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Omelia X DOM. T.O. C del 5 Giugno 2016

5 Giugno 2016 – X DOM. T.O. C- 1Re17¸17-24; Lc 7¸11-17 Vangelo e prima lettura da un lato presentano il problema di risuscitamento di morti¸ e dall´altro¸ soprattutto il vangelo¸ toccano il tema della misericordia¸ che ¸ grazie alla predicazione del papa attuale¸ sembra essere diventato l´unico concetto utile per la vita cristiana. Preferisco non usare il termine risurrezione perché equivoco in tutti i sensi¸ dal punto di vista teologico. Il mondo ebraico non ha mai ritenuto possibile che un morto potesse ritornare in vita. Dal 170 A.C. cominciò a diffondersi l´idea¸ non che i morti potessero tornare a vivere¸ ma che in alcuni casi Dio poteva sottrarre da morte un moribondo¸ fermando il processo; cioè sottrarre dalla fossa colui che sta per morire. Questa idea ha origini antiche e ogni tanto affiora. Non è però una credenza nella possibilità di far rivivere i morti¸ ma è l´idea che Dio potrebbe vincere¸ non la morte già avvenuta¸ ma le forze che assalgono l´uomo e lo portano vicino alla morte. Per loro la malattia era una specie di azione demoniaca di potenze personificate¸ e pensavano che qualche volta Dio potesse strappare dalla morte. Nell´a.t. ci sono soltanto tre narrazioni di questo genere e uno dei tre è quello attribuito ad Elia. E´ chiaro in questo racconto che non si tratta di un bambino morto¸ ma di un bambino che non riesce più a respirare¸ per cui la mamma pensa che tra poco perderà la vita. Il testo dice- cessò di respirare-. La madre interviene subito presso il profeta¸ ed Elia fa quella manovra che è una specie di respirazione artificiale. E il bambino ha ripreso a respirare¸ ed è stato salvato da una morte che sembrava imminente. Di morti risuscitati¸ sicuramente morti¸ c´è solo Lazzaro all´interno della letteratura biblica. Solo Giovanni¸ unico in tutta la bibbia¸ ha voluto dire che un morto di quattro giorni ha ripreso a vivere. Per Lazzaro è la più grande disgrazia capitata a quell´uomo¸ perché ha dovuto poi morire una seconda volta. Gesù¸ per un suo piano¸ ha costretto Lazzaro a provare com´è dolorosa la morte per due volte¸ quasi a dire: prima sei morto per tuo conto¸ adesso¸ siccome sei il mio amico più caro¸ morirai insieme con me. La bibbia poi arriverภnel n.t.¸ a parlare¸ non di un risuscitamento¸ nel senso di tornare alla vita attuale¸ ma di un altro fenomeno e cioè che Dio se volesse¸ potrebbe¸ nel momento che si avvicina alla morte¸ rapire quell´uomo e portarlo nella sua sfera di vita¸ là dove la morte non esiste. Potrebbe farlo salire immediatamente nella sua sfera di vita¸ assumerlo come compagno della sua divinità. Questo loro pensavano di Elia e forse di Mosè. Dei quali non si trova la tomba. Dio non li ha fatti veramente morire¸ ma nell´istante che precede la cessazione della vita li ha presi con sé¸ e li ha resi animati dal soffio dello Spirito Santo. Questa è l´idea che la mentalità popolare ebraica coltivava. Sono questi i pensieri che hanno convinto i discepoli che Gesù è stato preso da Dio un attimo prima che morisse ed è stato trasformato in un essere umano e divino nello stesso tempo. Dio l´ha preso con sé. E soltanto Luca dice che Gesù ha preso a sua volta con sé il ladrone pentito. Il ragionamento riguardante la risurrezione segue questa trafila. Ecco perché la parola risurrezione¸ con quel ri che dà l´impressione di tornare indietro a quel che era prima¸ non