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Omelia TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE A del 6 Agosto 2017

6 Agosto 2017- TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE. A- Mt 17¸1-9 La festa della Trasfigurazione è stata un´invenzione di Callisto III che era un Borgia¸ ma non come il pronipote Alessandro VI; era un brav´uomo¸ e siccome nessuno stato lo aveva aiutato a raccogliere fondi per mandare soldati a combattere i turchi che assediavano Belgrado¸ quando le poche truppe riuscirono a rompere l´assedio e Belgrado fu salva¸ decise di istituire una festa a Dio in ringraziamento di questa vittoria inaspettata¸ e siccome era particolarmente devoto al tema della Trasfigurazione¸ ha messo il sei Agosto¸ che è il giorno della vittoria di Belgrado¸ la festa della Trasfigurazione. L´episodio della trasfigurazione viene immediatamente dopo quello che leggeremo nelle tre domeniche di Agosto¸ e per capire il senso di questo episodio bisognerebbe aver letto prima quello che invece dovremo leggere dopo. La trasfigurazione viene dopo la famosa confessione di Pietro¸ dopodiché¸ dopo questa esaltazione della figura di Pietro¸ Gesù dà il primo annuncio della passione¸ e Pietro gentilmente gli dice- Ma no¸ non ti capiterภci mancherebbe altro-¸ e si prende un rimprovero senza fine¸ e il discorso è stranamente severo; poi il testo procede dicendo che sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro¸ Giacomo e Giovanni¸ andò sul monte e si mostrò trasfigurato. E´ un complesso di avvenimenti molto curioso¸ un testo pieno di tensioni all´interno; c´è l´esaltazione di Pietro¸ poi¸ dopo l´annuncio della passione¸ un piccolo intervento di cortesia¸ che ognuno di noi avrebbe fatto¸ e si prende un rimprovero come se avesse distrutto tutto il senso della vita di Cristo¸ e poi dopo sei giorni Pietro coi due testimoni va con Gesù sul monte. Il lettore osserva che per Pietro è stata una consolazione¸ perché vedendo Gesù pieno di luce¸ con Mosè ed Elia che parlano con lui¸ potrebbe aver pensato di aver avuto ragione quando diceva che non sarebbe morto crocifisso. E´ per questo che dice di voler fare tre tende¸ e star lí per sempre. L´errore di Pietro consisterebbe proprio nell´aver creduto che questa visione era la smentita di quella profezia della passione che Gesù aveva fatto in maniera tanto provocatoria. Sarebbe una correzione che cerca di mettere tra parentesi il dramma della croce¸ concentrando tutto sulla felicità della risurrezione. Questo sarebbe pericoloso per un aspetto fondamentale della fede¸ perché sarebbe come dire che la croce è stata una triste parentesi¸ necessaria¸ ma che possiamo dimenticare¸ perché Cristo è risorto; non pensiamoci più! Questo è un pensiero che circolava tra i primi cristiani¸ e a pensarci bene circola anche tra di noi. Cosa devo ricordare io di Gesù¸ cosa devo aspettarmi da lui¸ qual´è il vero Gesù con il quale posso pregare¸ incontrare? E´ il Gesù che aspetta la croce¸ o è il Gesù che guariva i malati¸ raccontava parabole¸ e poi è risorto? E la croce la considero una dolorosa parentesi¸ che tre o quattro giorni all´anno¸ nella settimana santa¸ ricordo con devozione¸ ma che non mi serve per capire cosa Gesù rappresenta per me¸ perché è il Risorto quello che conta. E´ una domanda che dovremo porci. Allora la dimentichiamo la passione¸ e accettiamo la visione istintiva della vita¸ sempre raccomandata dai sapienti nell´a.t.¸ di dimenticare al più presto le disgrazie¸ e che il lutto sia breve? Quale seguiamo di questi suggerimenti? C´è un altro pensiero suggerito da questo testo¸ che cioè la trasfigurazione serve per superare lo scandalo della croce. Che è più o meno la stessa cosa di prima. Come la Pasqua serve a superare lo scandalo della croce. Dio avrebbe dato una visione anticipata proprio per dire che nei giorni in cui vedrete che Gesù sta per essere condannato ricordatevi come risplendeva di luce sul monte. Sorge però una domanda: Gesù nel Getsemani si è ricordato della sua trasfigurazione? Ha trovato conforto nel suo ricordo personale di Mosè e di Elia che parlavano con lui? Pare proprio di no¸ se nell´orto degli ulivi ha pregato perché venisse fatta la volontà del Padre e non la sua. E a Pietro¸ Giacomo e Giovanni¸ che anche loro sono stati chiamati nell´orto degli ulivi perché assistessero Gesù in quell´ora¸ è servito a qualcosa il ricordo della trasfigurazione? E´ servito a niente. Si sono