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Omelia II DOM. T.O.C del 17 Gennaio 2016

Trascrizione non integrale 24 Gennaio 2016-III DOM. T.O. C-Ne 8¸2-4a.5-6.8-10; 1Cor 12¸12-30; Lc1¸1-4;4¸14-21 Il giorno prima dell´inizio dell´ottava di preghiera per l´unità dei cristiani è una giornata di preghiera per gli ebrei. E per questo oggi pomeriggio il papa va a visitare la sinagoga. Bisogna riconoscere che non si sa come fare a pregare per gli ebrei¸ perché gli ebrei di oggi non hanno piacere che noi preghiamo come saremmo tentati di fare¸ perché riconoscano Gesù Cristo come importante anche per loro. Ritengono che l´interpretazione dei testi di Paolo¸ e lo spirito del Vaticano II non permettono di trattarli come se avessero bisogno di conversione¸ perché essi sono ancora e per sempre il popolo che Dio ha scelto e che Dio ama. Quindi possiamo pregare perché Dio compia le sue promesse per l´ebraismo¸ ma non pregare per la sua conversione. Secondo l´evangelista Luca¸ Gesù ha portato nell´ebraismo del suo tempo una modifica cosí importante¸ analoga a cambiare l´acqua in vino¸ che l´ebraismo da solo non poteva avere. Tutti i commentatori hanno interpretato il miracolo di Cana¸ per far bere il vino della gioia a degli ebrei che celebravano delle nozze¸ come simbolo della novità che Cristo ha introdotto nell´ebraismo¸ entrandoci dentro con la sua divina persona; e l´evangelista dice ad ogni lettore che Gesù Cristo può dare quello che l´ebraismo non può dare. L´evangelista non dice che l´ebraismo è sorpassato o che deve essere abbandonato¸ dice solo che c´è un di più¸ che l´ebraismo non aveva¸ e quello che manca all´ebraismo noi lo riceviamo da Gesù. Forse loro possono farne a meno; oggi si tende a pensare in questo modo: a loro non serve quello che Gesù ha portato nel mondo¸ gli basta quello che hanno ricevuto¸ prima di Gesù¸ dal dono di Dio. E´ difficile parlare¸ in questa giornata¸ di questo di più che Gesù ha dato¸ perché l´ebreo¸ maltrattato per duemila anni¸ anche per colpa nostra¸ si trova a disagio. I testi di Giovanni sono enigmatici¸ e non è facile capire quali sono gli elementi importanti in questo racconto. La località stessa di Cana è presente soltanto in Giovanni¸ che la nomina tre volte. Gli altri evangelisti ignorano questa località. E´ situata sulle colline a nord di Nazaret¸ mentre tutto il resto dei vangeli sinottici si svolge più in basso¸ sulle rive del lago di Tiberiade. Solo Giovanni mette questa azione di Gesù nella zona collinosa¸ dove sarebbe stato prima di abitare a Cafarnao¸ poi in queste nozze¸ e poi tornando da Gerusalemme¸ dopo aver purificato il tempio¸ sarebbe di nuovo andato a Cana. C´è la madre di Gesù¸ che viene sempre chiamata cosí nel vangelo di Giovanni; non c´è il nome Maria. La madre si accorge che non c´è il vino. Qui il vangelo è molto stringato. Non chiede niente¸ lo avverte soltanto che non hanno vino. L´eventuale richiesta di aiuto¸ se c´è¸ è sottintesa. Gesù pare che risponda: e allora? Donna che c´è tra me e te? Frase tipicamente ebraica¸ che può essere tradotta: cosa c´entriamo noi? Poi aggiunge un´altra frase strana: non è ancora giunta la mia ora; quasi facendo capire alla madre: potrei occuparmi della mancanza di vino se fosse giunta la mia ora¸ ma la mia ora non è giunta. Che cos´è l´ora? Nel vangelo di Giovanni l´ora è il momento in cui Gesù deve fare quello che il Padre gli ha comandato di fare¸ e quindi è il momento della croce. Quindi è come se Gesù dicesse: adesso al massimo posso darti un segno¸ ma quello che faccio adesso non è quello che dovrò fare dopo; quando verrà la mia ora farò un´altra cosa¸ darò al mondo quello che il vino significa. Allora cosa rappresenta quest´acqua trasformata in vino? Significa che per la salvezza del mondo occorre la forza risanatrice della passione di Cristo. Non basta più il modo di onorare Dio¸ e il rapporto con Dio che si è creato nell´antica alleanza¸ con l´ebraismo. Il di più che Cristo porta lo si potrà poi vedere in tante maniere; per esempio il vino è simbolo di gioia; a Gerusalemme la gioia non è mai arrivata¸ non è mai arrivata neanche alla chiesa la totalità della gioia¸ però quanti popoli avrebbero motivo di ringraziare il Signore per la prosperità che hanno ricevuto. Le anfore di pietra sono piuttosto delle vasche¸ non si possono fare anfore di pietra¸ sono sei¸ 80-120 litri¸ da 400 a 700 litri d´acqua¸ non è da bere quest´acqua¸ è da lavare¸ per la purificazione¸ e il vino che purifica è la sapienza di Cristo¸ la croce di Cristo¸ che ti entra dentro¸ e questo è previsto qui¸ ma si realizza sulla croce. L´acqua diventa vino non nelle vasche. I servi prendono un po´ d´acqua con una brocca¸ e quando la vuotano si accorgono che è vino. Il testo non dice che si sono meravigliati. Solo i discepoli capiscono. I commensali non lo sanno; come se il miracolo fosse tenuto nascosto; gli sposi stessi non lo sanno. Cosa vuol dire l´evangelista con questo? Come dice nel prologo¸ quelli che sono nati da Dio¸ e non da carne o sangue o volontà di uomo¸ capiranno il mistero. Cioè che qui Gesù ha compiuto un segno dicendo: io vi darò qualcosa che vi purifica di dentro¸ che vi dà quella gioia e libertà da inibizioni¸ quell´ottimismo che il vino produce. Forse questo racconto è stato inventato come una specie di racconto amplificativo di quella frase che c´è nei sinottici: vino nuovo in otri nuovi. Questo è il tempo di un vino nuovo¸ basta con il vino vecchio. E il vino vecchio è la tradizione ebraica chiusa in se stessa. La croce di Cristo¸ con tutto quello che significa è il di più che viene dato. Solo Giovanni dice che la madre di Gesù era sotto la croce¸ e Gesù la chiama ancora¸ come qui¸ donna¸ le presenta il discepolo che Gesù amava e le dice: ecco tuo figlio; e al discepolo: ecco tua madre. E a Maria viene consegnata la chiesa. Questo tema è presente nel testo¸ Maria profezia della chiesa¸ vivente inizio della chiesa. Vi rendete conto di quanta importanza la figura di Maria abbia nell´ortodossia e nel cattolicesimo¸ quanto sia profonda anche questa novità che c´è nel cristianesimo. Una donna che affianca la divinità di Cristo¸ quasi come il contrario di Eva rispetto ad Adamo.