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Omelia II DOM.T.O.B del 14 gennaio 2018

14 gennaio 2018 - FESTA DI SANT ILARIO Sant´Ilario è celebre perché è il primo autore che ha scritto in latino un libro sulla Trinitภil - De Trinitate-. Prima di lui aveva scritto qualcosa sull´argomento¸ in latino¸ Tertulliano¸ un secolo e mezzo prima. In oriente esistevano già libri che si intitolavano più o meno in questo modo¸ scritti in greco. Non è un capolavoro il libro di sant´Ilario sulla Trinità. Della sua vita conosciamo il periodo dal 350 al 365¸ gli anni in cui si discuteva sulla relazione tra il Padre e il Figlio; il problema era la divinità di Cristo¸ non era il problema della Trinità. Anche nel De Trinitate di sant´Ilario lo Spirito Santo è praticamente ignorato; ne tratta¸ ma non lo considera neanche una persona¸ usa la parola res per nominare lo Spirito Santo¸ cioè cosa. Era stato mandato in esilio perché si temeva che seguisse l´arianesimo; l´esilio l´ha passato in Turchia e ha avuto modo di conoscere anche il pensiero dei greci. Quando è tornato dall´esilio è stato da tutti acclamato ed esaltato¸ e ha scritto il libro di cui ho detto. Il problema che voglio affrontare è un altro¸ e non ha a che fare con letture che abbiamo letto¸ ma ha a che fare con il credo. Il credo dice queste cose- ...Signore Gesù Cristo unigenito Figlio di Dio-¸ e non si precisa se è il Gesù già diventato uomo¸ o se è il Verbo di Dio che è diventato uomo¸- Nato dal Padre prima di tutti i secoli-¸ in realtà nel greco c´è scritto generato dal Padre. Poi continua-...generato¸ non creato-. Il termine che mi interessa è il termine generato¸ che qui è presente due volte. Nella sacra scrittura¸ nel nuovo testamento¸ il verbo generare¸ ghennao in greco¸ generare in senso fisico¸ non è mai usato per parlare di Gesù¸ mai. E´ usato soltanto per indicare i generati dal battesimo¸ quindi per indicare metaforicamente la rinascita battesimale. In nessun testo del n.t. si usa questo verbo per dire che Gesù è generato da Dio. Solo in due passi¸ uno della lettera agli Ebrei e uno in Matteo¸ si cita il salmo 2. Il salmo parla del Re¸ e dice -Io oggi ti ho generato-. Ma il generare del salmo significa l´incoronazione del Re¸ tanto è vero che il testo dice- Io sarò per te padre¸ e tu sarai per me figlio-. Si parla dell´incoronazione del Re come una sorta di trasformazione della sua identità umana in rappresentante di Dio. Indirettamente si lascia intendere che questo salmo indica la adozione da parte di Dio del Re umano¸ per renderlo il suo rappresentante sulla terra. Quando il n.t. dice che Gesù è figlio del Dio che è suo Padre¸ non intende affatto dire che il figlio Gesù è generato dal Padre¸ non lo dice mai¸ assolutamente mai. E quando la parola Figlio viene usata in concomitanza con la parola Padre indica semplicemente che¸ sulla terra¸ la persona di Gesù raffigura e rappresenta Dio come un figlio può rappresentare il padre. Non dice che Gesù è stato generato dal Padre. La parola generazione l´hanno inventata gli ariani. E´ qui il problema. Gli ariani hanno inventato l´uso della parola generare¸ dicendo che nella Trinità il Verbo di Dio¸ quello che divenne uomo in Cristo¸ è stato da Dio generato. Se è stato generato vuol dire che prima non c´era¸ e ad un certo punto Dio l´ha fatto esistere. Usavano il verbo generare per indicare che il Verbo eterno è inferiore a Dio Padre¸ non è veramente Dio¸ e di conseguenza non è veramente Dio neanche Gesù. E´ un´essere intermedio. Tra essere generato ed essere creato¸ secondo gli ariani c´era soltanto una differenza di dignitภdi onore¸ nel senso che si adoperava la parola generare per dire che la somiglianza del Verbo eterno¸ del Logos di Dio¸ era più forte nel Logos che non negli altri uomini. Per cui¸ secondo gli ariani¸ il fatto di derivare da Dio faceva del Verbo eterno qualcosa di sottodivino¸ di meno divino del Padre¸ in quanto aveva cominciato ad esistere ad un certo punto. Questo è il punto chiave. L´uso del participio generato dà l´impressione che si genera qualcosa che prima non c´è. Quando fecero il concilio di Nicea¸ il padri ritennero opportuno di adoperare la