» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia I AVVENTO A del 27 Novembre 2016

27 Novembre 2016- I AVVENTO A – Is¸2¸1-5; Rm 13¸1-14a; Mt22¸37-44 La prima lettura: utopie che non si sono mai realizzate e non si realizzeranno mai. E´ una specie di conforto per gli abitanti di Gerusalemme¸ prospettando loro che verrà finalmente un giorno nel quale tutti andranno a Gerusalemme per convertirsi. L´intento è religioso. Le profezie che parlavano di Gerusalemme sono arrivate a Roma¸ che nonostante nella storia abbia commesso crimini e delitti¸ è tuttavia la città da cui esce una parola di speranza e di bontภgrazie alla presenza del papa. Il vangelo va in tutt´altra direzione. Il brano si trova soltanto in Matteo e Luca¸ e deriva dalla fonte più vicina ai tempi di Gesù. Si dice che lui avrebbe detto: guardate che quando viene il Figlio dell´Uomo¸ un Gesù trasformato¸ che non è più quello che guarisce i malati e porta pazienza¸ verrà come è venuto il diluvio. L´annientamento di tutti tranne uno¸ perché tutto il mondo merita di essere distrutto. L´avrà detto veramente Gesù? E se l´ha detto¸ quando¸ per chi¸ con che scopo l´ha detto? -Come nei giorni del diluvio....non si accorsero di nulla- è una condanna dell´incapacità dell´uomo di capire le vere difficoltà verso le quali può andare la storia. Cosa vogliono dire queste immagini prese dall´assedio¸ uno sarà preso e l´altro lasciato? Luca aggiunge un secondo esempio: non solo come ai tempi di Noè¸ ma anche come ai tempi di Lot¸ quando nessuno si accorgeva di qual´era il dovere civico¸ e allora venne il fuoco dal cielo e li sterminò tutti¸ tranne Lot. Il giorno del Figlio dell´Uomo¸ il Cristo che dobbiamo attendere è colui che compie questa severa selezione? Il testo è stato scritto perché noi abbiamo un salutare timore e¸ altro che – io credo risorgerò-¸ ma se io non credo bene sarò bruciato insieme a tutti? Forse Gesù le ha dette come ultimo tentativo di convincere gli ebrei a credere in lui. Ma perché avrebbe dovuto fare questo? Perché era convinto che venisse presto la fine del mondo? Cosa c´è alle spalle di questo testo? Sono solo finzioni letterarie? La scrittura sta sempre tra due estremi: una promessa di felicità senza fine¸ una minaccia di castigo mortale. E´ la dialettica tra questi due elementi¸ la paura e la speranza¸ il livello a cui devono essere interpretati questi testi? Riconducendoli alla struttura stessa dello sviluppo dell´umanitภche è sempre un superamento di contrasti¸ il quale porta a un miglioramento continuo¸ a costo di continue rinunce agli errori precedenti. Quella dialettica per cui i contrasti devono esplodere perché si capisca il loro errore e si reintegrino in una sistemazione superiore. Un continuo bilanciamento tra egoismo e altruismo¸ si combatte¸ e poi ci si accorge che bisogna fare un passo avanti. E´ per questo che sono stati accostati nella liturgia un passo che dice: tutti verranno¸ e un vangelo che dice: attenti che forse non ci sarà nessuno che può venire? Quanto è seria la questione di lavorare e impegnarsi per un futuro migliore¸ con quali mezzi¸ con quali sacrifici¸ con quali vittime! E´ cosí?