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Omelia III Domenica di Avvento, Anno A del 12 dicembre 2004

12 Dicembre 2004 – III AVVENTO A –Is 35¸1-6.8.10; Gc5¸7-10; Mt 11¸2-11 Le letture di questa domenica sono uno dei numerosi esempi¸ ce ne sono altri¸ nei quali si riflette una certa polemica¸ o una certa contraddizione riguardo alla figura di Giovanni Battista. Perché è evidente che Gesù loda Giovanni Battista in maniera¸ direi¸ perfino esagerata - Fra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista-. Quindi¸ per esempio¸ neanche Mosè sarebbe più grande di Giovanni Battista. Ma¸ son frasi che si dicono cosí¸ però volendo essere pignoli uno potrebbe dire - Esageri-. Per un ebreo dire che uno è più grande di Mosè rasenta la bestemmia. Più grande di Abramo? E poi la botta - Tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui- che va a capire cosa significa. Quindi è evidente che il brano contiene una tensione fra il dovere che si deve dire tutto il bene possibile di Giovanni Battista¸ però nello stesso tempo bisogna ridimensionarlo¸ e drasticamente ridimensionarlo. Perché con il regno dei cieli accade qualcosa che Giovanni Battista non poteva neanche sognarsi. E che cosa? E capite poi che se Giovanni Battista è poi il più grande fra i nati di donna direi che con lui viene emarginato tutto il passato¸ giudaico e non giudaico; perché il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di tutti i grandi che ci sono stati. E queste capite che sono frasi pretenziose¸ che rasentano la superbia¸ e bisognerebbe capire che cosa vogliono alludere¸ che cosa vogliono dire. Perché il più piccolo nel regno dei cieli è più grande del Battista? Che cosa c´è nel più piccolo nel regno dei cieli che supera il Battista? Io non ho ancora trovato nessuno che mi abbia dato una risposta a questa domanda. Non lo so perché. E´ certamente una frase volutamente provocatoria. Io non so dirvi per quale ragione il più piccolo del regno dei cieli è più grande del Battista. Vorrei sperare che non si tratti di un´affermazione antropologica o antropocentrica¸ cioè che nell´uomo che fa parte del regno dei cieli c´è una grandezza inarrivabile. Eventualmente posso accettare da cristiano che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni Battista perché riceve da Dio dei doni che Giovanni Battista non ha ricevuto¸ perché è oggetto di un amore divino¸ di una grazia che Giovanni Battista non aveva. Non vorrei insomma che il paragone venisse fatto sulla base di una meritocrazia umana¸ per cui il più piccolo nel regno dei cieli ha una dignità maggiore di quella del Battista. Perché? In che cosa consiste questo? E´ una frase paradossale evidentemente. L´onere di spiegarla¸ se la frase l´ ha detta Gesù sta a lui e lui non ce l´ ha spiegata¸ ed io sinceramente non riesco a trovare una risposta sensata che possa rispondere a questa domanda. Che cosa c´è di più grande? Noi siamo nel regno dei cieli? Apparteniamo a Dio? Questo vorrebbe dire la frase - Essere nel regno dei cieli -. E che cosa c´è di più grande in noi rispetto a Giovanni Battista? Se voi trovate una risposta a questa domanda! A parte che ogni risposta che ci possa venire in mente è puramente ipotetica¸ perché il testo non ci dà nessun appiglio per capire in che cosa consiste questa superiorità. E la cosa si ribalta un po´ su tutto il cristianesimo¸ perché il cristianesimo ha ritenuto di poter affermare¸ in epoche passate¸ s´intende¸ oggi non più¸ però ha ritenuto di poter dire che c´è nella nostra fede una superiorità rispetto a tutte le altre religioni¸ c´è un qualcosa di più. E cosa? E perché il più piccolo che sta con Gesù Cristo è più grande di tutti quelli che l´ hanno preceduto? Che cosa c´è dentro? Ripeto¸ si può cercare una risposta¸ ma ogni risposta sarà solamente una nostra umile ipotesi¸ che potrà essere sostenuta¸ potrà essere valorizzata¸ ma è difficile avere la certezza di aver trovato la strada giusta. La prima parte del Vangelo potrebbe suggerirci¸ non dico una risposta alla domanda¸ ma forse un orientamento. Perché il Battista non è sicuro che Gesù sia quello che lui si aspettava? Cosa manca in Gesù che non convince il Battista? - Sei tu quello che deve venire o bisogna aspettarne un altro-? Che cosa ha sentito dire il Battista di Gesù e che cosa è che non lo convince¸ ripeto¸ e che secondo lui gli manca? Anche qui dobbiamo inventare delle risposte¸ e potete provare anche voi a inventare le vostre risposte. La maggioranza dice¸ tenendo conto di quello che abbiamo sentito domenica scorsa¸ che siccome il Battista si aspettava che quello che veniva dopo di lui fosse più potente di lui¸ che avesse in mano il ventilabro¸ potesse mettere la scure alla radice degli alberi¸ per pulire la sua aia¸ bruciare la pula¸ il Battista pensava che dopo di lui sarebbe venuto il giudice¸ quello che avrebbe definitivamente purificato il mondo¸ cacciando via tutti i malvagi¸ tutto il male¸ tutti gli operatori di malvagità. Questo sembra di capire che il Battista si