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Omelia DOMENICA DELLE PALME A del 9 Aprile 2017

9 Aprile 2017- DOMENICA DELLE PALME A - Mt 26¸14-27¸66 Faccio solo alcune considerazioni sulle caratteristiche del racconto di Matteo¸ dove è differente dagli altri evangelisti. Solo nella finale si nominano i farisei; prima non sono mai stati citati come responsabili del processo¸ e tutto è stato imputato ai sommi sacerdoti e agli anziani¸ non agli scribi che facevano parte del gruppo dei farisei. Evidentemente Matteo vuole che il lettore guardi con maggiore equilibrio la posizione dei farisei¸ che alla fine sono in fondo contenti che Gesù non abbia vinto¸ ma non sono colpevoli delle trame e di tutte le violenze e insulti che hanno accompagnato il processo¸ di cui sono soltanto responsabili soprattutto i sommi sacerdoti. Un´altra caratteristica riguarda la cena. Alla cena¸ secondo Matteo¸ partecipano soltanto i dodici. Non c´è nessun altro¸ non ci sono donne. La cena di Gesù non ha più il carattere della Pasqua ebraica¸ che era una festa di famiglia¸ dove intervenivano i bambini¸ per ricevere dai genitori il ricordo della liberazione dall´Egitto. La Pasqua di Gesù riguarda soltanto i dodici. E´ una novità. La liberazione non è la liberazione dall´Egitto¸ o da altre realtà mondane¸ ma è soltanto la liberazione dal peccato. Solo Matteo ricorda che il sangue è sparso per molti¸ e poi aggiunge¸ per il perdono dei peccati. Nessun altro evangelista ha questa clausola. Quindi è Matteo che concentra tutto sulla questione peccato. E fa venire in mente che il Battista era venuto per un battesimo di penitenza¸ minacciando il castigo; il sangue di Gesù dona la cancellazione del peccato¸ gratuitamente. Ed è questo che cambia la storia. Nasce quindi un nuovo giudizio di Dio sulla vita degli uomini; inizia l´era del perdono gratuito; non servono più i riti riparatori¸ e i sacrifici della cosiddetta antica alleanza; il contenuto del nuovo patto di alleanza tra Dio e l´uomo è soltanto la presenza di Gesù nel rito eucaristico. E´ importante questo. Gesù partiva dicendo che è l´Emmanuele¸ Dio con noi; come e in che modo è con noi? E´ con noi quando ricordiamo la cena¸ quando mangiando il pane e il vino facciamo memoria di lui che¸ come il pane e il vino¸ è diventato uno strumento a favore degli altri¸ e la sua presenza è quella della corporeità crocifissa¸ raffigurata nel simbolo del pane e del vino. E´ l´istituzione di un rituale simbolico¸ che elimina qualunque materialità fisica dal tentativo di onorare Dio¸ e colloca tutto nella riflessione dell´uomo suscitata dal ricordo di Gesù¸ e direi¸ lontanamente simboleggiata dalla riduzione a cosa utile per gli uomini¸ dell´esistenza di Gesù. Questa è una novità assoluta nell´evoluzione del pensiero religioso. Altro particolare che conferma quanto detto. Tagliano l´orecchio al servo del sommo sacerdote. Servo qui non significa un servo qualsiasi¸ indica il primo ministro dell´attività del sommo sacerdote. Mentre Luca dice che l´orecchio viene guarito¸ Matteo lascia l´orecchio tagliato¸ per dire che la casa del sommo sacerdote è diventata impura¸ non può più servire a nulla. Perfino la legge ebraica impedisce a un mutilato di essere rappresentante di Dio sulla terra. E l´ebreo questo lo capiva. Questa è un´altra delle cose che scompaiono dalla cultura. Ogni uomo¸ anche il più disgraziato¸ se anche ha una minima capacità di pensare¸ può avere contatto con Dio. Dio in ogni caso non dimentica nessuno. Questo è nascosto nel testo di Matteo. E´ la fine di una concezione¸ quella ebraica¸ di un potere sacerdotale. Come dice Gesù¸ e anche questo solo in Matteo¸ legioni di angeli potevano venire a difenderlo¸ ma non l´hanno fatto¸ perché¸ non l´ebraismo¸ ma questi aspetti della cultualità ebraica devono scomparire. E poi c´è Giuda. Lasciato solo come Gesù dai sommi sacerdoti.- A noi che cosa importa-? Vedete come la brutta figura di questi capi è ribadita continuamente. Ci sono sette narrazioni di suicidio nella bibbia. Se ne conoscono di solito due¸ quella di Saul e quella di Sansone¸ non si conoscono di solito le altre.. L´ultima¸ quella di un certo Licanore¸ nel secondo libro dei Maccabei¸ è commentata in questo modo: è morto nobilmente¸ piuttosto di diventare scherno degli empi. Questa valutazione del suicidio come atto di nobiltà può essere coerente con l´antica cultura dell´onore¸ però anche questa ci fa pensare. Il comandamento- non uccidere- non comprende la proibizione del suicidio. E anche questo dice molto sul rispetto di Dio per la libertà dell´uomo. Queste cose ci devono far pensare¸ in un mondo come il nostro ossessionato da un rispetto formale della vita¸ dal concepimento fino alla sua fine naturale! Senza sfumature! So che è pericoloso dire questo¸ però è la Scrittura che invita a questo pensiero. E´ il modo in cui è trattato Giuda¸ che è morto nobilmente. Più nobile di Pietro¸ che si è pentito¸ e ha recuperato la sua nobiltà col pentimento¸ uscendo fuori e piangendo¸ ma anche Giuda ha riconosciuto il male di se stesso¸ e alla fine ha deciso: è meglio che io scompaia subito; devo essere dimenticato. Penultima cosa. Pilato si lava le mani¸ dichiara di essere innocente. E il popolo dice: il suo sangue ricada su di noi! Solo Matteo ha detto: il sangue è versato per il perdono dei peccati. Implicitamente¸ in maniera che qualcuno ha definito ironica¸ dicendo questa parola le folle hanno meritato il perdono. Il suo sangue ricada su di noi¸ voleva dire che ci prendiamo noi la responsabilità. Stupidità della superbia umana! E il sangue di Cristo viene sparso anche per loro. Tutti possono essere perdonati. Poi ci sono i fenomeni fisici. La terra che trema¸ il velo del tempio che si squarcia¸ tombe che si scoprono¸ i morti che vengono fuori. Sono il parallelo negativo¸ che fa paura¸ di quell´altro fenomeno cosmico¸ che c´è solo in Matteo¸ la stella dei magi. Si era aperto il cielo per dire che Gesù è con noi¸ si spacca la terra per dire che il mondo cambia¸ comincia una nuova alleanza dove tutto può essere diverso da prima.