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Omelia XXII DOM. T.O.C del 28 Agosto 2016

28 Agosto 2016-XXII DOM.T.O.C- Eb 12¸18-19.22-24a La lettera agli ebrei cerca sempre di dimostrare che tutto quello che si faceva nell´a.t. non si fa più¸ perché Gesù ha capovolto ogni cosa. Nello stesso tempo però¸ mentre dice che con Gesù si è capovolta la situazione¸ e non ci sono più sacrifici¸ non c´è più bisogno di digiunare¸ non ci sono più sacerdoti¸ ognuno è sacerdote di se stesso¸ allo stesso tempo cerca di trovare¸ all´interno dell´a.t. dei paragoni¸ ad esempio la figura di Melchisedec¸ per dire che è vero che Gesù ha capovolto tutto¸ però se si legge attentamente all´interno dell´a.t. si trova che c´erano già dei piccoli indizi che questo sarebbe accaduto. Cosí¸ in maniera molto intelligente e se volete molto furba¸ cerca di convincere gli ebrei che devono accettare questo rivolgimento completo¸ per cui scompaiono tutte le loro vecchie tradizioni¸ però non è un rinnegare totalmente l´a.t.¸ perché se lo leggono con attenzione si accorgono che qua e là ci sono dei punti che fanno capire che verrà un tempo in cui cambia tutto. E questo tempo in cui cambia tutto è adesso¸ nella storia¸ non è tanto quello dell´aldilà e della risurrezione. Adesso nella storia cambia tutto. Nel brano che abbiamo letto si dice:- Voi non avete più l´esperienza religiosa come quella dell´Esodo¸ del Sinai¸ quando c´è stato il terremoto¸ il Sinai sembrava un vulcano perché c´erano fiamme¸ lampi¸ tuoni¸ e voi avevate paura; e c´erano parole divine che non potevate ascoltare-. Ci vuole molto coraggio per un autore ebreo che dice che in fondo per secoli abbiamo osservato la legge per paura. Adesso lo facciamo liberamente¸ come figli. E dopo aver detto che è passata la paura¸ dice un´altra cosa importante:- Vi siete avvicinati al monte Sion¸ alla città del Dio vivente¸ alla Gerusalemme celeste¸ a migliaia di angeli¸ all´adunanza festosa e all´assemblea dei primogeniti-. Difficile dire chi sono questi primogeniti¸ i primi seguaci di Cristo¸ che è il primogenito.- I cui nomi sono scritti nei cieli-. Quindi queste cose le vedono dalla terra. L´autore intende dire che loro¸ questi primi cristiani¸ dimenticano la paura del Sinai¸ e anche il contorno di forza e di terribilità che c´era nel Sinai¸ e vedono invece¸ qui sulla terra¸ adesso¸ il monte Sion¸ la città del Dio vivente¸ la Gerusalemme celeste¸ migliaia di angeli¸ l´adunanza festosa. In un certo senso tutto quello che nell´Apocalisse interrompe le catastrofi e viene visto in cielo¸ qui si dice che è quello che il cristiano vede adesso quaggiù sulla terra.- Vede il Dio giudice¸ gli spiriti dei giusti resi perfetti¸ e soprattutto vede Gesù mediatore dell´alleanza nuova-. La cosa interessante è questa: questo vedere adesso queste cose significa¸ detto con parole nostre¸ avere un patrimonio di immagini¸ se volete un patrimonio di fantasie¸ un patrimonio di immagini mentali¸ che adesso¸ nella vita¸ ci accompagnano. Cioè significa avere¸ dentro nella nostra mente¸ queste figure della vita buona¸ della vita come dovrebbe essere¸ della protezione divina della vita. C´è qualcosa di platonico in questo modo di ragionare. Diceva Platone che è più vero quello che tu pensi con la tua mente¸ quello che tu immagini¸ che non la realtà concreta. La realtà concreta è spesso una brutta copia¸ che non è riuscita bene: il lavoro¸ la casa¸ la famiglia¸ la politica. Ho visto i funerali di quelli che sono morti nelle zone terremotate. Se non avessimo gli angeli¸ se non avessimo l´idea di un paradiso! Il vescovo ha ben detto:- Sono in Dio¸ non sono nel nulla-. Anche se non è vero¸ lo dico spudoratamente¸ anche se non è vero¸ il cristianesimo ci ha fornito una qualità di immagini che permettono alle persone di sopravvivere al dolore che non ha senso. Attenti