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Omelia II PASQUA B del 8 aprile 2018

8 aprile 2018 - II PASQUA B- Gv 20¸ 19-31 Il periodo pasquale¸ cioè i cinquanta giorni tra la Pasqua e Pentecoste¸ che corrisponderebbero in simmetria ai quaranta giorni della Quaresima¸ derivano dal modo in cui vengono presentate le cose nel Vangelo di Luca. Soltanto Luca parla di questo periodo succeduto alla morte di Gesù. Marco termina con l´ordine di andare in Galilea e non racconta nessuna apparizione. Le apparizioni sono sintetizzate nelle aggiunte che vennero fatte al Vangelo di Marco. Il Vangelo di Matteo conosce una sola apparizione in Galilea. A Gerusalemme Gesù è apparso alle donne¸ alle quali ha detto di dire ai discepoli di andare in Galilea e là l´avrebbero visto; quindi concentra l´incontro dei discepoli con Gesù in Galilea¸ ignorando le apparizioni a Gerusalemme. Giovanni risolve tutto in una settimana¸ al capitolo venti. E´ apparso la sera di Pasqua¸ ed è apparso otto giorni dopo. Quindi due apparizioni parallele tra di loro. Dopodiché termina il suo libro¸ dicendo che Gesù fece molti altri segni. Al Vangelo di Giovanni è stato aggiunto un altro capitolo¸ il 21¸ il quale parla di un´apparizione in Galilea sul lago. E´ curioso¸ perché qualcun altro o lo stesso evangelista ha aggiunto un capitolo¸ quello della pesca di 153 grossi pesci. C´è una disparità di trattamento tra i vangeli¸ e Luca non parla mai di apparizioni in Galilea¸ tutto succede a Gerusalemme¸ e per di più¸ secondo Luca¸ a Gerusalemme succede praticamente tutto in un giorno: nello stesso giorno ci sono le donne al sepolcro¸ Pietro visita la tomba¸ nello stesso giorno ci sono i due discepoli di Emmaus che tornano alla sera¸ e alla sera di Pasqua Gesù sale in cielo. Cosí termina il Vangelo di Luca. Nel libro degli Atti le cose cambiano. C´è scritto che Gesù per quaranta giorni si mostrò vivo ai suoi discepoli. Quindi è salito la sera di Pasqua¸ dopodiché si sarebbe fatto vedere più volte durante quaranta giorni. E gli Atti usa l´espressione da cui si dedurrebbe che in quei quaranta giorni i discepoli mangiarono e bevvero con lui più volte. Dopodiché sarebbe salito al cielo per una seconda volta¸ quindi andava e veniva¸ e avrebbe detto di aspettare 10 giorni¸ dopodiché avrebbero ricevuto lo Spirito Santo. Mentre secondo il testo di Giovanni¸ letto oggi¸ lo Spirito Santo venne dato la sera di Pasqua. La Pentecoste di cinquanta giorni dopo c´è solo in Luca. Come si fa a mettere d´accordo questi testi? Sono convinto che tutti i cristiani queste cose devono saperle; è catechismo elementare; sono le basi fondamentali nella fede nel valore della morte di Cristo¸ morte che è stata valorizzata dalla sua risurrezione. Perché la risurrezione in fondo non dice niente; se uno risorge vuol dire che rimane quello di prima¸ se risorgere vuol dire risorgere; se risorgere vuol dire diventare un´altra persona allora è un´altra cosa e non è risorgere; se risorgere vuol dire rimanere quello di prima¸ la risurrezione non serve a nulla¸ se non a dire che il Gesù che avete conosciuto prima della sua morte è il Dio che dovete adorare. Quindi la risurrezione serve soltanto a confermare il valore della vita terrena di Gesù. In se stessa non contiene nulla¸ è vuota di contenuti. C´è una differenza fondamentale tra questo senso di risurrezione e la resurrezione come la descrive per esempio Paolo nei nostri riguardi. Paolo dice che quando noi risorgeremo non diventeremo come prima¸ ma per esempio diventeremo immortali¸ non saremo delle persone peccatrici come prima¸ ma non peccheremo più; è diversa la cosa. Voglio che abbiate un quadro completo della situazione. Vi