14 Maggio 2017- V PASQUA A - Atti 6¸1-7; 1Pt2¸4-9; Gv14¸1-12
Questo brano di vangelo fa parte di quei discorsi che¸ secondo l´evangelista Giovanni¸ Gesù avrebbe pronunciato uscendo dal cenacolo¸ mentre andava nell´orto degli ulivi¸ dove sarebbe stato arrestato. Questi discorsi sono molto lunghi¸ 4 capitoli collocati prima della morte di croce¸ come se Gesù cercasse di aiutare i suoi discepoli a superare lo scandalo della crocifissione. In Giovanni non è raccontata la Trasfigurazione che avrebbe tra i vari scopi quello di far vedere in anticipo la gloria del Risorto¸ perché i discepoli comprendessero che la crocifissione non era la fine di tutto.
Quindi sono discorsi che preparano l´interpretazione del significato della morte in croce di Gesù. - Mostraci il Padre- Il Padre è in me- Chi vede me vede il Padre- si potrebbero interpretare- Chi mi vede sulla croce ha visto chi è Dio -.
Infatti iniziano con - Non sia turbato il vostro cuore-¸ come dire: quando vedrete come va a finire¸ non spaventatevi.
Giovanni non vuole che la croce venga interpretata come un momento di dolore¸ sofferenza¸ smarrimento¸ paura¸ sconfitta¸ non vuole che di fronte alla croce ci si metta a piangere¸ perché vuole che la croce venga interpretata come un salto che porta¸ attraverso la morte¸ a Dio. Vede la crocifissione come una specie di mitica vittoria sul potere della morte¸ che apre la strada alla Vita.
Questo spiega la prima parte del brano che ha tutti i verbi al futuro: mediante la mia crocifissione io vado a prepararvi un posto¸ nella casa¸ che poi più che casa diventa un rivestimento della nostra persona¸ che impedisce di morire¸ cioè una trasformazione del corpo (la casa¸ come l´abito¸ sono considerati il prolungamento della corporeità).
Il posto che Gesù va a preparare non è la seggiola in paradiso¸ ma è la nuova funzione che riceveranno nella vita terrena¸ dopo la crocifissione.
Giovanni non è interessato più di tanto all´aldilภma a dire che Gesù Cristo ha trasformato la vita di questo mondo¸ adesso. Celebre la frase- Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna- poi aggiunge- e nell´ultimo giorno lo risusciterò-. Quello che più interessa è il cambiamento che avviene adesso¸ la vita eterna ce l´avete subito.
Eterna allora significa diversa¸ liberata dai limiti della finitezza umana¸ adesso.
Poi ci sarà la resurrezione; senza fermarsi mai a descrivere in cosa consiste; come una concessione a questa speranza che si era diffusa tra gli ebrei a partire dal 150 a.c.
Questa dimora¸ questo posto¸ è una vocazione praticamente per vivere quaggiù.
Dice il testo- Vi prenderò con me¸ perché dove sono io siate anche voi-. Dove sono io¸ è un´immagine apparentemente spaziale¸ ma in realtà è il segno di una condizione di vita- quello che tu ti senti di essere in questo mondo-.
All´inizio il Battista dice- è lui-¸ e loro lo seguono e gli chiedono- dove abiti-¸ - venite e vedrete-¸ -andarono e stettero con lui-.
Il- dove abiti- non è la richiesta di un indirizzo¸ ma è - come sei nella vita¸ come ti definisci¸ cosa rappresenti-. Lo stesso senso ce l´ha qui.
Lui dice: dopo la croce cambia il mondo¸ e cambiate anche voi; ma adesso¸ su questa terra.
Questo è confermato dalle due risposte¸ quella a Tommaso¸ e quella a Filippo. - Se conoscete me¸ conoscete anche Dio. Perché Dio¸ cosí come lo dovete immaginare¸ non dovete pensarlo come qualcosa di diverso da me-.
Non perché sia uno in carne ed ossa come Gesù¸ ma perché¸ come diceva il prologo¸ Dio nessuno l´ha mai visto¸ e come dice la prima lettera¸ solo alla fine lo vedrete cosí come egli è.
Come dire che non ci si deve immaginare com´è Dio¸ perché se no non si capisce più niente¸ ci si smarrisce.
Quello che si vede nell´umanità di Gesù è quello che è concesso di capire del senso della vita. Perché alla fine sapere chi è Dio vuol dire cercare di capire perché ci siamo noi¸ a cosa serviamo. Perché si deve sapere cosa devo fare di me stesso.
Cosí anche a Filippo dice: cosa ti serve vedere il Padre? Gesù è l´unico che ci dice tutto quello che ci è concesso di sapere di Dio.
Giovanni ci richiama al dovere di qualcosa di concreto¸ infatti la seconda parte del testo non è più al futuro¸ ma è al presente.- Chi rimane in me compie le opere- etc.
Solo Gesù dice chi è Dio.- Io sono un uomo che¸ per quel che può¸ ti fa capire quello che di Dio si può sapere. Io sono solo la porta-. E anche qui dice- Chi ha visto me¸ ha visto il Padre-.
Per quel che riguarda la vita quaggiù¸ quello che c´è in Gesù basta per capire perché ci siamo¸ e come possiamo trovarci bene nel mondo.
Che tipo di uomo è stato Gesù? Questo è quello che ci interessa. Il tipo di uomo che Gesù è stato è quello che ci fa star bene nella vita.
E Gesù è cosí umile che dice che se noi capiremo questo¸ faremo opere più grandi delle sue. Il cristianesimo ha fatto l´esperienza di tanti errori e sfaceli¸ ma ogni tanto fa anche l´esperienza di una bontà eccezionale¸ guarigioni¸ conforti¸ consolazioni¸ comprensioni del valore delle cose.
L´insistenza tipica di tutti i testi giovannei è conoscere-vedere¸ cioè il capire che senso hanno le cose. Il grande aiuto che ci dà Gesù è capire cosa è veramente bene¸ la preghiera serve a questo. Le cose grandi per il cristiano sono l´attività missionaria¸ di soccorso¸ benefica; anche se volete la difesa delle tradizioni¸ la ricerca di quello che è veramente utile. Non lasciarsi mai condizionare dalla paura della morte¸ vivere fino alla fine come se la morte non ci fosse.
Il brano di oggi della lettera di Pietro è un servizio che fa alla cultura ebraica dell´ Antico Testamento: stirpe eletta¸ sacerdozio regale¸ nazione santa¸ pietra scartata dai costruttori. Adopera categorie caratteristiche della cultura ebraica¸ per dire che da Gesù può venire la visione più illuminante del nostro posto nella vita.
Noi dobbiamo circolare tra tutte queste immagini¸ e ognuno di noi deve cercare di fare per se stesso¸ pensando a Gesù¸ e pensando al proprio carattere¸ abitudini¸ condizionamenti¸ come può riorganizzare la propria vita. Questo è il grande aiuto che ci dà Gesù¸ di renderci quello che¸ secondo il piano di Dio¸ è il nostro posto nella vita.
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