addormentati¸ hanno pianto¸ Pietro ha promesso che non l´avrebbe mai tradito e poi l´ha rinnegato. La trasfigurazione non è servita a niente¸ a niente! Perché c´è stata? Se seguiamo il profilo narrativo dei vangeli che senso ha questo racconto? Il significato più evidente è che appaiono Mosè ed Elia¸ e il Gesù trasfigurato chiacchiera con Mosè ed Elia¸ non con i discepoli. E la voce dal cielo dice- Questo è il figlio mio¸ l´amato¸ eudocheo¸ lo stimo bene¸ ascoltate lui-. E non più Mosè ed Elia. Allora Gesù appare come una luce¸ non tanto in riferimento alla passione o ad altro¸ ma come colui che porta a compimento la cultura religiosa dell´a.t. e in parte la trasforma in qualcosa di nuovo. Rimane il problema se nel qualcosa di nuovo è primaria la croce o la risurrezione¸ ma il vero senso della trasfigurazione è lasciar perdere l´a.t. e ascoltare lui. E questo è confermato dal fatto che la nube scompare e Gesù gli dice -Sveglia- (lo stesso verbo che si adopera per la resurrezione)¸ e vedono Gesù solo. Allora è Gesù¸ che superando il contrasto croce-risurrezione¸ deve essere considerato come il punto di riferimento di ogni sviluppo religioso. E questo è il vero significato della trasfigurazione. C´è una vecchia teoria interpretativa del n.t.¸ che la chiesa ha naturalmente condannato¸ ma in quei tempi condannava tutto¸ secondo la quale si ritiene che i vangeli sinottici sono stati scritti per correggere quella tensione¸ quella prospettiva¸ che si era sviluppata nei discepoli di san Paolo¸ di trasformare Gesù Cristo¸ come nell´inno iniziale della lettera agli Efesini¸ in una specie di mitica figura¸ come nei miti pagani¸ cioè trasformare Gesù in una specie di semidio pagano¸ che esisteva prima dei tempi¸ che vince le potenze celesti¸ una specie di essere sovrumano. I Vangeli sinottici potrebbero essere stati pensati perché andando avanti cosí si sarebbe finito per trasformare Gesù in una specie di figura mitica¸ come poi lo diventerà il faccione del Pantocrator nelle chiese bizantine¸ che non è più l´uomo che cammina tra i crocifissi¸ crocifisso lui stesso. E i vangeli¸ le cui idee sono antiche¸ ma la stesura viene ben dopo Paolo¸ potrebbero essere stati scritti per dire che il vero maestro da seguire non è quel Gesù celeste¸ è il Gesù che camminava sulla terra¸ il Gesù solo¸ il Gesù pellegrino¸ il Gesù che mangiava¸ beveva¸ si stancava¸ pregava¸ si inquietava¸ perdonava¸ qualche volta si arrabbiava e poi si pentiva¸ è il Gesù che viveva a livello umano. E una volta abbiamo capito che cosí dovevamo ricordarlo Gesù quando sul monte è apparso con Mosè e con Elia¸ poi alla fine una voce ci ha detto- Lasciate perdere tutto¸ ascoltate lui¸ ma lui solo¸ che scende con voi dal monte-. Cioè il Gesù uomo. La conclusione¸ che potrebbe essere eretica¸ e che dico sfacciatamente¸ ma capite perché la dico¸ è che si è fatto troppo presto a dire che Gesù è Dio¸ dimenticando che è prima di tutto uomo. In quanto uomo è lo specchio di quanto Dio è per noi. Averlo appiattito nel concetto di divinitภcosa che venne fatta nei primi concili¸ per far piacere all´Imperatore Costantino¸ è stata una accelerazione poco riflessiva¸ che ha finito per fare di Gesù una mitica figura celeste¸ dimenticando che Gesù che ci guida¸ Gesù che ci serve¸ Gesù di cui abbiamo bisogno tutti i giorni è il Gesù terreno¸ il Gesù che è stanco¸ il Gesù che ha bisogno di dormire¸ il Gesù che cerca di guarire i malati¸ di solito ci riesce¸ ma non sempre¸ il Gesù che perdona¸ che ragiona¸ il Gesù che cerca di dare da mangiare a quelli che hanno fame¸ il Gesù che sa che dovrà affrontare la morte¸ e non ha nessuno che lo conforta nel suo morire; questo è il Dio che in Gesù traspare. Io riconosco che in Gesù vi è Dio¸ ci mancherebbe¸ ma direi che la formula E´ Dio¸ perché Dio è Tre¸ questa è un´aritmetica che ha rovinato tutto¸ e che è incomprensibile per l´uomo d´oggi¸ il quale non vuole cadere in questo inganno oggettivistico della antica mitologia pagana che è entrata dentro di soppiatto nel cristianesimo¸ quando il cristianesimo divenne la religione dell´impero romano¸ che è stata la più grande disgrazia che sia successa nella storia della vita della chiesa. Se vogliamo rinnovare la fede in Cristo dobbiamo rileggere i vangeli sinottici¸ capire che Dio si è presentato a noi volutamente in una figura umana¸ che prima di tutto è uomo¸ e nel suo modo di essere uomo ci rivela qualcosa di Dio¸ non viceversa.