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Omelia Epifania del 6 gennaio 2005

6 Gennaio 2005- EPIFANIA DEL SIGNORE- Is 60¸1-6;Ef 3¸2-3.5-6; Mt 2¸1-12 La liturgia spezza i brani della Scrittura¸ e in alcuni casi come nell’Epifania che è una festa molto ricca di significati¸ molto complicata¸ come sapete in oriente praticamente assorbe il Natale¸ e anche in occidente è una festa contorta perché comprende insieme le tre manifestazioni: l’Epifania¸ questa dei Magi¸ il battesimo del Signore nel quale Gesù si manifesta¸ e c’è la voce divina¸ che è domenica prossima¸ che è tra l’’altro una festa che prima non c’era e che è stata introdotta con la riforma del concilio¸ e poi¸ in alcuni anni ma non in tutti gli anni liturgici¸ la manifestazione finale si conclude con le nozze di Cana che sarebbe il primo segno con il quale Gesù ha manifestato. Quindi è una festa complessa; sarebbe la festa della manifestazione; questo è il significato della parola. E´ costruita ad arte questa celebrazione dell´Epifania¸ con un´intenzione ben precisa¸ specialmente adesso che come brano di Vangelo c´è soltanto questo¸ e cioè manifestare la venuta di tutti i popoli ad adorare Gesù. Se però noi rispettiamo¸ e questo è un problema generale¸ il testo biblico di Matteo¸ il racconto¸ come sapete¸ non finisce qui¸ ma il racconto continua con quello che noi abbiamo letto il 26¸ la domenica dopo Natale¸ e cioè che Erode¸ invidioso della regalità del bambino che è nato¸ fa uccidere tutti i bambini di Betlemme¸ e intanto Gesù fugge in Egitto. Poi torna dall´Egitto e va a stabilirsi a Nazaret¸ evitando Gerusalemme. Cioè la storia di Matteo è una storia unitaria¸ che comincia con questa faccenda della stella e dei magi¸ poi procede con la fuga in Egitto¸ la strage degli innocenti¸ il ritorno di Gesù dall´Egitto¸ e¸ come io dicevo quando parlavo il giorno di Natale della differenza tra Luca e Matteo¸ la storia di Matteo è sostanzialmente una storia tragica¸ cioè la storia della sofferenza di questo bambino¸ il quale viene sí riconosciuto dai magi che sono degli stranieri¸ quelli però poi tornano al loro paese e lui perde ogni contatto con loro e resta sotto la minaccia della persecuzione di Erode¸ e c´è questa tristezza di alcuni bambini innocenti che muoiono¸ Dio che non fa nulla per salvarli¸ fa soltanto fuggire Gesù¸ e salva Gesù che dopo ritorna¸ e¸ come una specie di profugo fuggiasco andrebbe ad abitare in un paese che non è il suo¸ cosí appare da Matteo¸ perché va ad abitare nel piccolo villaggio di Nazaret¸perché deve adempirsi la profezia: si chiamerà nazareno. C´è una specie di atmosfera cupa nel vangelo di Matteo. Se però il racconto lo si spacca a metภe si legge per la festa dell´Epifania soltanto la venuta dei magi¸ voi capite che quello che forse l´evangelista intendeva¸ che era presentare la venuta del figlio di Dio sulla terra come l´inserimento nella storia umana della quale lui accetta le sofferenze¸ le fatiche¸ le contraddizioni¸ i pericoli¸ le minacce¸ allora direi che in Matteo è la celebrazione di Gesù esiliato¸ di Gesù profugo¸ di Gesù che deve fuggire e tornare di nascosto. Allora è la presentazione di Gesù come colui il quale si è avvicinato a una umanità in pericolo¸ non capita¸ perseguitata¸ coinvolta in problemi più grandi. E´ tutta una storia di umiltà e di condivisione della fatica del vivere. Se voi invece la storia la spaccate a metภcome fa la festa dell´Epifania¸ che è legittima¸ per carità; nella scrittura c´è una quantità enorme di cose¸ e a seconda di come si selezionano e di come si valorizzano le prospettive sono molto