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Omelia ASCENSIONE C del 8 Maggio 2016

8 Maggio 2016- ASCENSIONE C- At1¸1-11; Eb9¸24-28;10¸19-23; Lc 24¸46-53 Della Ascensione¸ intesa come un movimento verso l´alto¸ come se fosse realmente accaduto e visto¸ si parla soltanto nei testi di Luca. Negli altri testi la metafora dell´andare in alto è semplicemente una metafora. Questo significa che dalla scena immaginata da Luca in fondo non si ricava nessun contenuto utile per capire il valore e il senso dell´Ascensione. Come un bambino che fa un disegno¸ invece si spiegare a parole. C´è poi un contrasto tra la finale del vangelo di Luca e l´inizio del libro degli Atti. Nella finale tutto accade nel pomeriggio di Pasqua; alla sera i discepoli tornano da Emmaus¸ vanno nella sala dove gli altri stavano chiusi per paura degli ebrei¸ sentono da loro che è vero che Gesù è risorto perché è apparso a Pietro¸ raccontano quello che è successo lungo la strada¸ e mentre stanno raccontando viene Gesù¸ si presenta¸ mostra le piaghe¸ siccome non credono alla sua corporeità chiede di mangiare e gli danno un pezzo di pesce¸ dopodiché vanno fuori tutti¸ e accade quello che abbiamo letto. Gesù li porta vicino a Betania¸ dice di rimanere in città finché non saranno rivestiti di potenza dall´alto¸ li benedice¸ e viene portato verso il cielo. Quindi¸ secondo questo testo¸ la scena dell´Ascensione viene collocata alla sera di Pasqua. Il libro degli Atti inizia invece introducendo un periodo di quaranta giorni¸ nei quali Gesù sarebbe apparso più volte. Allora il lettore deve pensare che ogni tanto scendeva dal cielo e appariva. Si conclude con un´ultima scena più elaborata¸ con Gesù che sale in alto. Tutta questa è una scenografia che Luca ha deciso di utilizzare. Può anche non essere successo niente¸ e Gesù può essere semplicemente scomparso dalla vista¸ come per esempio lascia intendere il vangelo di Giovanni. La sostanza è sempre quella: si cerca di raffigurare quello che in realtà non è raffigurabile. Anche in Giovanni alla fine c´è un capitolo aggiunto¸ in cui si dice che un giorno in Galilea i discepoli videro Gesù sulla riva del lago. L´incontro con le donne¸ prima che coi discepoli¸ c´è dappertutto. Matteo mette una sola apparizione sul monte in Galilea. Anche qui non è che lo vedono scendere e poi risalire; appare. Uno può credere che sia realmente accaduto¸ uno può credere in un fenomeno di interiore visione. Perché Luca aggiunge questo periodo di 40 giorni¸ che tra l´altro è scritto in maniera abbastanza contorta? Il greco non dice- apparendo loro-¸ ma- presentando se stesso optamenos¸ visibile-. Come se si dicesse che entrò nella loro mente¸ ed essi avevano l´impressione di vederlo. Forse già Luca intuiva questo¸ in modo da evitare questo andirivieni di Gesù. Parla del regno di Dio¸ per quaranta giorni¸ più volte. A Luca interessa far capire che i discepoli hanno dovuto a lungo riflettere¸ e Gesù li ha aiutati a farlo¸ sul significato che poteva avere la vicenda di Gesù venuto sulla terra¸ che aveva insegnato¸ compiuto del bene¸ era stato crocifisso¸ poi certamente era stato accolto da Dio nel suo regno; perché questo in fondo è l´esito della Pasqua; non è nello sheol¸ con gli altri morti¸ come pensavano gli ebrei. Vive in cielo¸ come forse si pensava che vivesse in cielo Abramo¸ Elia¸ Mosè. Addirittura pensavano che per Dio è più importante di loro¸ è come se sedesse alla sua destra. Non è scomparso¸ non è come gli altri¸ è un caso unico. Luca riflette e dice che il Signore deve averli aiutati a capire cosa significava tutto questo. Per esempio capire come interpretare quello che aveva fatto durante la sua vita. Chissà quante domande loro si dovettero porre. Era necessario un periodo di riflessione. E Luca è preoccupato che chi poi verrà a sapere queste cose dica- ma le avete inventate-; e allora cerca di dire – le abbiamo pensate noi¸ è vero-¸ ma Gesù li ha aiutati a pensare¸ per il periodo adeguato¸ e poi una presenza divina¸ che non è come quella di Gesù¸ è solo interiore e non ha niente di visibile¸ quella di cui parleremo domenica¸ lo Spirito Santo. Luca vuole che capiamo che i dodici¸ e forse anche alcuni altri¸ sono un fenomeno unico e irripetibile nella storia¸ sono la fonte di tutto¸ alla quale bisogna credere con fiducia. Per dare fondamento a questa fede si accorge che non basta l´incontro di una sera¸ non basta l´emozione di un momento¸ e di qui i quaranta giorni. Gesù è come se si fosse mostrato vivo¸ lo hanno ripensato e rivissuto¸ e lui si è ripresentato ai loro occhi. Ecco perché Luca qui scrive- rese se stesso visibile-. Rese se stesso comprensibile¸ intellegibile¸ perché loro videro una coerenza¸ cercarono mentalmente di capire¸ per poter poi raccontare. Questo è il senso dei quaranta giorni. Il senso dell´Ascensione è semplicemente la consapevolezza che Gesù è rimasto uomo¸ perché lui è anche uomo per sempre¸ oltre che Dio. Quindi vuol dire che dovunque c´è un uomo¸ lí c´è una presenza di Dio¸ e viceversa¸ ogni uomo deve sentirsi in contatto con Dio. Perché questo è il grande dono universale che Gesù ha fatto: voi siete di Dio. C´è un legame¸ è naturale questo legame¸ Gesù è venuto a dirci che questo legame esiste. Luca ha pensato che era necessaria questa valutazione del Gesù predicato dagli uomini¸ cioè del valore della predicazione cristiana¸ perché quello che è successo è stato un completamento della comprensione di Gesù¸ da lui stesso diretto¸ aiutando per quaranta giorni i discepoli a ricordare¸ ragionare¸ mettere in ordine¸ cercare di capire¸ per dirlo agli altri. Praticamente già qui nell´ascensione¸ come poi si dirà nella pentecoste¸ c´è la vera nascita della chiesa. Perché secondo la mentalità cristiana nessuno conosce pienamente Dio¸ per quello che veramente ha voluto essere per noi¸ ed è per noi¸ se non il cristiano che vive nelle chiese cristiane. E il servizio che queste chiese cristiane portano al mondo deve essere quello di annunciare¸ cioè di dire¸ di fare conoscere fino ai confini della terra.