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Omelia XXI DOM.T.O. A del 27 Agosto 2017

27 Agosto 2017- XXI DOM.T.O.A- Mt 16¸13-20 Il vangelo va collocato nell´evoluzione del pensiero di Gesù¸ nella storia della sua vita. Siamo arrivati a un punto in cui Gesù prende atto che¸ nonostante le belle parole che ha detto e le guarigioni che ha compiuto¸ non ha trovato consenso sufficiente; nessun consenso da parte di coloro che avevano un posto di rilievo nella societภnella formazione dell´opinione pubblica¸ scribi¸ farisei¸ ma anche altre categorie¸ proprietari terrieri¸ gli stessi pescatori; ne ha chiamati 4¸ ma non ne sono arrivati altri. Le folle stesse l´hanno seguito¸ hanno mangiato i pani che ha moltiplicato¸ dopo di che sono scomparse; e secondo Gesù non hanno capito il valore simbolico di quello che lui stava facendo. Tanto è vero¸ dicevamo domenica scorsa¸ che ha cercato un piccolo periodo di ripensamento¸ girando fuori dalla Palestina¸ nella zona di Tiro e Sidone. Sembra di capire che dietro questi racconti c´è una specie di ripensamento da parte di Gesù sulla natura della sua missione¸ una specie di presa d´atto che il suo modo di fare in Galilea non è riuscito a trovare dei seguaci in numero sufficiente e significativo. Allora¸ rientrando dal suo giro all´estero¸ nella regione di Cesarea di Filippo¸ a nord del lago di Galilea¸ interroga i discepoli. Non so se voleva trovare nelle risposte una conferma dei suoi dubbi e delle sue preoccupazioni¸ in ogni caso chiede- La gente come mi giudica-? Direi che è la domanda di una persona che aveva un programma di predicazione¸ il cui annuncio principale era che Dio sta per regnare¸ e si aspettava un´adesione di tipo morale¸ spirituale¸ una curiositภdelle domande¸ e questo non è avvenuto. Infatti le risposte che danno sono che sei uno come era stato Elia¸ oppure che sei come Giovanni il Battista. E´ evidente che Gesù prende atto che la gente lo ha immaginato come uno dei tanti profeti¸ che ogni tanto compaiono¸ fanno le loro prediche¸ c´è un momento di entusiasmo¸ non cambia nulla. Allora chiede ai discepoli: ma voi invece avete capito qualcosa? Non dimentichiamo che prima c´era stata quella questione sul significato del pane come nutrimento spirituale¸ e subito prima quella frase- State attenti al lievito dei farisei e di Erode-¸ vale a dire ai capi della politica e della religione del tempo. Vuol dire che lui stesso aveva capito che perfino i suoi discepoli erano propensi a interpretare le cose in maniera socio-politica. In fondo anche i farisei predicavano la rettitudine religiosa perché dicevano che se osserviamo tutta la legge il Signore ci aiuta e ci dà l´indipendenza dai Romani; il sogno era sempre questo. Era un sogno terreno; niente di male nei sogni di mutamenti terreni¸ solo che Gesù probabilmente era venuto per passare attraverso un´altra strada per ottenere il cambiamento della vita terrena¸ cioè il mutamento delle coscienze. Se ci pensiamo bene¸ le cose non sono molto cambiate¸ perché anche noi crediamo che occorra cambiare le istituzioni e le strutture. E´ necessario anche questo¸ ma se non cambia l´atteggiamento delle persone¸ se non cambia l´onestà e la rettitudine del pensare e del decidere non serve a niente. Direi che Gesù si è trovato di fronte all´inerzia che anche il Figlio di Dio incontra quando vuole cambiare e migliorare la situazione degli uomini. Raduna i discepoli e fa una scelta¸ e questo pare che sia il punto decisivo che ha dato origine alla realtà cristiana come la vediamo oggi¸ cioè rinuncia alla riforma delle folle¸ rinuncia alla possibilità di avere un influsso generalizzato¸ rinuncia ad occuparsi dell´intero Israele¸ si occuperà soltanto di un gruppo suo¸ particolare¸ quello dei discepoli; nasce il concetto di chiesa. L´espressione- mia chiesa- si trova soltanto in Matteo in tutto il n.t.