diverse; bisogna capire queste prospettive parziali¸ però anche nello stesso tempo alla fine non dimenticare l´altra prospettiva. Tagliata in questo modo la festa dell´Epifania diventa la festa della manifestazione gloriosa; è il vecchio mito¸ la vecchia leggenda del tesoro nascosto: il grande personaggio¸ l´uomo della provvidenza¸ il salvatore che nasce in incognito. E´ un tema che è presente in una quantità di storie di grandi personaggi. E´ interessante¸ è molto bello tutto questo. Se poi voi fate un´altra operazione¸ che anche questa è interessante¸ voi alla fine mi direte- Ma allora il cristianesimo è tutta una cosa costruita-? -Sí¸ è una cosa costruita; non dico ad arte¸ fatta con molta spontaneità per questa operazione-. Però se voi come prima lettura prendete un celebre passo del profeta Isaia¸ della terza parte del libro di Isaia¸ dove si immagina la città di Gerusalemme unica luce nelle tenebre del mondo¸ alla quale accorrono tutti i popoli e portano ricchezze e doni - Le ricchezze del mare si riverseranno su di te¸ verranno a te i beni dei popoli-¸ allora capite che la prospettiva cambia completamente¸ e non solo la manifestazione di Cristo viene accantonata; tutto l´aspetto di fatica¸ sofferenza¸ fuga alla fine non si legge¸ e viene aggiunta questa lettura - Ti adoreranno Signore tutti i popoli della terra-¸ i tre magi diventano popoli¸ e allora si crea una proiezione di una gloria che consiste nel riconoscimento da parte di tutti i popoli che vengono a Gerusalemme. Curiosamente il testo liturgico ha tolto la parola Gerusalemme - Alzati¸ rivestiti di luce-¸ e non si sa chi¸ ma nel testo è chiaro che si tratta di Gerusalemme. Ma la chiesa prima dice che questa Gerusalemme è figura di Cristo¸ cioè la profezia si è realizzata a Betlemme quando sono venuti i magi¸ e allora Cristo diventa il faro¸ il polo di attrazione in eterno per tutti i popoli che vengono. Poi pian piano¸ col passare del tempo il luogo dove Cristo è annunciato e presente è la chiesa¸ e allora tutta questa attrazione¸ questo magnetismo viene attribuito alla chiesa. E non si può negare¸ io può darsi che dica delle cose superficiali¸ confrontate¸ voi correggetele con la vostra competenza¸ probabilmente io sono un pochino grossolano nel vedere le cose¸ però secondo me senza l´Epifania e senza l´utilizzo di questi testi di Isaia¸ fortemente nazionalistici¸ nel senso più nobile del termine¸ cioè - tutti i popoli vengono a Gerusalemme e portano i doni -¸ la chiesa se ne appropria¸ senza questi testi non ci sarebbe la basilica di S. Pietro. A me dispiacerebbe molto perché in fondo è un´opera architettonica di grande significato¸ non ci sarebbero le cattedrali¸ non ci sarebbe tutta la gloria e lo splendore dei mosaici bizantini¸ non ci sarebbe tutta quella polarità che adesso si è un pochino appannata perché le città sono diventate di milioni di abitanti¸ e sono nate altre ciminiere¸ altre torri¸ altri grattaceli. A Nuova York la chiesa non emerge al di sopra degli altri edifici¸ neanche più a Milano¸ ma nelle antiche città sí¸ a Cremona ancora¸ perché il torrazzo si vede da Caorso in poi¸ e quando uno si avvicina¸ soprattutto in alcune città francesi¸ la cattedrale la vede a km di distanza¸ o anche in Inghilterra¸ cattedrali che emergono dal nulla. E questa è la Gerusalemme dell´Epifania. Queste sono le radici ebraico-cristiane dell´Europa. Non ci sarebbe nulla di tutto questo; attenti bene¸ non perché Gesù ha iniziato questo processo¸ neanche S. Paolo¸ ma l´utilizzo dell´A.T.