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Omelia BATTESIMO DEL SIGNORE A del 9 gennaio 2005

9 Gennaio 2005 – BATTESIMO DEL SIGNORE – A- Is 42¸1-4.6-7;At 10¸34-38; Mc 3¸13-17 Come abbiamo detto giovedí questo ricordo del battesimo di Gesù fa parte della celebrazione liturgica della manifestazione del Signore¸ cioè fa parte di una serie di episodi nei quali secondo l’intenzione della liturgia viene rivelata l’identità autentica di Gesù¸ quella che potrebbe non apparire a prima vista e che bisogna scoprire riflettendo su alcuni gesti significativi o episodi significativi che lui ci ha lasciato. Ma vorrei anche fare un’altra osservazione che forse può meravigliare qualcuno di voi¸ e cioè che quando questi testi cominciarono ad essere scritti ed entrarono dentro nei Vangeli ebbero anche un’altra funzione¸ riguardo agli esterni¸ perché la rivelazione dell’identità di Gesù serve soprattutto per coloro che sono disposti a credere¸ o credono già o sono intenzionati ad entrare a far parte della chiesa e a credere. Ma in tutti i racconti¸ quelli di Matteo e di Luca¸ riguardanti la nascita¸ l’infanzia di Gesù e l’inizio del suo ministero¸ mi pare che ci sia anche un altro intento che riguarda quelli di fuori¸ cioè quelli che non sono ancora cristiani¸ e anche quelli che non intendono diventarlo¸ con i quali però si desidera dialogare e presentare¸ ecco la parola giusta mi pare questa¸ la legittimità della pretesa di Gesù di essere religiosamente onorato come l’inviato da Dio. Cioè volevo far notare che in questo tipo di racconti¸ di cui noi nella liturgia leggiamo alcuni brani¸ c’è un intento di legittimazione. Nel senso che il cristianesimo¸ attorno agli anni 70-80 soprattutto probabilmente dopo la caduta di Gerusalemme negli anni 70¸ comincia a presentarsi come una nuova religione¸ che si affianca all’antico giudaismo e ha la pretesa di sostituirlo. E anche nel mondo imperiale¸ nel mondo greco-romano si presenta come una nuova religione¸ diversa dal giudaismo da cui proviene¸ la quale ha un suo fondatore¸ Gesù di Nazaret. E questo Gesù di Nazaret che cos’ha per accreditarsi come fondatore di una nuova religione? Perché se uno dà inizio ad un nuovo movimento religioso deve appunto legittimare questa sua pretesa. E se voi ci pensate¸ i racconti di Matteo¸ di Luca¸ soprattutto quelli riguardanti la nascita e gli inizi¸ hanno anche questo intento. Per quelli che già fanno parte della chiesa hanno un altro scopo¸ ma per coloro che non sono ancora membri della chiesa¸ o sono interessati ma devono decidersi hanno questo carattere di legittimazione; cioè: guardate che Gesù merita di essere riconosciuto come una persona che ha diritto di dare inizio a un nuovo modo di vivere l’adesione a Dio¸ cioè ha diritto di fondare una nuova religione. Racconti di legittimazione esistono sempre per i fondatori di religioni. Sarebbe interessante¸ visto che ci sarà la settimana prossima praticamente una settimana di preghiera per l’unione dei cristiani¸ sarebbe interessante per esempio vedere come sono stati legittimati come fautori¸ non proprio di una nuova religione¸ ma di una riforma della religione Lutero¸ Calvino¸ Zelantone¸ Zwingli¸ tutti i grandi protagonisti della riforma protestante. Anche loro hanno degli eventi che li legittimano: ha diritto di dire questo; va ascoltato perché merita di essere ascoltato. Che meriti ha per essere ascoltato Lutero¸ Calvino? Ci sono persone le quali non hanno bisogno di essere legittimate perché¸ all’interno di un certo mondo¸ hanno già una scontata legittimazione. Noi cattolici per esempio stiamo vivendo in un periodo in cui c’è una persona a cui viene concessa¸ viene gratuitamente donato il diritto di essere un maestro di vita religiosa¸ anche al di fuori del gruppo dei credenti¸ che è il papa. Tutto quello che dice in genere non è che tutti lo accettano¸ però non si osa dire che non va bene¸ è legittimato. E’ un fenomeno interessante¸ che andrebbe studiato. Naturalmente presso i cattolici è ovvio. Anche il Dalai Lama è legittimato¸ e se lo merita. Ecco¸ voi mettetevi nei panni degli anni 70-80: i primi predicatori cristiani che girano nell’impero romano¸ vanno ad Atene¸ a Roma¸ a Napoli¸ e parlano di Gesù¸ e la gente dice: scusi¸ ma chi è¸ da dove viene? Bisogna pure dargli una patente di credibilità. Allora si vanno a ricordare nella memoria episodi¸ racconti¸ qualcosa anche si amplifica¸ qualcosa si costruisce¸ per dire: merita di essere ascoltato. E nel caso di Gesù direi che il problema principale da affrontare era questo: merita di essere ascoltato anche se i suoi non l’hanno riconosciuto¸ come poi dirà il prologo di Giovanni – Venne tra i suoi ma i suoi non l’hanno accolto. Noi però abbiamo visto la sua gloria¸ gloria di unigenito dal Padre-. Ecco¸ la scena del battesimo ha anche questa funzione di legittimazione: è venuto da Nazaret di Galilea¸ non è andato a Gerusalemme¸ non è stato riconosciuto dai sommi sacerdoti¸ dalle autorità religiose del suo popolo. Anche il racconto dei Magi serviva a dire: anzi quelli non si sono interessati per nulla. -E’ vero¸ le autorità non l’hanno riconosciuto¸ ma non erano autorità legittime¸ avevano tradito¸ tanto è vero che Erode ha meditato di ucciderlo¸ e sommi sacerdoti¸ scribi¸ nessuno ha fatto niente-. Il Battista lo ha riconosciuto. E’ interessante questo¸ perché si scarta¸ si elimina¸ si scarta proprio come valida autorità che può legittimare il giudaismo tradizionale¸ e voi capite che nell’impero romano questo funzionava a meraviglia¸ perché avevano appena distrutto la città e avevano preso atto che il giudaismo tradizionale era una disgrazia per l’impero; non gli ebrei¸ notate bene¸ gli ebrei della diaspora non subiscono conseguenze¸ perché stranamente l’impero romano era capace alle volte di atti di distinzione e di giustizia sorprendenti per la lucidità e l’onestà con cui venivano compiuti. Nessun ebreo viene trattato male al di fuori della Palestina per il fatto di essere ebreo. Però quelli della Giudea¸ quelli meritavano di essere distrutti e trattati come schiavi. Ai cristiani quindi non importa niente che sommi sacerdoti¸ scribi¸ farisei non l’abbiano riconosciuto¸ non hanno più autorevolezza; Giovanni il Battista sí¸ perché era un personaggio marginale¸ messo a morte dalle autorità di allora. E anche Gesù è un personaggio marginale¸ di fatti oggi ci sono libri che lo definiscono appunto un giudeo marginale. E tutto questo ha creato un’atmosfera di fascino¸ di interesse. E la scena del battesimo presenta proprio questa persona¸ questo giudeo marginale che è accolto da alcuni saggi che non fanno parte del sistema giustamente soppresso¸ fanno parte però di un popolo che merita rispetto e stima come il popolo ebraico il quale al di là della sua realizzazione politica nel regno di Giuda merita invece stima e rispetto¸ è stato riconosciuto¸ ma soprattutto quando è uscito dall’acqua del battesimo una voce divina lo ha autenticato – Tu sei il mio figlio diletto¸ in te mi sono compiaciuto-. Il mondo antico è più propenso del nostro a credere alla possibilità di voci divine¸ di messaggi che vengono dal cielo¸ di colombe che portano il messaggio degli dei agli uomini¸ e probabilmente ascolta con interesse questa scena – Ah! Ecco allora perché-! Anzi¸ a pensarci bene¸ è meglio che sia stato misconosciuto dai capi del suo popolo¸ quelli che poi hanno portato a quella orrenda ribellione e che ci ha costretto a distruggere tutto. E’ una pianta sana che viene fuori da un popolo nobile¸ e una voce divina lo ha legittimato. C’è un intento di legittimazione in questi testi. Mi pare che sia una cosa ovvia questa¸ più che sensata. Allora si capisce anche come Matteo¸ direi per calcar la mano su questa funzione¸ inserisce l’obiezione del Battista: io ho bisogno di essere battezzato da te! – Lascia fare-. E’ un buon esempio. Ma appena uscí dall’acqua ecco che Dio dà ragione al Battista – Questi è il figlio mio prediletto¸ nel quale mi sono compiaciuto-. Nella sua sobrietà è interessante questo racconto perché raccontato¸ diffuso in un mondo come quello antico che era più propenso del nostro a pensare che potevano esistere eventi di comunicazione tra il mondo divino e il mondo umano¸ perché il mondo antico riempiva lo spazio intermedio tra Dio e gli uomini di tanti possibili canali di comunicazione e tra l´altro la colomba era proprio l´uccello che normalmente portava¸ era uno dei tanti mezzi con cui i messaggi degli dei potevano venire agli uomini. Tenendo d´occhio popolazioni che abitano appunto ad Atene¸ Roma¸ ecco perché Gesù può essere veramente un personaggio che porta in sé l´impronta di Dio; è un giudeo marginale che Dio ha scelto per la nostra salvezza. E questo è il livello interpretativo per quelli di fuori¸ perché pensino seriamente al valore di questa