è adeguata per esprimere questa ulteriore speranza¸ perché in realtà non c´è un ritornare in vita. Quando si parlava di risurrezioni nel senso di tornare a sperare erano morti apparenti¸ tolto il fantastico caso di Lazzaro¸ dove Giovanni inventa una narrazione che non corrisponde alla realtภma è un tentativo di andare in una profondità maggiore. Il caso della vedova di Naim evidentemente è come quello di Eliseo. Specialmente i poveri¸ appena si convincevano che una persona era morta¸ se ne liberavano subito¸ perché il morto rende impuri. Si meravigliano che Gesù tocchi la bara¸ perché toccare la bara rende impuri. L´antico testamento non conosce nessuna preghiera da recitare per i morti¸ nessun rituale. La morte veniva esorcizzata¸ veniva subito dimenticata. Probabilmente questo bambino l´hanno portato via subito credendo che fosse morto. Luca è molto attento nello scrivere. Il Signore vedendo la donna prova compassione¸ poi si avvicina¸ tocca la bara¸ mentre i portatori si fermano. Molti commentatori hanno detto che tocca la barella e si accorge che il bambino è vivo¸ e per questo ha il coraggio di parlargli e lo sveglia- Ragazzo¸ lo dico a te¸ svegliati-¸ e lui si alza. Come siano andate realmente le cose non lo sappiamo¸ però il testo di Luca vuol dire che è arrivato un attimo prima¸ e lo restituisce a sua madre. In questo modo Luca fa in modo che la risurrezione venga considerata quasi una parentesi. Questo è un racconto della bontà di Gesù nei confronti di una povera vedova. Leggendo il vangelo non ho letto- In quel tempo Gesù....- come dice il testo¸ ma ho detto- Il giorno dopo-¸ perché questo racconto segue immediatamente quello del servo del centurione che Gesù ha guarito a distanza. Anche lui era moribondo. Quello che Luca vuol fare è mettere in parallelo l´episodio del centurione¸ pagano¸ che chiede la grazia perché ha capito che Gesù è la potenza di Dio che sta visitando la terra¸ e Gesù commenta che neppure in Israele ha trovato una fede cosí¸ con l´episodio attuale¸ perché vuol dire che Gesù non critica Israele¸ è preoccupato della divisione che è nata tra gli antichi ebrei e i nuovi cristiani¸ e vorrebbe che i due si capissero¸ e allora dice- Il giorno dopo Gesù ha fatto in modo di incontrare un morto in Israele-. Senza bisogno di preghiere¸ senza che nessuno glielo chiedesse¸ si è commosso di fronte al dolore della vedova¸ ha ridato la vita al figlio e glielo ha restituito. Quasi a dire- Cari ebrei è vero che noi adesso¸ in nome di Gesù¸ ci occupiamo dei pagani¸ ma Gesù vuole altrettanto bene a voi¸ vuole che abbiate fiducia in lui-¸ e conclude con i due commenti della folla- Un grande profeta è sorto tra noi-¸ - Dio ha visitato il suo popolo-. Luca voleva che questi due episodi¸ il centurione e la donna¸ fossero la personificazione del bisogno di salvezza dei pagani e dell´amore di Dio per il suo popolo¸ e dire che Gesù era colui che aveva impersonato l´attenzione divina per i due mondi. Luca voleva superare quello che anche Paolo voleva superare¸ che gli ebrei non siano gelosi di questa vicinanza di Gesù ai pagani¸ e non dicano¸ come dicono ancora oggi¸ che Gesù è venuto per i pagani e a noi basta il nostro Dio. In Gesù è presente l´amore di Dio per i pagani e per gli ebrei¸ e anche per coloro che non sono né pagani né ebrei¸ ma per tutto il mondo¸ e tutti han bisogno che Dio passi attraverso Gesù. Questo vuol dire che Gesù è Dio¸ questo è il senso¸ senza Gesù Dio è perduto.