bene¸ che bisogna stare attenti a non dire la parola Dio¸ altrimenti si rovina tutto. Perché allora viene la domanda:- Ma Dio¸ che è Signore del cielo e della terra¸ perché non è intervenuto-? - Perché non può-? Allora che Dio è? Secondo Matteo si occuperebbe dei gigli del campo¸ che son vestiti meglio di Salomone; quanto più voi! E i terremotati diranno:- Ah sí¸ quanto più noi? I gigli del campo e gli uccelli del cielo si son salvati e qui siamo morti in trecento-. E tu dove sei¸ Dio? Bisogna cambiare la nozione di Dio. Bisogna che la teologia si decida finalmente. Con le forze della natura Dio non c´entra¸ non se ne occupa¸ le lascia andare come vogliono¸ non sa probabilmente che muoiono degli uomini. Bisogna rivedere il concetto di onniscienza¸ di onnipotenza; il concetto stesso di Dio deve essere mutato¸ se no non regge più¸ non regge più perché la bibbia lo distrugge¸ contraddicendosi. Questo è il grande lavoro che i teologi devono fare. Qualcuno l´ha tentato. Bonhoeffer è stato il primo. Ma l´impegno non è stato assunto con la sufficiente forza mentale. Dobbiamo essere riconoscenti alla tradizione cristiana perché¸ reali o non reali¸ angeli¸ Gerusalemmi celesti¸ paradisi¸ stelle¸ sono un conforto indispensabile per la vita. Se non avessero neanche questo! Non so come fanno i giapponesi¸ penseranno che gli antenati raccolgono quei morti. Le tragedie prodotte dall´uomo non hanno lo stesso effetto¸ perché lí ci sono dei colpevoli; le tragedie come il terremoto e altre¸ se non c´è una immaginazione religiosa¸ la quale ti regala un conforto¸ e diventa vera nella tua mente¸ perché ne hai assoluto bisogno¸ ti fa sopravvivere¸ ti fa accettare la disgrazia che è accaduta. Questo basta¸ secondo me¸ per essere riconoscenti alla tradizione cristiana¸ che questo passo di Ebrei ha anticipato. - Voi non avete visto chi vi ha fatto paura¸ voi avete visto¸ nella predicazione¸ nell´esperienza¸ avete visto nella morte di Gesù¸ una vicinanza di Dio¸ che promette che al di là di questo mondo¸ del quale sembra che Dio non si occupi¸ c´è qualcosa. E per quelli che ieri accettavano che si dicesse loro- sono in Dio¸ sono in cielo¸ sono diventati come un angelo- questo diventa vero. Il concetto di verità spesso coincide con quello che è necessario alla nostra mente per continuare a vivere e a riconciliarsi con quello che accade. E´ vero ciò che è utile al procedere di tutti i nostri progetti e all´accettazione di tutto quello che accade. Come diceva San Tommaso¸ il vero¸ il bene¸ il bello sono la stessa cosa. E a pensarci bene¸ il bello e il buono non sono mai realtà soltanto oggettive. Ciò che è bello per me non è bello per un altro; ciò che è buono per questo non è buono per l´altro. Sono relative alla debolezza e alla limitatezza dell´uomo. In questo senso noi abbiamo una religione vera in cui crediamo. Perché sperimentiamo che cancellando tutto¸ cancellando il cielo¸ cancellando il paradiso¸ cancellando gli angeli¸ che oggettivamente devo dire che non ho la prova che siano realtà esistenti cosí come le pensiamo¸ ma quello che devo tener vivo è che io ho il diritto e il dovere di pensarli e di immaginarli. Sono miei pensieri¸ mie immagini. Ad essi forse equivale qualcosa di completamente ignoto¸ come è ignoto Dio. Ma queste forme linguistiche e immaginative sono una grazia di Dio¸ un dono del cielo. Vedete che uso queste parole che sono prive di contenuto! Sono la nostra medicina e la nostra salvezza. Nonostante tutti i dubbi¸ dubbi che io personalmente coltivo con interesse perché voglio andare alla radice del problema¸ io credo fermamente in queste cose¸ come le cose più utili¸ più buone¸ più necessarie¸ e come tali dico anche più vere¸ nel senso di efficaci. Questa illogicità della fede è quella di cui ogni tanto abbiamo bisogno¸ e che non dobbiamo mai disprezzare e trascurare.