» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia XX DOM.T.O. A del 20 Agosto 2017

20 Agosto 2017- XX DOM. T.O. A- Rm11¸13-15.29-32; Mt 15¸21-28 Il problema è quello dell´ammissione dei pagani. Gli ebrei erano scandalizzati dalla facilità con cui si ammettevano i pagani all´interno della loro tradizione religiosa¸ e d´altra parte c´era il pericolo che i pagani si sentissero come coloro che Dio amava più degli ebrei¸ e che avevano capito ciò che gli ebrei non capivano. Era una situazione che metteva in conflitto le due provenienze¸ quella dall´ebraismo e quella dei non ebrei. La seconda lettura dà una risposta caratteristica del modo di ragionare di Paolo. E´ una risposta di tipo teorico¸ strumentale direi. E´ un po´ meccanico il modo di pensare di Paolo¸ e lo rivela l´ultima frase; tutta questa questione dipenderebbe da una scelta di Dio¸ che prima ha privilegiato gli ebrei¸ perché in un certo senso i pagani gli invidiassero¸ poi è passato ad aiutare i pagani¸ perché adesso fossero gli ebrei ad invidiarli; e tutto questo per un principio fondamentale¸ che direi è espresso in una maniera grossolana¸ - ha rinchiuso tutti nella disobbedienza¸ per essere misericordioso verso tutti -. E´ una strategia che Paolo attribuisce a Dio. Dio vuol far capire agli uomini che senza di lui sono perduti¸ e gli uomini devono anche capire che sono gratuitamente perdonati¸ senza nessun merito. Ora una concezione di Dio cosí meccanica dà l´impressione di un tiranno¸ il quale vuole essere adorato¸ perché tutti devono capire che se non c´è lui casca tutto¸ e crea questa situazione di difficoltà insuperabile perché tutti capiscano di aver bisogno di lui¸ della sua misericordia. Non è molto fine il ragionamento¸ strumentalizza¸ è una specie di imbroglio. Sono ragionamenti astratti¸ che vanno oltre il necessario¸ perché il necessario sarebbe semplicemente di risolvere a livello umano¸ i piccoli dissidi che nascono nella comunità. Notate la differenza sostanziale tra la maniera ossessivamente teorica di Paolo di spiegare il modo di agire di Dio¸ e il modo molto più elastico¸ molto più umano¸ molto più naturale del modo di parlare dei vangeli. Questo brano c´è in Matteo e in Marco¸ in una sezione che viene chiamata la sezione dei pani¸ perché tutto quello che succede in questi due o tre capitoli ha a che fare col mangiare. E´ in questo contesto che c´è la prima moltiplicazione dei pani; poi segue la riforma delle regole alimentari degli ebrei¸ per cui tutto quello che entra nello stomaco non rovina l´uomo¸ quello che lo rovina è ciò che esce dalla sua coscienza. Tutto poi diventa simbolico¸ perché alla fine¸ dopo la seconda moltiplicazione dei pani¸ si dirà che Gesù è sulla barca coi discepoli che sono preoccupati perché hanno un pane solo¸ dimenticando la moltiplicazione¸ e lí c´è la frase decisiva che ci fa capire che tutta la questione del pane è una simbologia¸ e dice- Guardatevi bene dal lievito dei farisei e di Erode-. I discepoli dovrebbero capire che quando lui parla del mangiare il pane¸ cosa che diventerà chiarissima nel capitolo 6 di Giovanni¸ intende dire- Non nutritevi delle idee sbagliate-¸ ed è chiaro che la moltiplicazione dei pani è un atto simbolico che vuole indicare che il pane che Gesù dà è la rivelazione della verità di Dio¸ è l´insegnamento. Giovanni infatti¸ nel capitolo sesto¸ fa capire che quando si dice- mangiate la mia carne¸ bevete il mio sangue- si intende dire- assimilate le mie idee¸ pensate come penso io¸ nutrite la vostra mente con gli insegnamenti che vi do io-. La prima moltiplicazione dei pani avrei dovuto spiegarla¸ ma c´era la trasfigurazione. Avrà avuto anche una sua consistenza reale¸ la gente è riuscita a saziare la fame nel deserto grazie a Gesù¸ non sappiamo in che modo¸ ma il vero scopo di quei racconti è quello di dire: imparate a nutrirvi non delle idee sbagliate¸ soprattutto le religiose sbagliate¸ ma imparate a nutrirvi di quello che Gesù vi ha insegnato. Noi abbiamo tratto lo stesso insegnamento dalla famosa frase della trasfigurazione: basta con Elia¸ basta con Mosè¸ ascoltate lui. Cioè Gesù diventa colui che nutre le menti¸ colui che dà le idee giuste. Questo è il significato di tutti questi passi¸ dominati dalla immagine fisica del mangiare¸ e dalla realtà profonda dell´ essere istruiti da Gesù¸ non solo in maniera didattica¸ ma anche in maniera esemplare¸ perché Gesù insegna anche nel modo con cui si comporta. Il caso della donna qualcuno dice che non può essere storico¸ ma non ha una grande importanza. Non è chiaro perché Gesù va fuori dalla