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Omelia XXVII DOM.T.O. C del 2 Ottobre 2016

2 Ottobre 2016- XXVII DOM.T.O. C- Ab1¸2-3;2¸2-4;2Tm1¸6-8.13-14; Lc 17¸5-10 Siccome nei primi versetti del vangelo si parla della fede¸ è stata scelta come prima lettura una serie di versetti dal libro del profeta Abacuc:- Il giusto vivrà per la sua fede-¸ che è diventata la bandiera dei primi protestanti. Paolo cita questa frase nella lettera ai Romani¸ intendendola in un senso diverso da come l´aveva intesa Abacuc. Abacuc ragiona come un cattolico: chi è giusto merita di essere aiutato dal Signore¸ e quindi vivrà. Paolo capovolge il senso della frase¸ e intende che il giusto vivrà non grazie alle opere¸ ma grazie alla fede. Questo modo¸ direi giuridico¸ stizzoso¸ di interpretare la scrittura ha dato origine al protestantesimo. Con il protestantesimo va d´accordo la seconda parte del vangelo: quando avete fatto il vostro dovere¸ dite – siamo servi inutili-. Ma due o tre domeniche fa c´era il contrario; perché nel vangelo c´è il tutto e il contrario di tutto. Alcune domeniche fa c´era: se voi starete svegli¸ e il padrone arriva di notte¸ vi servirà lui a tavola. Quindi il contrario di quello che si dice nel vangelo di oggi. E quello di domenica scorsa va d´accordo col modo di ragionare di Abacuc: se sei stato bravo¸ ti sei impegnato¸ hai fatto bene il tuo dovere¸ meriti un premio. Il concetto di Dio che premia il giusto che ha meritato con le sue opere. La tipica visione ortodossa e cattolica del rapporto Dio-uomo. I protestanti l´hanno capovolta¸ adoperando altri testi della bibbia¸ che dicono il contrario¸ come la finale di oggi del vangelo di Luca: quale padrone tornando a casa¸ vedendo che il servo ha fatto bene tutto¸ gli dirà- bravo¸ grazie-? Gli dirà- hai fatto quello che dovevi fare¸ servimi adesso!-. Nella bibbia si trova di tutto¸ e per questo bisogna ragionarci sopra¸ perché se si prende una frase¸ ci si concentra su quella¸ e la si legge cosí come è scritta¸ credendo che l´unica interpretazione possibile sia quella che vi è venuta in mente¸ finite per costruire sulla sabbia delle teorie¸ che se poi diventano dogmi è un disastro¸ come ha dimostrato la storia della frattura fra cattolicesimo e protestantesimo¸ per l´ostinazione nel seguire una sola interpretazione possibile di un testo. Dalla prima parte del vangelo si potrebbe ricavare un concetto di fede del tutto distorto. L´anno scorso abbiamo letto in Marco: se aveste fede potreste dire...e vi ubbidirebbe. Questa idea che con la fede si ottiene tutto¸ anche l´impossibile¸ cioè che un gelso¸ per un tuo comando¸ si trapianti nel mare¸ o che una montagna vada nel mare¸ è paradossale. Storicamente è quasi certo che è stato Gesù a dire queste cose¸ perché si trovano in Marco¸ Matteo e Luca¸ e si trovano più volte. Ciò vuol dire che erano presenti¸ queste frasi¸ sia in Marco¸ che in quell´altra fonte¸ forse più antica del vangelo di Marco¸ che è stata adoperata da Matteo e da Luca. In Marco questa idea¸ che con la fede si ottiene tutto¸ è collocata dopo la maledizione del fico¸ quando Gesù andando a Gerusalemme¸ non è la stagione dei fichi¸ vede un albero di fico¸ guarda se c´è qualcosa da mangiare¸ non trova niente¸ e maledice il fico; il giorno dopo¸ ripassando di lí¸ trovano che il fico si è seccato¸ tutta la pianta¸ e Pietro dice- guarda Signore¸ il fico che hai maledetto si è veramente seccato-. E Gesù gli risponderebbe: potete farlo anche voi. Stanno attraversando il monte degli ulivi¸ e Gesù dice a Pietro: se voi¸ credendo fermamente che quello che dite succederภin nome di Dio¸ potete dire a questo monte¸ sul quale stiamo camminando¸ -spostati e buttati nel mare¸ (nelle giornate limpide si vede in lontananza il Mar Morto) e lui vi ubbidirebbe-. Questa visione della fede¸ che Marco commenta dicendo che uno deve credere che quello che lui chiede è già successo e allora gli succederภè una visione magica della fede¸ che naturalmente non funziona. Di solito nella vita quello che si spera non accade¸ e per fortuna qualche volta anche quello che si teme non accade. Questo ragionamento chissà se poi Gesù l´ha detto in questa forma¸ questo ragionamento ha una visione di fede di tipo magico¸ automatico. San Paolo la conosce e nel cap. 13 di prima Corinti dice: se anche avessi una fede da trasportare le montagne¸ se non ho la caritภnon vale niente. Quindi Paolo conosce e contesta. Questa