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Omelia ASCENSIONE A del 28 Maggio 2017

28 Maggio 2017- ASCENSIONE A - At 1¸1-11; Ef 1¸17-23; Mt 28¸16-20 La prima lettura è presa dagli Atti¸ il Vangelo è preso da Matteo¸ e a prima vista i due testi sono il contrario uno dell´altro. Secondo Atti tutto accade in Gerusalemme¸ secondo Matteo tutto accade sul monte in Galilea. Quando appaiono i due angeli mentre Gesù sale nella nuvola¸ dicono: uomini di Galilea smettetela di guardare il cielo! Luca vuole cancellare la Galilea¸ e metter tutto a Gerusalemme. In Matteo le donne vedono Gesù a Gerusalemme che dice di andare in Galilea¸ e lo vedono tutti in Galilea. I commentatori cercano di dimostrare che Luca e Matteo vogliono dire le stesse cose¸ solo che non vogliono raccontare quello che è accaduto¸ perché in realtà non è accaduto niente¸ o meglio non è accaduto niente di quello che sembra sia descritto. Tutti e due convergono in un medesimo concetto fondamentale: Gesù non è vero che non c´è più¸ Gesù è qui con noi anche adesso¸ e opera continuamente nella nostra vita. Come dice Matteo: io sono con voi fino alla fine. E il testo non dice neanche che lui è scomparso. Dice che sul monte vedono Gesù¸ Gesù dice loro quelle poche cose che avete sentito¸ e non si dice neanche che scompare. Matteo vuol dire che Gesù¸ avendo superato i limiti della sua vita incarnata¸ adesso¸ come Dio¸ è dappertutto con coloro che si fidano di lui¸ che credono¸ e che sono disposti ad accettare la sua presenza e la sua azione. Matteo sa che tutto questo accade perché l´unico Dio è nello stesso tempo l´invisibile¸ incarnato e presente dappertutto¸ Padre¸ Figlio¸ Spirito. Anche questo è un modo di usare tre parole¸ dando l´impressione che ci siano tre divinitภmentre c´è un solo Dio. Dio è uno¸ e nella sua unità è colui che nessuno vedrà mai¸ è un uomo nel quale qualcosa di questa immensità di Dio si è resa presente¸ ed è presente in tutti nel modo limitato in cui può essere recepito da una povera mente limitata come la nostra. La trinità è semplicemente una triplice presenza¸ è una triplice operativitภè un triplice modo con cui il mondo esiste per grazia. Dio è il mondo¸ il mondo è Dio che vive fuori di sé. Ne parleremo. Adesso leggiamo con attenzione il racconto di Luca¸ per capire che dice le stesse cose di Matteo. All´inizio degli Atti vuol dire che adesso che Gesù è morto in croce¸ si ripetono le stesse cose¸ non gli stessi episodi intesi come fatti¸ ma si ripetono gli stessi misteri¸ gli stessi atti di divina presenza che ci furono durante la vita di Gesù. Perché è apparente la distanza temporale: Gesù è nato¸ ma rinasce continuamente¸ è morto¸ ma è come se morisse continuamente. Kairòs¸ il tempo come occasione¸ evento nel quale tutte le cose cambiano¸ punto decisivo. Luca è come se dicesse: quello che ho scritto nel vangelo è il modo di comportarsi di Dio nei nostri confronti¸ che da sempre è esistito¸ e che continuerà sempre ad esistere. E´ il kairòs che diventa cronos¸ cioè è la potenza vivificante di Dio che diventa momenti di assistenza e di aiuto alla vita¸ è la bontà infinita di Dio che diventa atti di misericordia per noi. Luca non si contraddice quando dice che nella sera di Pasqua Gesù è salito al cielo¸ e poi nel libro degli Atti dice che per quaranta giorni si mostrò vivo. Vuole dire la stessa cosa. E quei quaranta giorni li stiamo vivendo adesso. Quaranta giorni è un kairòs¸ il segno che in mezzo a tutte le vicende che accadono c´è la presenza divina che continua ad essere lí pronta per essere da noi accostata. Dio risorge continuamente¸ è vita che si rinnova¸ controllo della coscienza sempre in atto. Quella che Giovanni chiama la vita eterna è la vita che non si deteriora col passare del tempo¸ che non comincia e non finisce¸ perché è perennemente attiva¸ è Dio. In Gesù Cristo è apparsa questa relazione di Dio col mondo¸ che è relazione perenne¸ costante¸ che si è manifestata in vari avvenimenti¸ quello che Gesù fece e insegnò. Allora i quaranta giorni potrebbero essere i giorni nei quali i discepoli hanno ricordato quelle cose¸ il momento in cui hanno capito che quello che Gesù ha fatto è qualcosa che ha un valore perenne¸ una struttura ineliminabile del sostegno dell´esistente¸ il senso ultimo delle cose. La seconda lettura dice la stessa cosa nella forma delle vittorie sulle potenze nemiche¸ sui presunti satana¸ sulle dominazioni; una costante forza di salvezza del vivere¸ che è continuamente operante e presente. In Gesù si è manifestata guarendo un cieco¸ risuscitando Lazzaro¸ se l´ha fatto¸ guarendo un paralitico; ha pulito la mente delle persone con le beatitudini¸ dicendo di non attaccarsi alla ricchezza; alla fine ha fatto anche capire che non bisogna aver paura della morte perché c´è Dio. E tutto questo è un unico¸ grande mistero di presenza¸ direi parcellizzato in piccoli fotogrammi.