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Omelia III QUARESIMA B del 4 marzo 2018

4 marzo 2018- III QUARESIMA B- Es 20¸1-17; 1Cor 1¸22-25; Gv 2¸13-25 Questo episodio negli altri vangeli è collocato nella settimana santa¸ ed è l´ultimo episodio che lui compie a Gerusalemme ed è una delle cause che convincono i sacerdoti che è venuta l´ora di arrestarlo¸ perché ha esagerato. Il Vangelo di Giovanni lo mette invece come primo episodio¸ all´inizio del Vangelo. E´ probabile che sia avvenuto¸ se è avvenuto¸ quando lo raccontano i sinottici¸ perché¸ come spiegava san Tommaso¸ l´ultimum in esecutionem è il primum in intenzionem¸ l´ultima cosa che si fa è quella che si è pensata all´inizio¸ e Giovanni lo mette all´inizio perché è quello che Gesù progettava di fare fin dall´inizio. I vangeli sono scritti secondo un progetto che riprende i fatti¸ per comporre un profilo di Gesù che è un profilo teologico. Cosa contiene di solido questo episodio? Gesù sostituisce la sua persona al tempio. Voleva dire che quello che può aiutare l´uomo nella sua vita¸ e può prepararlo ad avere una posizione corretta davanti a Dio¸ non sono certamente i riti¸ le esterioritภle prescrizioni materiali¸ le offerte in moneta o animali¸ i sacrifici¸ l´essenziale sta nella fede¸ nell´ubbidienza ai comandamenti¸ nell´amore¸ cioè riguarda la vita della persona¸ non i riti. Il nuovo tempio è la persona di Gesù. Vuol dire che Gesù ha cercato di insegnarci che la prima cosa da fare è trattare bene le persone¸ rispettare l´uomo. E noi aggiungiamo: rispettare anche la natura. Lo dicevano già i profeti che il culto è una trappola. Uno si crede a posto perché ha compiuto delle cerimonie. Quello che Dio vuole è la giustizia¸ la rettitudine. Non c´era nessun bisogno della sceneggiata di Gesù per capire questo¸ gli ebrei lo sapevano. Molti di loro¸ come anche oggi molte persone fanno¸ credono che con l´etichetta¸ con l´ipocrisia¸ col far finta¸ col mandare un regalino¸ si risolvono i problemi; mentre i problemi si risolvono con l´effettiva pratica della giustizia. Nella prima lettura può darsi che nella presentazione dei comandamenti ci sia qualcosa di antico¸ ma la stesura del testo è del sesto secolo a.c.¸ anni in cui si consolida una prospettiva chiara dei contenuti della fede ebraica¸ il momento in cui si scrivono tutti i testi. L´inizio non è di per sé il primo comandamento¸ è la costituzione dell´alleanza. Il concetto è preso a prestito dalla vita politica di quel tempo. Il grande Re ha bisogno di feudatari che rappresentino la sua autorità nelle parti del territorio. Si fa un patto: io ti nomino responsabile di questo territorio¸ tu ti mantieni fedele ai mie obblighi¸ io sono il tuo Signore¸ tu rispondi soltanto a me. Questo per dire che i dieci comandamenti non sono¸ come spesso si dice¸ la legge naturale¸ non sono una norma universale che viene fuori dalla natura stessa dell´uomo¸ sono un contratto: io vi ho liberato dall´Egitto¸ non dovete avere nessun altro Dio all´infuori di me. Nasce tutta la narrazione mitica dell´Egitto: le piaghe¸ il faraone¸ la traversata del mare¸ i primogeniti uccisi. Guai se mi abbandonate! Un modo di presentare le cose che non corrisponde più a quel senso di uguaglianza tra gli uomini¸ caratteristico della cultura contemporanea. La chiesa l´ha capito e ha continuato a far finta che questi comandamenti fossero la legge naturale¸ cioè quello che è ovvio¸ che tutti capiscono che si deve fare¸ ed è stato un buon modo di presentarli. Storicamente però è diverso. E´ qualcosa che stato dato a questo popolo e non ad altri. Questo è difficile da accettare in un mondo omologato come il nostro¸ dove tutti i popoli sono uguali¸ tutti devono avere gli stessi diritti. Occorre trasferire nella cultura globale quello che qui viene presentato come un caso particolare. Dopo¸ in una specie di primo comandamento¸ c´è:- Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto etc.-. E´ la paura che¸ disegnando¸ o facendo la statua¸ si finisca per onorare la statua¸ invece del Dio che sta alle spalle. Non tenendo conto che l´uomo appena diventa homo sapiens fa i disegni nelle caverne. I cosiddetti dieci comandamenti in realtà sono una prima parte lunghissima che comprende tre temi che riguardano Dio¸ il modo in cui Dio intende governare le cose¸ sono più impostazioni culturali. Interessante è quella che dice:- Onora tuo padre e tua madre¸ perché si prolunghino i tuoi giorni-. Questo comandamento ha due funzioni fondamentali¸ salvare la famiglia¸ e salvare la memoria del passato. Ricorda chi ti ha dato la vita¸ quelli che ti hanno istruito¸ rispetta la tua storia personale¸ e la storia dell´intera umanità. Questo vale ancora¸ salvare queste due fonti essenziali della nostra identitภla famiglia¸ la storia da cui veniamo¸ perché¸ nella globalizzazione¸ nell´incontro con tutti gli altri¸ possiamo avere qualcosa di originale da dire. Tutti cercano di onorare gli uni le tradizioni degli altri. L´ultima cosa è quella che Gesù e san Paolo mettono in luce continuamente: non desiderare. Non basta proibire il fare¸ occorre lavorare sul desiderio. Non è l´assassino che deve essere punito¸ ma chi ha detto stupido a suo fratello; chi ha giudicato suo fratello¸ come se fosse lui il detentore del diritto di giudicare. E´ ciò che avviene nel pensiero¸ nella progettazione. La filosofia moderna si preoccupa della confusione che sta nascendo tra desiderio e bisogno. Il fascino della tecnologia e la potenza della pubblicità fanno diventare bisogno quello che dovrebbe rimanere desiderio. Distinguere con accuratezza è il dovere che ci impongono questi testi.