stessa frase si trova anche in Matteo e in Luca. In Matteo si trova due volte¸ una¸ come Marco¸ a proposito del monte. Matteo però aggiunge il paragone del seme di senape: se voi aveste una fede piccolina come il seme di senape¸ ma con la convinzione che se lo dico e ci credo succede¸ potete dire a questo monte buttati nel mare. In un capitolo precedente Matteo ripete la stessa cosa¸ usando ancora l´immagine del seme di senape: se aveste una fede come un seme di senape potreste dire a questo monte¸ spostati da qui a lภe lui si sposta. Luca non racconta la faccenda del fico maledetto. Queste cose ve le dico perché vi rendiate conto che questa gente ci ha pensato su molto¸ quando scriveva queste cose¸ e ogni scrittore ha cercato di dare un senso che fosse accettabile a delle parole misteriose che non riuscivano a capire cosa volessero dire. Luca¸ dovendo farsi leggere anche dai non ebrei¸ ha mantenuto la fede piccola come un granello di senapa¸ però ha tirato via il monte e ha parlato di un gelso. Perché Gesù avrà fatto questo esempio? Difficile che si sia passati dal gelso alla montagna. E´ più probabile che Gesù abbia detto montagna. Luca colloca queste parole del Signore non nei giorni immediatamente precedenti la passione¸ a Gerusalemme¸ ma le colloca in Galilea. Allora il mare di cui si parla in Luca non è il mar Morto¸ dove i pesci muoiono¸ ma è il mare di Galilea¸ e allora il testo di Luca può voler dire: se aveste fede direste a questo gelso- vai a piantarti nel lago¸ sulla riva del lago di acqua dolce¸ e vedrai che diventi un grande albero-. Luca suggerisce allora che bisogna domandarsi se queste frasi sullo spostamento della montagna¸ che qui è diventata un gelso¸ predicono distruzione o predicono vitalità. Quando Marco colloca il primo detto dopo la maledizione del fico¸ e il fico si è seccato¸ l´impressione è che se dici- montagna spostati nel mare- vuol dire- montagna precipitati e annega nel mare¸ scompari-. E´ la distruzione¸ è il castigo. Ma è questo che veramente Gesù intendeva? Luca non ha voluto che la cosa apparisse distruttiva; ha cercato di barcamenarsi¸ perché la frase non poteva ometterla¸ perché faceva parte della tradizione. Ecco perché siamo quasi sicuri che è Gesù che è alla base di questo detto. Luca mette il gelso¸ e dice- se voi aveste fede come un granello di senape¸ avreste un successo strepitoso¸ sarebbe come se diceste a questo gelso di andare nel mare di Galilea¸ dalle acque dolci-. Luca ha trasformato tutto in una promessa di rinascita¸ di salvezza¸ di sviluppo. Tu hai soltanto un granellino¸ ma se questo granellino è la fede in Dio cambierà il mondo. Giovanni Battista¸ citando Isaia¸ aveva detto- Spianate le colline¸ create una strada pianeggiante e diritta¸ livellate i monti-. Il detto di Isaia- Il monte Sion diventerà il più alto di tutti i monti¸ e tutti verranno-. Le montagne servono¸ nella tradizione dell´a.t. per dire che¸ pur essendo apparentemente stabili¸ nelle mani Dio possono spostarsi. Forse Gesù¸ quando ha maledetto il fico¸ lo ha maledetto perché gli ebrei capissero che il loro tradizionalismo stava togliendo vita e acqua¸ e non serviva più¸ come una montagna che scomparisse nel mar Morto. Allora il significato di questo concetto di fede non è la magia¸ è la forza della speranza. Se tu hai fede¸ ma hai la fede giusta¸ non è questione di quantitภse hai fiducia in Dio¸ non preoccuparti¸ questa fiducia sarà capace di trasformare¸ di appianare le difficoltภsarà il cambiamento del mondo. Uno può continuare a fare l´esegesi come l´aveva fatta Marco¸ cioè dare l´impressione di una maledizione. Bisogna anche maledire qualcosa¸ nel senso che bisogna sopprimere la cattiveria e il male¸ però al suo posto bisogna far crescere il bene. E sapere che per far crescere il bene basta quel poco di fede che tutti noi abbiamo¸ perché¸ e in questo possono avere buone ragioni i protestanti¸ crescerà non per opera nostra¸ che siamo servi inutili¸ ma per opera dello Spirito Santo. Noi facciamo il meglio che possiamo¸ però alla fine diremo:- Non sono cosí stupido da pensare che sono stato io¸ è Dio alle mie spalle che lavorava-. E tutto si concilia¸ e quella che sembrava una contraddizione diventa una dialettica positiva. A leggere con attenzione si vedono i contrasti¸ ci si pensa su¸ e alla fine si trova un´idea conclusiva che ha il suo senso¸ e che parla di salvezza¸ di speranza¸ di fiducia nel futuro.