rendiate conto della ricchezza di prese di posizione in questi testi¸ differenti le une dalle altre¸ perché ogni evangelista e ogni scrittore ha voluto sottolineare un aspetto¸ e chi ritiene che Dio ha voluto che questo accadesse¸ il che vuol dire che il n.t. è ispirato da Dio¸ siccome non sono cose facili da capire¸ e hanno apparentemente delle contraddizioni¸ bisogna che ci pensi sopra e si domandi cosa significano. Questo è esattamente quello che il testo del Vangelo che abbiamo letto continua a ripetere: i segni! I segni è la parola chiave. - In presenza dei suoi discepoli fece molti altri segni-. Sotto sotto uno potrebbe dire: ma allora quando lui è apparso e ha fatto vedere le ferite dei chiodi¸ la piaga del costato¸ era un segno. Il segno è uguale alla realtà? Ecco una delle grandi domande che bisogna porsi. I quaranta giorni di Luca sono una realtà o sono un segno? - Questi segni sono stati scritti perché voi crediate-. Per di più noi non abbiamo più neanche l´accesso ai segni¸ ma un racconto scritto che ci parla dei segni. Come si fa a credere? Su quale base si crede? Per fiducia in uno scritto che si pensa contenga delle testimonianze di persone affidabili¸ e che ci hanno lasciato segni affidabili. Questa è la costruzione della fede cristiana. Spero di non morire prima di Pentecoste e di poter continuare questo discorso nelle domeniche successive¸ perché adesso vi ho solo confuso le idee. Vi faccio un esempio. Questo succede sempre ed è la bellezza della cultura umana. Le prime orme scoperte dei dinosauri sul terreno sono servite per fare le prime ipotesi sulla grandezza e forma dei dinosauri. E´ bastato un segno. E deducendo¸ ragionando¸ si è cominciata a delineare la prima figura del dinosauro. Poi si sono scoperti altri segni¸ altre orme¸ altre tracce¸ si è continuamente corretto il modello di ricostruzione¸ e alla fine si è arrivati a dire cos´era un dinosauro. Questa è la cultura¸ questo è l´uomo. Cosí è nata quella immensa struttura di pensiero¸ di fede¸ di costume che è la fede cristiana. Hanno valorizzato delle tracce¸ tracce multiformi¸ diverse una dall´altra. Io vorrei che con la stessa attitudine mentale noi valorizzassimo queste apparenti sfasature che ci sono nei racconti del Vangelo. I quaranta giorni di Luca probabilmente sono una traccia inserita nel testo che non corrisponde materialmente alla realtภcioè che loro per quaranta giorni vedevano alla sera Gesù e mangiavano insieme un panino¸ che è un modo perfino umoristico di raccontare le cose¸ ma sono segno di un´altra esperienza. Per esempio di una profonda riflessione sui fatti¸ di una quantità di ragionamenti e preghiere che secondo Luca sono state necessarie ai primi discepoli per capire quello che era successo. Questi sono i quaranta giorni in cui loro hanno mangiato ancora e bevuto insieme con Gesù. Hanno ricostruito l´effetto che a loro faceva stare insieme con Gesù¸ quando effettivamente mangiavano con lui. Sono quaranta giorni di memoria intensa. Leggere in questo modo la frase di Luca -per quaranta giorni l´abbiamo visto e abbiamo mangiato con lui- è un modo forte¸ provocatorio¸ di dire - fidatevi di noi quando vi racconteremo delle cose¸ perché noi ci abbiamo messo quaranta giorni di preghiera¸ ricordo¸ sacrificio¸ intelligenza¸ e nello stesso tempo lo Spirito ci aiutava. Dello Spirito parlerete tra dieci giorni¸ per non confondere le cose¸ perché un conto è la memoria del passato¸ un conto è quello che farete quando lo Spirito verrà-. E´ un modo di raccontare per far capire quello che è successo. E quel che è raccontato non è la fotocopia dell´accaduto¸ è una traccia¸ un simbolo¸ un´evocazione¸ come l´orma del dinosauro.