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Omelia XI DOM. T.O. C del 12 Giugno 2016

solo audio (mancano poche frasi introduttive all´inizio) La severità che Dio usa verso Davide è spiegabile. Davide ha ucciso e sarà continuamente in pericolo di essere ucciso. Il n.t. cambia posizione¸ però nella vita di Gesù non si incontrano mai peccatori che abbiano compiuto delitti veramente efferati e imperdonabili. Soltanto il ladro sulla croce forse poteva essere anche un brigante¸ ma forse era soltanto un ladro¸ e in ogni caso viene aiutato da Dio mentre si sta eseguendo la sua doverosa condanna a morte. Per il resto Gesù non ha mai perdonato un assassino¸ o uno scassinatore. Ha perdonato i pubblicani¸ cioè degli eventuali esattori disonesti. Anche in Gesù compaiono momenti di giusta severitภnelle parabole. Per esempio nella parabola dei vignaioli omicidi¸ alla fine la parabola dice che farà perire quei miserabili. I peccati che Gesù perdona con grande tenerezza sono le debolezze della vita. Supponendo che si tratti di una prostituta¸ quando si parla di questa donna¸ sono quelle situazioni che non danneggiano nessuno¸ imperfezioni caratteristiche di ogni struttura sociale. In queste si mostra veramente molto indulgente. Questa donna che Gesù ha trattato con tanta dolcezza è in fondo una sfortunata più che una peccatrice. Non è neanche sicuro che le sue lacrime siano lacrime di pentimento¸ o non invece le lacrime della stanchezza e della disillusione. Il racconto di Luca contiene una incoerenza stilistica. Nell´esempio del condono dei debiti¸ colui al quale è stato condonato di più ama di più¸ colui al quale è stato condonato di meno ama di meno; si suppone che prima ci sia il condono. Ma la donna era stata perdonata prima di incontrare Gesù? E´ venuta a baciare i piedi di Gesù perché sapeva già di essere perdonata? Dovrebbe sapere che i suoi numerosi peccati erano perdonati¸ e allora va piena di commozione da Gesù. Ma se è cosí¸ perché alla fine dice due volte alla donna- I tuoi peccati ti sono perdonati-? E´ una semplice conferma? -Il perdono che hai già ricevuto te lo confermo-? E´ questo il senso del discorso? Altrimenti non avrebbe senso dire- Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato-. Anche qui c´è contraddizione: l´amore viene dopo il perdono. Invece da questa frase sembrerebbe di capire che i peccati le vengono perdonati adesso perché lei ha amato prima. Gesù vuol forse dire che non soltanto si deve amare la sua persona e la volontà di Dio che lui porta nel mondo¸ la si deve amare non soltanto dopo che si è ricevuto il perdono¸ ma lo si deve amare prima. Come dire che viene perdonato colui che ha in anticipo la fede nella bontà divina di perdonare. Per cui Gesù approverebbe questa donna¸ la quale si è cosí convinta che Gesù l´avrebbe perdonata¸ da anticipare il ringraziamento. Per cui quel- perché ha molto amato- è come se Gesù sapesse che quella donna da tempo desiderava il perdono di Dio¸ e a un certo punto si deve essere convinta che era già perdonata. E allora va a ringraziare¸ mostra il suo amore¸ Gesù capisce questo segreto pensiero della donna¸ e alla fine le dice di star sicura di essere perdonata. Allora sarebbe un interessante suggerimento di Luca¸ che si rivolge al peccatore e gli dice di non aspettare di avere delle prove¸ ma di avere fiducia. Il modo con cui Lutero pensa al perdono dei peccati è questo. Il peccatore deve sapere che con la sua morte in croce Gesù ha mostrato la volontà di Dio di non tener conto¸ mai¸ in nessun modo¸ dei peccati degli uomini. Ecco perché diceva: pecca fortiter sed crede fortius. Non per invitare al peccato¸ ovviamente¸ ma per dire che se capita di non venircene fuori dai peccati¸ quelli che ti scappano nella vita¸ di cui sei vittima¸ non delitti programmati come quelli di mafia¸ ma le colpe che nascono dalla fatica di vivere¸ non ci si preoccupi di far penitenze¸ neanche di andare a dirli al prete¸ se vuoi diglielo¸ ma non è necessario¸ e soprattutto non aspettare quel gesto dell´assoluzione per essere sicuro; non dubitare¸ perché Dio non ha risparmiato il suo Figlio¸ e sulla croce Gesù ha già pagato per tutti. La sua fede nel crocifisso era questa: si è messo lui al posto del condannato. Se c´è un castigo¸ lo ha preso su di sé. Allora dice che tu sei perdonato se credi di essere già perdonato¸ a prescindere da ogni tua opera buona. Il che coincide col testo della seconda lettura di san Paolo. Non è la legge¸ non sono i sacrifici¸ le offerte¸ i digiuni¸ è la certezza che Dio ti capisce e ti perdona. Il fariseo di questo testo è un po´ come il fratello maggiore del figliol prodigo. Non è durezza di cuore¸ è la necessità della società di avere regole protettive¸ la paura che se si perdona troppo e si lascia troppa libertà ci siano trasgressioni pericolose¸ la paura di perdere le sicurezze che le strutture della società forniscono. Gesù viene e perdona¸ al di fuori di quell´itinerario di recupero che la società del tempo imponeva¸ sacrifici nel tempio e digiuni¸ e spiega al fariseo che con questi puntelli non si riesce a tenere in vita l´armonia. Come dice san Paolo¸ con le leggi¸ i regolamenti¸ l´etichetta non si arriva alla moralità. La sostanza è ciò che accade nel cuore¸ la fede e l´amore. La moralizzazione della società si ottiene se ci si convince che alcuni valori devono essere amati.