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Omelia EPIFANIA DEL SIGNORE del 6 Gennaio 2017

6 Gennaio 2017- EPIFANIA DEL SIGNORE- is 60¸1-6; Ef 3¸2-3a.5-6; Mt4¸12-17.23-25 Cercherei di concludere il discorso iniziato la IV dom di Avvento¸ sulla genesi di Gesù¸ quando dicevo che probabilmente Matteo intendeva dire che con Gesù finiva un’epoca e ne cominciava un’altra. Rifletterei su questo secondo capitolo di Matteo¸ compresa la parte dove si parla della strage degli innocenti e del ritorno di Gesù dall’Egitto¸ e perché sia stata necessaria¸ per compiere le profezie¸ anche la strage dei bambini innocenti e la fuga in Egitto. Perché la narrazione di Matteo ha voluto inserire queste avventure del piccolo Gesù¸ che Luca ignora completamente? I due racconti di Luca e Matteo non vanno d’accordo in nessun modo¸ e nessuno dei due racconti è storico¸ ma riflettono le opinioni teologiche dei due evangelisti. Uno degli scopi di Matteo è di presentare Gesù come il nuovo Mosè. Cosa intende dire Matteo quando presenta questi avvenimenti dicendo che questo è avvenuto perché si adempisse la profezia? La prima è l’inizio del capitolo undici del libro del profeta Osea¸ nel quale Dio¸ parlando del popolo di Israele¸ lo paragona ad un bambino che ha fatto venire dall’Egitto; un modo poetico per indicare che la liberazione dall’Egitto è stata in un certo senso l’infanzia di Israele. Matteo dice che la fuga in Egitto è stata voluta da Dio per Gesù¸ perché voleva chiamare dall’Egitto Gesù. Perché si avverasse il versetto di Osea- Dall’Egitto ho chiamato mio figlio-. A dire il vero non è tanto Mosè che emerge¸ ma Gesù rappresenta l’intero popolo di Israele. Dio ha voluto che Gesù fuggisse in Egitto¸ perché Gesù doveva rivivere quell’esperienza originaria di essere chiamato da Dio fuori dall’Egitto¸ per rivivere il significato profondo di tutta la storia di Israele. L’intenzione che Matteo aveva quando raccontava queste cose era di dimostrare che il popolo di Israele aveva finito il suo compito storico. Le profezie si sono già avverate due volte¸ cioè la prima volta nelle premonizioni e anticipazioni della storia dell’antico testamento¸ e poi¸ quando sono state vissute da Gesù¸ quello che era stato vissuto nell’antico testamento si può archiviare¸ non serve più¸ adesso ricomincia la vita di un nuovo Israele. Tuttavia in questa vita del nuovo Israele vissuta da Gesù rimane presente un mistero di sofferenza. Il mistero di sofferenza è proprio quello che porta alla fuga in Egitto¸ ma la fuga in Egitto per salvarsi dal tiranno Erode che vuole uccidere l’ipotetico concorrente¸ cosí come il faraone voleva uccidere tutti i primogeniti di Israele¸ e solo Mosè venne salvato dalle acque¸ ma poi gli altri bambini morirono¸ e quando venne chiamato fuori tutto il popolo ad abbandonare l’Egitto¸ a questo punto i primogeniti d’Egitto morirono tutti. Più in piccolo¸ questa tragedia¸ che sta alla base dell’infanzia di Israele¸ si è ripetuta nel caso di Gesù. Gli inconsapevoli colpevoli di questa tragedia sono i magi. Che poi sono stati trasformati dalla tradizione cristiana¸ che ha dimenticato tutto il resto¸ nel segno dei popoli pagani che vengono ad adorare il re di Israele¸ guidati dalla luce della natura¸ senza bisogno della bibbia. Per cui sono diventati i campioni di quel linguaggio del libro della natura di cui si parlava l’ultima domenica di Avvento. Rappresenterebbero la parte più inaspettata dell’umanità; sono degli astrologi¸ possessori di segreti di conoscenza¸ che sanno fare anche giochi di prestigio e ingannare. Dopo sono stati trasformati nel simbolo della sottomissione a Gesù di tutti i potentati del mondo¸ anche i più lontani ed estremi; quindi di un trionfo vittorioso di Cristo su tutti. Ma nella storia originaria non c’è nessun trionfo glorioso di nessuno¸ c’è semplicemente qualcosa che a noi sembrerebbe scandaloso¸ che i magi vengono avvertiti di cambiar strada al ritorno¸ per non informare Erode dell’abitazione di Gesù¸ perché non venga a scoprire chi è Gesù; per salvare Gesù bisogna far in modo che i magi cambino strada e tornino a casa tranquilli¸ in modo che Erode possa realizzare quello che c’è scritto nel profeta Geremia – Grande pianto in Rama- che è un villaggio vicino a Betlemme- è Rachele che piange i suoi figli perché non sono più-. E’ necessario che muoiano i bambini di Betlemme. Quindi si sacrificano i bambini di Betlemme per salvare Gesù. E