aspettasse. E siccome Gesù non fa niente di tutto questo¸ perché gira modestamente nei villaggi della Galilea¸ chiamando discepoli¸ guarendo malattie¸ aiutando i bisognosi¸ Giovanni Battista si domanda - Ma questo qui è ancora uno che sta preparando il terreno; dov´è la soluzione dei problemi-? Perché il Battista pensava¸ cosí supponiamo noi¸ intendiamoci¸ che la soluzione dei problemi fosse un´energica azione di Dio per "ripulire la sua aia"¸ l´immagine è chiara: quindi la condanna dei malvagi¸ la rivendicazione del diritto dei giusti. E allora¸ come domenica scorsa avevo giocato su due parole confrontando¸ se vi ricordate¸ la salvezza come conversione e la salvezza come redenzione¸ oggi mi servo ancora di una parola¸ ma ripeto la parola immiserisce il concetto¸ ma tanto per avere qualcosa da tenere a memoria¸ la salvezza come rivendicazione¸ la immaginava il Battista¸ la salvezza¸ oserei dire¸ come vendetta¸ visto che la parola c´è nella prima lettura e non son riusciti a tirarla via¸ nonostante tutta la dolcezza della prima lettura - Dite agli smarriti di cuore " Coraggio¸ non temete¸ ecco il vostro Dio. Giunge la vendetta¸ la ricompensa divina; egli viene a salvarvi"-. Dopo sí¸ c´è la cosa carina - Si apriranno gli occhi ai ciechi-. Ma la salvezza come pulizia¸ morale s´intende¸ per caritภnon etnica¸ lo sterminio dei malfattori; lo sterminio è parola grossa¸ l´eliminazione del male e degli operatori di male. Questa è la salvezza come rivendicazione del diritto dei giusti¸ la salvezza come vittoria¸ la salvezza come riuscita nella battaglia per la giustizia. Il Battista forse si aspettava questo. Allora la domanda diventa seria - E Gesù è disposto a fare questo¸ è venuto per questo¸ o no-? Ecco¸ capite che qui la cosa si fa seria. Gesù¸ e i suoi discepoli dietro a lui¸ quelli che poi nelle beatitudini sentiremo chiamare -gli operatori di giustizia- sono quelli che combattono il male e cercano di vincere e di eliminarlo? Sono i portatori di una salvezza come rivendicazione del diritto degli oppressi? Aspirano a una specie di vittoria sul male¸ ottenuta mediante la potenza¸ la scure posta alla radice degli alberi¸ la minaccia¸ l´imposizione del diritto¸ il combattimento per la giustizia? Cerco di accumulare i sinonimi perché vorrei descrivere come si può diversamente immaginare quest´azione che è sempre però di tipo rivendicativo. E´ questa la salvezza? O forse questa è la salvezza come la pensava il Battista? E come l´ hanno pensata molti cristiani¸ molti papi¸ molti arcivescovi e vescovi in epoche passate¸ molti teologi e sociologi cristiani. La salvezza come vittoria sulle forze del male. Ottenuta mediante le giuste alleanze con principi cristiani¸ le sacrosante guerre contro i malfattori¸ la diffusione della verità mediante gli strumenti della comunicazione sociale¸ la vittoria nella lotta contro il " Grande fratello"¸ la stupidità delle televisioni¸ l´orrore dei reality shoes¸ che sono veramente orrendi¸ ma perché brutti oltre che perché immorali¸ la lotta contro tutto questo perché la salvezza viene dalla verità che si impone¸ dalla giustizia che trionfa. Tutta questa dimensione è di Gesù o è del Battista? O è di tutti e due? E´ del regno di Dio o non lo è? Quando Gesù dice di rispondere a Giovanni - Ma guardate cosa succede: i ciechi riacquistano la vista ( a parte che direi c´è un po´ di grancassa di propaganda¸ perché si fa propaganda bluffando un po´¸ perché non è che tutti i ciechi recuperano la vista e tutti i morti risuscitano perché c´è Gesù; qualcosina succede di questo¸ lui ingrandisce le cose¸ altro che Emilio Fede) quando però risponde cosí al Battista cosa intende dire Gesù? Intende forse dire che la salvezza non va pensata come la pensava il Battista¸ cioè non va pensata come la vittoria sul male che domina¸ ma va pensata come¸ ecco qui mi occorre la parola dopodiché finisco la predica¸ Gesù vuol forse dire che nel piano di Dio la sua salvezza - Vieni Signore salvaci - consiste soltanto nel soccorso ai bisognosi¸ nella tenerezza verso i sofferenti¸ nella cura dei deboli? Non necessariamente nella guarigione; alle volte bisogna accontentarsi della cura. E´ forse solo questa umiltภquesto ridimensionamento delle speranze di vittoria¸ questo accontentarsi del poco¸ che qualche storpio possa camminare¸ che qualche cieco possa avere un barlume di vista¸ che qualche moribondo possa durare qualche ora di più¸ ridimensionando la propaganda evidentemente. La grandezza del più piccolo nel regno dei cieli sta forse nel fatto che modera le speranze e i sogni¸ si accontenta di poco¸ e che è un samaritano che cura con modestia le ferite¸ e si accontenta di qualche piccolo miglioramento per chi sta molto male? Che ringrazia Dio perché non c´è dono più grande di questo e non c´è da aspettarsi nessuna cosa più grande di questa? Cioè di una spugna con un po´ d´acqua per consolare un crocifisso che sta morendo? La grandezza del cristianesimo è forse quella di non aspettarsi nulla più di questo? Lascio a voi la risposta.