¸ la terza parte del libro di Isaia - Le tenebre ricoprono la terra¸ nebbia fitta avvolge le nazioni¸ ma su di te risplende il Signore-. Per chi viaggia capitano queste cose¸ sono scritte sulle guide turistiche. La cattedrale di Ili¸ che è nelle paludi¸ emerge al di sopra della nebbia mattutina e il sole la fa risplendere. E´ la fotografia di Isaia¸ ed è stata costruita con questo intento. E l´Europa è piena di questi elementi. Dice - Questa qui non è un´omelia ma una lezione un po´ superficiale di storia¸ di storia dell´arte-. Ma no¸ è per capire che cosa ha rappresentato questo teorema: luce del mondo¸ tutti i popoli verranno¸ polo di attrazione¸ centro di interesse¸ ti adoreranno Signore tutti i popoli della terra¸ in questo luogo ti adoreranno Signore tutti i popoli della terra¸ tutte le strade portano a Roma¸ Roma caput mundi. Tutto questo¸ vedete¸ al 70% è venuto da queste profezie¸ il 30% è venuto dalla eredità di Roma imperiale¸ e tutto questo ha costruito il modo attraverso cui il cristianesimo ha dominato la storia dell´intero pianeta fino ad alcuni anni fa. Adesso tutto questo sta scomparendo. Questa è la crisi¸ il passaggio che noi stiamo vivendo. Ci sono stati vari momenti culminanti di tutto questo¸ certamente il medioevo romanico-gotico è uno dei culmini¸ lo era stato anche lo splendore degli interni delle chiese bizantine¸ dove però si curava più l´interno che l´esterno¸ se ci badate. Noi abbiamo curato molte volte¸ in occidente¸ più l´esterno che l´interno; certe chiese sono spoglie all´interno; anche lí¸ intendiamoci¸ sono il mondo di Dio calato sulla terra¸ ma si impongono soprattutto dal di fuori. Le vecchie chiese bizantine sono modeste al di fuori¸ è lo splendore dei mosaici all´interno quello che parla di Dio. Sono destinate più al cuore dei fedeli. Le nostre sono destinate ad essere faro di attrazione. Ecco¸ vedete¸ la domanda che noi dobbiamo porci è questa: il piano di Dio ha voluto tutto questo? E´ destinato a continuare tutto questo? Come può continuare nel mondo contemporaneo ad essere luogo di attrazione per tutti i popoli? - Le ricchezze di tutti i popoli verranno a te-. Ovviamente oggi non oseremmo più dire che le ricchezze consistono¸ come nel medioevo si pensava¸ in offerte in oro e in argento. In che senso è ancora cosí¸ oppure cambierà tutto e ci sarà una specie di disseminazione¸ dispersione; come la vecchia parola ebraica diaspora; una disseminazione¸ come forse era stato all´inizio¸ prima di Costantino: la presenza di piccoli segni di Cristo dappertutto. Allora non c´è la convergenza universale in un unico centro¸ non è centripeta come questa visione che in ogni luogo converge verso l´eccelso che emerge¸ ma è piuttosto un missionario andare. Gesù non ha detto - Venite-. Gesù non s´è posto¸ ha detto ai suoi discepoli - andate¸ predicate-¸ e loro sono andati. Poi c´è stato il movimento di riconvergenza. Oggi sono in crisi tutti e due questi movimenti. Non c´è più la venuta¸ il magnetismo¸ è rimasto qualcosa certamente¸ ma non è più forte come un tempo¸ e anche la disseminazione rischia di disperdersi. Dove sono i cristiani? Visibilmente non è più come quella cattedrale che emerge dalla nebbia. Questa è metafora della capacità di attrarre perché è sentito come il bene da ricercare. Il bene verso cui correre è la memoria di Cristo custodita dalle chiese? Lo sarà ancora? Come può continuare ad esserlo? E poi tutto questo ognuno di noi deve trasformarlo nel piccolo della sua casa¸ della sua vita. Nella mia famiglia conoscere Gesù è ancora la cosa più utile e importante? Una delle cose importanti? O la cosa più seccante per molti miei familiari. E per me personalmente?