questo è tremendamente scandaloso. E’ un testo che viene accantonato nell’interpretazione tradizionale; la chiesa ha fatto diventare santi innocenti i bambini¸ contenti di essere morti per salvare il vero salvatore che è Gesù. Cosí come nella vecchia storia dell’esodo i primogeniti degli Egiziani hanno salvato gli ebrei. Tutto è fatto per salvare Mosè¸ e adesso tutto è fatto per salvare Gesù. Questo è l’aspetto stranamente tragico della presentazione matteana delle cose. E’ necessario che ci sia stata questa serie di vittime innocenti. Forse¸ e questa è forse la più benevola interpretazione delle cose¸ Matteo vuol dire che¸ se Dio vuole¸ è l’ultima volta. È stato necessario¸ non succederà più. In questo senso lui dice: perché avesse adempimento la parola di Geremia-Rachele piange-. Rachele è la madre di Beniamino¸ e la tribù di Beniamino¸ nella storia di Israele finí per scomparire massacrata dagli ebrei stessi¸ in complicate vicende storiche. Geremia parla di questo¸ e poeticamente dice- Rachele piange¸ perché la tribù di Beniamino non c’è più-¸ e il testo di Geremia¸ che non è citato tutto nel nuovo testamento¸ dice anche – ma presto si rallegrerภperché al posto della tribù di Beniamino scomparsa¸ le verranno dati altri popoli¸ altri figli-. Quindi è positivo il testo di Geremia. La citazione che c’è nel vangelo di Matteo ignora questa seconda parte¸ e si conclude con quella frase¸ veramente triste- piange i suoi figli perché non ci sono più-. Perché Matteo non abbia citato anche la seconda parte rimane un mistero¸ però ci autorizza a pensare che volesse dire che quando è venuto Gesù ha in un certo senso ripercorso i momenti meno comprensibili¸ più misteriosi della storia di Israele¸ cioè che son dovuti morire in molti per salvare Israele; perfino per salvare Gesù¸ il nuovo popolo di Israele¸ c’è stato bisogno di morti innocenti¸ ma sarà l’ultima volta¸ non succederà più. D’ora in avanti regnerà la giustizia. L’altro tema sarà questo. Domenica prossima leggeremo che Gesù va a farsi battezzare dal Battista e il Battista gli dice – ma sono io che devo essere battezzato da te-¸ e Gesù gli risponde una frase enigmatica- lascia fare¸ dobbiamo compiere ogni giustizia-. Cosa vuol dire? Come dire che nei pochi giorni dell’infanzia di Gesù si è cancellato il passato¸ ma lo si è cancellato in un certo senso rivivendolo più in piccolo. Come dicendo che quello che sembrava essere un destino da ripetersi non si ripeterà più. Matteo cerca di ricostruire¸ senza riuscirci in maniera lineare¸ come se il passato fosse ritornato e si fosse scaricato su Gesù. La domenica successiva leggeremo quest’idea trasformata in un altro modo dall’evangelista Giovanni: ecco l’agnello di Dio che si carica i peccati del mondo. Sono tutte immagini mitologiche¸ poetico-narrative¸ per cercare di dire che è proprio finita quella continua catena di promesse che non si avverano¸ cambia il mondo. Si potrebbe obiettare che esiste ancora il dolore innocente¸ ma il tentativo di Matteo è quello di dire che Gesù lo ha preso tutto su di sé. E’ l’agnello di Dio che ha preso su di sé tutti i peccati del mondo. Più volte nel vangelo lo dirà: si è caricato dei nostri dolori¸ ha portato le nostre sofferenze. E’ diventato il capro espiatorio. Dio stesso ha detto- adesso basta¸ adesso scarico tutto sul mio figlio-¸ non ha risparmiato il suo unico figlio¸ ma l’ha dato per noi. Sia pure con una complicata struttura narrativa¸ l’epifania è festa di gioia per questo¸ perché quegli innocenti martiri sono gli ultimi che muoiono perché Dio lo ha voluto. D’ora in avanti Dio non vorrà più delle morti innocenti; se ci saranno ancora non abbiamo più diritto di colpevolizzare Dio¸ perché tutto quello che c’era di mortale Dio l’ha scaricato sul figlio. Questa è la visione del salvatore¸ che è presente in molta storia della riflessione cristiana¸ ed è caratteristica per esempio della visione luterana delle cose. Ecco perché il peccatore è gratuitamente perdonato¸ non ha neanche bisogno di pentirsi¸ Dio lo giustifica¸ perché ormai non accade più nulla che sia sofferenza immeritata¸ perché tutta la sofferenza se l’è presa addosso Gesù. E a noi ha lasciato tutto il bene possibile¸ quel poco bene che la natura è capace di darci¸ e tutto il male l’ha preso su di sé. In questo senso è il redentore. Capisco che è difficile comprendere queste cose¸ ma probabilmente questo è il senso profondo di questi brani.