Palestina. Cosa va a fare dalle parti di Tiro e di Sidone? In Matteo dice di essere venuto solo per le pecore perdute di Israele. E cosa va a cercarle a Tiro e a Sidone¸ dai Fenici? Perché è andato là? Qualcuno dice perché voleva¸ coi suoi discepoli¸ allontanarsi dal mondo ebraico¸ in una zona dove sperava di non incontrare nessuno che lo disturbasse¸ una specie di viaggio all´estero¸ per stare insieme con i discepoli e nutrirli del suo insegnamento. Può darsi. Questa donna scompiglia la situazione. E´ strano che una donna cananea lo chiami- Pietà di me Signore¸ figlio di Davide-¸ quando nella storia¸ tra ebrei e cananei c´è sempre stata battaglia. Forse è una che ha simpatia per l´ebraismo. Gesù non le risponde¸ forse perché lui pensava di poter stare quieto coi suoi discepoli. Quando la donna si inginocchia¸ e fa la richiesta alla quale umanamente non si può non rispondere- aiutami-¸ allora Gesù appare come uno che si comporta come una persona normale. Il Gesù di questo episodio vive la situazione normale che le persone normali vivono quando un uomo e una donna si incontrano¸ nasce subito una specie di mutua sfida¸ una specie di attrazione reciproca che incuriosisce entrambi¸ è normale; Gesù si presenta come un uomo normale. Notate che quando alla fine dice- Grande è la tua fede-¸ è l´unica volta in Matteo che una persona riceve la constatazione che la sua fede è grande. Pietro¸ la Maddalena¸ sono tutti di poca fede. A questa si dice- la tua fede è grande-. E´ nata una simpatia tra quest´uomo e questa donna. Questo è l´aspetto interessante dei vangeli¸ c´è semplicemente la normalità della vita.Nella vita normale¸ ecco che allora Gesù ha l´idea geniale di usare un modo di dire per scusarsi di non poter intervenire- non si sottrae il pane ai figli per darlo ai cagnolini-. Gli ebrei chiamavano cani i pagani¸ perché il cane nella bibbia è considerato una bestia da sfuggire¸ che fa ribrezzo; lui usa la parola greca¸ cagnolini¸ perché il mondo greco teneva in casa il cane di famiglia. Gesù si presenta come uno che dice: ma io ho una potenza limitata¸ non posso guarire tutti¸ non posso occuparmi dell´universo¸ vuoi che tralasci i miei figli¸ gli ebrei¸ per ascolare te? Si comporta come ogni persona noramle si sarebbe comportata¸ non si offende una donna che chiede aiuto¸ si cerca di trovare un pretesto e una scusa per non intervenire¸ ma senza offenderla. Questa è la caratteristica del Gesù biblico dei sinottici¸ di cui Paolo non sa niente¸ perché non l´ha mai conosciuto. Per Paolo Gesù è una specie di mostro celeste che è venuto sulla terra. Qui invece c´è la realtà del vissuto. La donna risponde anche lei con una battuta¸ perché tra loro è nato un feeling¸ e parlano come uno e una. Con furbizia dice: ma io mi accontento delle briciole¸ come fanno i cagnolini. La conclusione a cui volevo arrivare è che noi avremmo l´impressione¸ leggendo la frase- Sono stato inviato da Dio soltanto per le pecore perdute della casa d´Israele- che Gesù sta disobbedendo all´ordine che gli ha dato il Padre. Stai trasgredendo un imperativo che ti ha dato il Padre perché questa donna ti ha fatto simpatia? Devo interpretare la frase di Matteo come un Gesù che¸ a contatto con la vita di questo mondo¸ si rende conto che quella che credeva fosse la volontà di Dio va cambiata? Sarebbe una cristologia interessante questa! Cristo è venuto credendo di dover fare certe cose; ha dovuto cambiare programma molte volte¸ quando ha incontrato la realtà della vita delle persone. Perché quello che il Padre gli comandava non era di ubbidire meccanicamente¸ come ragiona san Paolo¸ ma è una delega in bianco. La sciocca perentorietà della frase paolina: rinchiudere tutti per mostrare a tutti. Ma no! Bisognerebbe rifare la interpretazione del rapporto trinitario tra Gesù e il Padre. Gesù è colui che storicizza e umanizza quello che noi immaginiamo che sia¸ ma che non è¸ il disegno fisso di Dio. Confrontate sempre le teorizzazioni di Paolo e di Giovanni con il tentativo di recuperare il vissuto che c´è nei vangeli sinottici. Non sono storici nel senso che si limitano a registrare i fatti¸ interpretano i fatti¸ ma capiscono dove stava il problema. Questo è un caso tipico; Gesù ha imparato come si deve presentare il volere divino nella realtà di una situazione storica. E´ quello che anche il papa vuol fare¸ adattarsi¸ aggiornare continuamente. Si può sbagliare¸ però l´errore primario sarebbe quello di mantenere fisse delle forme tradizionali che sono diventate stereotipate e che non sono più coerenti con la mutevolezza delle situazioni.