persona. Per quelli che già credono¸ e questo è il passaggio che mi interessa di più¸ per quelli che già sono disposti a credere¸ tutto questo cambia¸ ha una funzione differente. E qui la parola¸ il termine per cercare di riassumere l´atmosfera che si crea per i credenti non è più legittimazione¸ autenticazione¸ presentazione favorevole¸ ma è l´altra grande parola caratteristica del credente¸ è mistero. Perché Gesù è rimasto nascosto? Perché Gesù non è stato riconosciuto? Perché Gesù non ha cercato una pubblicità per via diversa? Perché Gesù è rimasto un giudeo marginale? Perché è andato in fila coi peccatori¸ lui che era¸ come poi avrebbe detto la voce¸ il figlio unigenito di Dio? Perché ha scelto questa strana via? Perché in lui c´è una ricchezza di contenuti divini¸ c´è una rivelazione nascosta¸ ci sono valori nuovi da apprendere. Questo è sintetizzato nel termine mistero; mistero significa qualcosa di più profondo di quello che c´è in apparenza. Allora lo stesso episodio¸ lo stesso racconto¸ la stessa serie di racconti¸ e questo mi pare una cosa molto bella¸ in un certo senso favorisce l´adesione¸ prepara l´accettazione della fede¸ cerca di attrarre¸ cerca di coinvolgere l´ascoltatore che ancora non crede attraverso questa presentazione di meravigliosi segni. E´ stato infatti notato come anche qui la parola più adatta sembra essere - il meraviglioso -¸ quello che desta interesse e meraviglia: che bello! Il presepio¸ i magi¸ le annunciazione¸ gli angeli¸ la nascita¸ la colomba¸ la voce¸ l´acqua; attrae. E quando uno sta accogliendo¸ si ambienta e dice: mi piacerebbe conoscere di più¸ mi piace questo Gesù¸ allora subentra l´altro approfondimento. Sí¸ dice¸ perché in queste cose cosí piene di allusioni e di significati si rivelano valori nascosti¸ che già intuivamo ma che adesso vengono chiariti con maggiore forza; e sono i valori che appaiono anche in questa scena del battesimo: quello che conta agli occhi di Dio non è l´apparire¸ come dice la prima lettura¸ non è la forza¸ non è la prepotenza. Vi ricordate la prima lettura - Non grida nelle piazze¸ non spezza la canna incrinata¸ non spegne lo stoppino con la fiamma smorta-. Allora il salvatore del mondo non è colui che viene con potenza¸ con le trombe¸ con i cavalli; non è colui che fa il trionfo come i condottieri romani. Ma è uno che viene dalla Galilea¸ si umilia più del necessario¸ si fa battezzare con i peccatori¸ lui che è santo. Tanto è vero che il Battista glielo dice e lui risponde - Lascia fare¸ perché bisogna compiere ogni giustizia-. E questa parola giustizia¸ come diremo ancora¸ significa per Matteo ogni volontà di Dio. E cosí allora quello che nello stesso tempo era un racconto attraente¸ affascinante¸ diventa adesso per chi è disposto a credere uno svelamento di cose profonde¸ vere¸ misteriose¸ sante e sane: l´umiltà che vale di più¸ appunto¸ dell´apparenza¸ dell´apparire¸ la dolcezza¸ la condiscendenza¸ la comprensione¸ la solidarietà con i peccatori¸ che vale più che¸ non so¸ la condanna¸ il gridare¸ lo sbraitare¸ la norma. La pazienza¸ la mansuetudine: quello che poi sentiremo dire tra due o tre domeniche nelle beatitudini. Ecco¸ non c´è tempo di andare avanti anche se ci sarebbero altre cose da dire¸ ma mi piacerebbe che anche voi rifletteste a questo modo perché si continua a dire che dovremmo fare una nuova evangelizzazione¸ cercare di fare una nuova missione¸ cioè cercare di dire agli altri che Gesù vale ancora la pena di essere seguito perché¸ almeno tanto quanto il Dalai Lama¸ ha qualcosa da dirci di bello. Allora bisogna prima di tutto legittimarlo. Come fanno questi testi¸ cioè far capire che in lui c´è qualcosa di bello¸ di meraviglioso. Mentre si presenta questa legittimazione lasciare intravedere che se uno lo accoglie¸ se uno è disposto a credergli¸ allora diventa un rivelatore¸ un sottolineatore di valori che¸ ripeto¸ già eravamo in grado di intuire¸ ma non eravamo sicuri che fossero veramente i valori principali. Adesso li scopriamo in lui¸ e in nome suo li crediamo. E´ cosí che pian piano si diventa più credenti. E questo prima di tutto serve per noi che siamo tutti credenti¸ ma pieni di dubbi e oscillanti. Allora prima di tutto noi dobbiamo fare questo itinerario nella lettura dei testi¸ e se ne siamo capaci e abbiamo qualche amico con cui si può parlare di queste cose trasmetterle anche a lui. Legittimare per arrivare a credere.