parola degli ariani¸ ma spiegare che Gesù era stato generato non perché prima non c´era¸ ma era stato generato da sempre. Per questo scrivono - generato non creato-¸ dando alla parola generato il senso che gli ariani non volevano accettare¸ e aggiunsero infatti- della stessa sostanza del Padre-. La differenza stava nel fatto che Dio avrebbe comunicato a Gesù la totalità del suo essere. Ma nella parola rimane sempre il pericolo che venga intesa come se prima di essere generato non c´era. L´errore linguistico è stato questo¸ ed è ancora presente nel credo attuale. Nel n.t. non si dà mai l´impressione che ci sia una distanza temporale. Generare vuol dire prendere inizio. Dio non ha inizio. Dio non comincia ad esistere. E il Figlio non comincia ad esistere¸ c´è sempre stato. Bastava leggere il vangelo di Giovanni- In principio il Verbo era-. Non c´è un big-ben che fa esistere Dio. Dio è e basta. E il Verbo di Dio è da sempre Dio. E non è generato. Dio è sempre¸ Lui e il suo Verbo. Se inseriamo dentro la parola generato non capiamo più niente. Perché cominciamo a dire- ma quando generato-? Il Credo va riscritto¸ perché ha usato una terminologia ariana¸ perché voleva convincere gli ariani ad accettare che¸ sia pure rispettando la loro introduzione del verbo generare¸ dovevano pensare a una generazione permanete. Ma cosa vuol dire generazione permanente? Che io tutti i giorni continuo a farlo esistere? Che non ci sarebbe se non ci fosse Dio? Ma che senso ha? Il n.t.¸ che è più intelligente di tutti quelli venuti dopo¸ non ha mai detto che Cristo è stato generato. Suppone che c´è sempre in Dio. Anzi sono tre. Perché nella bibbia anche lo Spirito è di pari valore del Figlio. Questi qui¸ compreso sant´Ilario¸ non sanno ancora che lo Spirito è persona come è persona il Padre. Persona poi è un modo sbagliato anche questo di parlare di Dio. Voi come la pensate la Trinità? Come un Padre che a un certo punto dice- Adesso genero un Figlio-? Ma dove siamo? Dio è da sempre triplice¸ è da sempre quel che è¸ non c´è un inizio. Anche Ilario casca nella trappola¸ perché usa in latino la forma dei tre momenti: ante hominem Deus¸ poi Deus et homo¸ e poi alla fine: totus Deus¸ totus homo. Cosa vuol dire quel ante¸ prima di uomo Dio? Esisteva solo come Dio? Poi è diventato uomo? Certo che nel tempo è diventato uomo. Maria Vergine sí che l´ha generato¸ perché prima l´umanità non c´era¸ e l´umanità di Cristo è stata creata¸ è fatta¸ non è eterna. Ma il Verbo di Dio¸ cioè la Parola! E´ il prologo di Giovanni che bisognava valorizzare: in principio il Verbo era¸ il Verbo era rivolto a Dio¸ e il Verbo era Dio. Dio va pensato come qualcosa che da sempre è triplice¸ per sua stessa natura¸ non perché lo diventa ad un certo punto¸ generando. E´ l´essere che per natura sua ha tre modi di essere¸ tre aspetti¸ tre possibilità di agire e di rivelarsi. E per concludere si potrebbe dire: è il tutto¸ la concentrazione dell´infinito essere¸ di cui è padrone¸ e allo stesso tempo si identifica con la debolezza¸ la temporalitภla crescita¸ la morte¸ il cambiamento di tutto quello che esiste. E´ l´equazione unica che spiega tutto¸ la quale esiste però anche come singola applicazione alle realtà transitorie; e questo è Figlio; è il modo di essere anche in coloro che non sono Dio; questo è il Verbo¸ Dio che è nello stesso tempo autosufficiente ed è interessato agli altri¸ è il tutto¸ ma capisce anche la realtà del parziale¸ e mediante lo Spirito diventa il mezzo di comunicazione tra i due mondi¸ il tutto e la molteplicità. Dio è sempre Trinitภnon è cambiato mai¸ non nasce nessuno da lui. E´ sensato pensare che¸ se Dio esiste¸ è cosí¸ sa tutto e si occupa del particolare¸ è capace di governare l´universo¸ ma si accorge anche del piccolino che sta male. Come capiva anche Budda¸ anche se era ateo¸ rispetta anche la formica. E´ Padre e Figlio. Le due parole padre e figlio non sono le migliori¸ sono migliori quelle del vangelo di Giovanni¸ Dio e il suo Verbo. Dio¸ che non ha bisogno di dir niente¸ e la moltitudine dei nomi e delle parole con cui chiama e cura le persone. E´ il tutto insieme¸ e il tutto dappertutto. Questa è la Trinità.