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Omelia V QUARESIMA B del 18 marzo 2018

SINTESI 18 marzo 2018- V QUARESIMA B- Gerusalemme 31¸31-34; Eb 5¸7-9; Gv 13¸20-33 Il testo di Geremia¸ dove si parla di una nuova alleanza¸ è utopico. Poiché si parla di qualcosa di personale e segreto¸ non si può verificare se sia avvenuto o no. La vecchia alleanza¸ stabilita con un popolo¸ era una serie di fatti nei quali si poteva vedere la mano forte di Dio. Quello che promette Geremia è una cosa diversa. Gerusalemme è stata distrutta dai Persiani¸ gli abitanti deportati potevano manifestare la loro identità nelle tradizioni¸ e nel culto. Geremia aveva preconizzato una diversa situazione¸ dove non sarebbe stato più neanche necessario un insegnamento religioso¸ perché la legge l´avrebbe scritta nei cuori. Il miserere¸ di 500 anni prima¸ sostiene invece la necessità dell´insegnamento. L´uomo¸ più che dall´azione esteriore di maestri¸ preferisce essere interiormente istruito da un´autorità superiore¸ a tu per tu con la coscienza. Il testo di Geremia prepara la nascita di un nuovo modo di vivere la religione. Come vivo io la mia vita religiosa? Il brano di vangelo contiene i discorsi di Giovanni che sostituiscono le narrazioni dei sinottici. Non si sa chi sono questi greci che vogliono vedere Gesù. Questo dialogo segue la festa della domenica delle palme¸ che è stata una farsa¸ perché il lunedí dopo hanno deciso di ammazzarlo al più presto. Il testo non dice neanche se Gesù li ha incontrati. Prepara soltanto la finale: quando sarò innalzato da terra¸ attirerò tutti a me. L´innalzare intende la morte di croce¸ non tanto come sofferenza¸ ma semplicemente come visibilità in alto. Giovanni vede¸ come il serpente innalzato nel deserto¸ questo innalzamento¸ e per lui la crocifissione è già una salita in cielo¸ è l´ascensione. In quella forza trainante verso Dio Gesù attira tutti. In questa salita¸ attraverso la croce¸ lui impara ad ubbidire alla volontà divina¸ per cui la salvezza passa attraverso la fatica di una risalita che attraversa la morte. E´ necessaria una distruzione di se stessi¸ per diventare quello che Dio vuole che siamo. Questo è il cuore nuovo. Il Vangelo aggiunge alla attrazione di Dio sulle coscienze questo punto di passaggio¸ la fatica e la sofferenza per arrivare ad essere un uomo nuovo. Quella che poi diventerà l´ascetica¸ la penitenza¸ la lotta contro il male per perfezionare se stessi. E questo è il vero senso del perdere se stessi. Questa è l´attrazione che Dio esercita sulla vita: un perfezionamento a caro prezzo. Questo è essere uomini religiosi.