¸ ecco perché è delicato questo passo¸ e dà fastidio ai protestanti e agli ortodossi; a causa di Pietro¸ perché su Pietro intende fondare la sua assemblea. Quindi non più tutti; prima ha pensato di poter aggregare le masse¸ alla fine si è accorto che la strategia deve essere altra¸ bisogna partire da uno¸ attorno a quell´uno costruire una cerchia; che non dovrà essere aristocratica¸ non dovrà essere una specie di massoneria; dev´essere ispirata dal suo modo di pensare: mia chiesa. In san Paolo la parola chiesa è usata continuamente¸ ma non si dice mai che è la chiesa di Cristo in maniera cosí esplicita come qui. La cosa stupefacente è che lui sceglie Pietro come punto di sostegno di questa comunità; e questo c´è soltanto in questo brano di Matteo. Dappertutto Pietro è più importante degli altri¸ ed è più importante di Maria. Qual´è il punto che tiene in piedi la chiesa? Il principio petrino o il principio mariano? Maria concepita come quella specie di magica identificazione e sviluppo continuo di una grazia soprannaturale¸ la vergine santa; o l´altro¸ le chiavi e il potere di decidere? Notate come il discorso rivolto a Pietro è "politico": la morte non prevarrà contro Pietro¸ che avrà le chiavi¸ cioè il diritto di esercitare¸ non il potere¸ ma di esercitare autorevolmente la guida della sua chiesa¸ e gli dà la possibilità di stabilire cosa è bene e cosa è male. C´è solo in Matteo questo testo¸ e allora direi che non sono sicuro che questo sia il pensiero di Gesù¸ è quello che Matteo dice che secondo lui Gesù disse a Pietro. E´ Matteo che si rende conto che¸ al di fuori della Galilea¸ al di fuori della Palestina¸ c´è un sacco di gente che dice- io sono di Paolo-¸ - io sono di Pietro-. E´ vero che poi Paolo dice - Io sono di Cristo- ¸ però sotto le righe c´è sempre la comunità che Gesù vuole¸ è quella delle chiese di san Paolo¸ o è un´altra? E qual´è la comunità di Pietro? Questo è il mistero¸ perché noi non sappiamo che cosa¸ dove¸ come abbia agito Pietro. Sappiamo molto di più di san Paolo. Matteo cerca di equilibrare le cose. Paolo ha avuto un successo enorme¸ che Gesù non ha avuto¸ e c´è della gente che dice- io sono di Paolo-¸ e c´è anche un Apollo che contesta Paolo nella sua zona. Anche Giovanni alla fine dirà che dopo la risurrezione Gesù incontrò i pescatori e disse- Pietro mi ami tu etc¸ pasci¸ pasci¸ pasci-¸ perché anche il discepolo che Gesù amava¸ in alcune chiese¸ era il fondamento di tutto. Ma chi ha scritto il quarto vangelo¸ attorno al 90-100¸ alla fine deve dire: accodiamoci a Pietro. Che è morto! Ecco l´unico appiglio per dire che se il quarto vangelo dice¸ attorno al 100¸ che è Pietro quello che deve pascere¸ vuol dire che avevano l´idea che qualcuno poteva succedere a Pietro¸ perché Pietro era già morto. I protestanti dicono che quello che c´è scritto qui¸ ammesso che l´abbia detto Gesù¸ vale solo per la persona di Pietro¸ morto nel 67-68¸ e Pietro rimane guida in quanto modello; modello perché apostolo¸ peccatore¸ penitente¸ martire. Nel principio mariano non c´è il penitente¸ quindi Maria non sarà mai quella che ci aiuta del tutto perché non ha peccato¸ non sa cosa vuol dire tradire; Pietro per fortuna ha tradito e si è pentito. I due principi devono stare insieme. E ci deve essere qualcosa che continua. Non è detto che questo significa che il vescovo di Roma deve essere il continuatore di Pietro; c´è uno spirito petrino che deve continuare¸ ed è forse questo spirito del pensare non secondo la carne e il sangue¸ ma secondo il suggerimento di Dio. In Marco Pietro dice solo- Tu sei il Cristo - e Cristo può voler dire il messia come lo pensano gli ebrei¸ cioè quello che politicamente vince la battaglia; in Matteo dice- Tu sei il Cristo¸ il Figlio del Dio vivente-¸ cioè tu sei quello che è in contatto con Dio¸ sei il Figlio di un Dio che vive in te. E questo è un pensiero paolino. Perché Matteo ha qualcosa da dire contro i fanatici di Paolo¸ ma non contro Paolo. Capite questo modo con cui umanamente è nata l´idea di chiesa¸ come si sono confrontate le diverse aspirazioni¸ le difficoltà che sembrano non esserci¸ ma ci sono¸ come colui¸ come Paolo¸ che ha un successo straordinario¸ potrebbe avere anche lui i suoi difetti¸ e ha anche Pietro i suoi difetti; questa specie di trasformazione della realtà del mondo¸ che non aspetta che cambino le strutture¸ ma vuole il cambiamento degli uomini; ma il cambiamento degli uomini non lo vuole con delle imposizioni autoritarie¸ con delle leggi che di nuovo sarebbero istituzioni¸ lo vuole con una spiritualitภe non con una sola¸ ma con una spiritualità che circola¸ che confronta¸ che accetta di cambiare¸ non per il gusto di cambiare¸ ma perché in ogni tempo bisogna sempre scegliere il sentiero migliore per fare due o tre passi¸ poi si vedrà. E´ una vitalità ispirata da questo desiderio. Il Dio vivo¸ il Dio che può operare sulle nostre coscienze e sulle nostre scelte¸ di questo dobbiamo essere figli. Tra i dodici¸ Pietro viene indicato da Matteo¸ e indirettamente dalla finale del vangelo di Giovanni¸ come il modello più sincero¸ più vicino all´origine delle cose¸ la pietra su cui tutto si fonda.