quindi noi ricordiamo¸ e ricordando rendiamo presente. Quando noi ricordiamo¸ rendendo presente¸ siamo influenzati dal giudizio che diamo sull´evento che ricordiamo. Uno ricorda la resistenza e dice che gli eroi sono i partigiani¸ un altro ricorda la resistenza e dice che gli eroi sono i fascisti. Il ricordo è sempre ambivalente¸ è il ricordo di quello che uno approva. Il ricordo che si fa nella messa chi lo fa? Non la chiesa cattolica o protestante o ortodossa¸ ma il ricordo lo fa lo Spirito Santo. E´ Dio che ricorda. Il vero celebrante non sono io¸ non è il vescovo¸ non è il papa¸ è lo Spirito Santo. Questo lo diciamo tutte le domeniche:- Manda il tuo Spirito perché.....-. Lo Spirito Santo è quello che rende presente Cristo¸ perché io voglio ricordare Gesù¸ ma chiedo allo Spirito Santo: aiutami tu a ricordare Gesù. Quindi cosa accade nella messa? Accade che a quelli che sono qui presenti¸ e stanno attenti¸ e cercano di capire¸ lo Spirito Santo aiuta a capire quello che Gesù ha fatto¸ perché l´ha fatto¸ che conseguenze porta¸ per imparare a dare un senso alla propria vita. E tutto questo avviene soprattutto grazie alle letture e all´omelia. Io spiego non tanto in maniera esortativa¸ che tocchi il sentimento¸ spiego in maniera di far capire il significato delle cose; e sarebbe bello che ognuno di voi riuscisse a tornar a casa dicendo: oggi don Cavedo ci ha stufato un po´¸ ma ci ha spiegato che sacrificio vuol dire cosí¸ dobbiamo pensare a Dio in questo modo e quest´altro¸ basandoci sulle letture fatte. In maniera che voi andate a casa con un supplemento di conoscenza di quel senso che il cristianesimo è capace di dare alla vita. Allora in questo è già accaduto che Gesù Cristo si è reso presente nella vostra esistenza¸ perché avete capito che il Signore vi chiede oggi una cosa¸ domenica prossima un´altra¸ vi ha ricordato un impegno domenica scorsa¸ uno adesso¸ vi ha fatto capire che quello che credevate fosse peccato¸ forse non lo è¸ che invece quello che avete pensato non fosse un male¸ invece forse lo è¸ e vi ha aiutato a diventare più riflessivi; e questa è la presenza e l´efficacia. Dove avviene¸ in cosa consiste questa presenza? Nel cambiamento che si attua nella persona a questo piccolo incontro domenicale¸ in cui si capisce di più quello che Dio è in grado di offrirci per migliorare la nostra esistenza e possibilmente quella di quelli che ci sono più vicini. Che ci sia un po´ meno male e un po´ più di bene. E questo è la presenza di Dio in chiesa e in voi. E´ necessaria una presenza nel pane e nel vino¸ come realtà fisiche pane e vino´. Ecco il grande dubbio sulla presenza! Le parole di Gesù nell´ultima cena - Questo è il mio corpo¸ questo è il mio sangue- non possono significare che il pane diventa corpo e il vino diventa sangue¸ non possono! Nel pane ci dovrebbe essere corpo¸ sangue¸ anima¸ divinitภnel sangue ci dovrebbe essere corpo¸ sangue¸ anima e divinità; tutto dentro nel pane¸ dentro nel vino¸ i quali¸ pane e vino¸ sarebbero apparentemente pane e vino¸ ma di dentro non sarebbero più pane e vino ma diventano corpo¸ sangue¸ anima e divinità. Questa è la vecchia dottrina. E´ impossibile che le parole di Gesù volessero dire questo¸ perché per gli ebrei col sangue si potevano fare cerimonie¸ ma che si potesse bere il sangue era considerata una cosa orrenda. Un ebreo¸ Giovanni¸ Matteo¸ gli apostoli¸ non avrebbero mai toccato quel calice se avessero sospettato che aveva a che fare con il sangue. L´han bevuto perché sapevano che era vino¸ soltanto vino e non più che vino. E lo stesso il pane. Secondo me la presenza reale nelle cose è estranea al Nuovo Testamento¸ non può andar d´accordo col Nuovo Testamento. È il mio corpo¸ è il mio sangue; il verbo nelle lingue semitiche non c´è: questo¸ corpo mio - questo¸ sangue mio. Che significa semplicemente: assomiglia a¸ è come pane¸ è come sangue (dove sangue significa vita¸ non morte). La presenza nelle cose è un´invenzione della chiesa antica. Dovrei spiegare com´è avvenuta questa invenzione¸ ma non c´è tempo adesso. Neanche i protestanti van d´accordo su questo. I calvinisti si rifiutano di pensare che ci sia una qualunque presenza reale nel pane e nel vino; non parliamo di Zwingli. I luterani ritengono che un cambiamento ci sia¸ anche se rifiutano la dottrina tomista della transustanziazione¸ che è un concetto aristotelico del tutto incomprensibile se non con una raffinatezza filosofica. La conferenza episcopale svizzera¸ siccome sa che il cattolicesimo deve andare d´accordo con tutti¸ in Svizzera¸ nella loro preghiera eucaristica¸ che qualche volta¸ raramente¸ recito anch´io¸ usano questa frase:- Manda il tuo Spirito su questo pane e su questo vino¸ affinché il tuo Figlio sia presente in mezzo a noi con il suo corpo e il suo sangue-. Che vuol dire: con l´integrità della sua persona¸ con tutta la sua vita¸ con quello che è stato veramente¸ carne e sangue¸ pensiero e azione¸ materia e spirito. Gesù ha detto: io esisto per il bene vostro¸ io scompaio¸ vado via¸ ma do tutto me stesso per voi¸ come mangiate il pane¸ come bevete il vino¸ io sono dentro di voi. La Congregazione dei riti¸ una quindicina d´anni fa¸ aveva detto che si può usare il canone degli svizzeri¸ ma bisogna cambiare queste parole¸ dicendo:- perché diventino il corpo e il sangue-. Questo intervento è stato ignorato da tutti¸ vescovi¸ preti¸ stampatori dei libri. Tutti capiscono che bisognerebbe finirla con la presenza nell´oggetto¸ la presenza nelle cose. Anche questa ha un senso¸ purché sia intesa bene¸ che andrebbe spiegato. Ma la vera sostanza delle cose è quella presenza che ho cercato di dirvi¸ cioè quel cambiamento piccolo che avviene dentro di noi per opera dello Spirito Santo. Quando andiamo a prendere il pane e il vino è come se dessimo una stretta di mano: si Gesù ti capisco meglio di come ti capivo prima. Come dice san Paolo¸ cercherò di fare in modo che tu viva dentro di me¸ cercherò di farmi ispirare un po´ di più dal tuo modo di essere e di comportarsi di quanto non abbia fatto fino adesso. E questa è la Comunione.