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Omelia S.FAMIGLIA C del 27 Dicembre 2015

Trascrizione non integrale. 27 dicembre 2015- S.FAMIGLIA C-1Sam1¸20-22;24-28;1Gv3¸1-2.21-24;Lc2¸41-52 Questa strana indifferenza dei genitori per il loro figlio¸ per cui per un giorno intero non lo cercano¸ fa pensare che Luca abbia modificato il racconto. Questi racconti dei primi due capitoli di Luca sono un miscuglio di fatti accaduti¸ conditi e arricchiti da una quantità di motivi culturali¸ teologici¸ perché la sua intenzione non era tanto di fare la cronaca di fatterelli accaduti¸ ma di mostrare la misteriosa potenza di Gesù. Tra le altre inverosimiglianze c´è anche quella di Maria che va a trovare Elisabetta. Si dimentica di dire se qualcuno l´ha accompagnata. Da Nazaret alla Giudea sono circa 120-130 km¸ immaginate quanto tempo ci vuole facendoli a piedi; andava con l´asino¸ col cammello? Da sola? Poi torna. Quando torna dovrebbe essere già al terzo mese. Poi¸ pochi giorni prima del parto¸ riparte da capo con Giuseppe¸ per andare a registrarsi secondo l´editto di Augusto. Ed è un altro viaggio¸ altrettanto lungo come il precedente. E´ verosimile tutto questo? Altro sottinteso di solito ignorato: perché Giuseppe dovrebbe andare a Betlemme a farsi registrare? I censimenti servivano per pagare le tasse sulle proprietà immobiliari. Per questo bisognava andare dove si avevano possedimenti a farsi registrare. Allora vuol dire che Giuseppe possedeva qualcosa a Betlemme. Che cosa possedeva? E se possedeva qualcosa perché è andato a cercare un alloggio? Possedeva solo terreni? Non aveva una casa? Non conosceva nessuno? E´ tutto inverosimile. E nessuno si ricorda poi che Giuseppe doveva essere benestante; una proprietà passabile ce l´aveva; non si trattava di tassare il lavoro¸ altrimenti lo pagava anche a Nazaret. Tutto questo darebbe l´impressione che la povertà di Gesù non è poi cosí povera come sembrava. Ma tutte queste ricerche non hanno senso¸ sono inutili¸ perché Luca ci presenta dei valori ideali che riguardano la persona di Gesù. Due sono le aree in cui Luca vuole che si cerchi di collocare bene la figura di Gesù. Oggi il mondo ebraico: lui vuole che leggendo questi testi gli ebrei capiscano che hanno sbagliato a non credere in Gesù. Per natale i pagani¸ che potrebbero apprezzare la persona di Gesù¸ che completa il progetto di pace di Augusto. Il suo desiderio è conciliare la fede in Gesù con le aspirazioni dei popoli. Ai romani dedica¸ forzando il testo¸ un ritratto della nascita di Gesù che possa evocare la poesia di Virgilio. Il resto riguarda il problema del mondo ebraico. Perché gli ebrei capissero mette un sacerdote come Zaccaria¸ il quale non crede perché è prudente¸ e allora diventa muto¸ per poter poi aprir la bocca quando il fatto accade; e poi le due donne che si incontrano¸ e qui Luca inserisce un altro tipo di registro: quante volte nella storia di Israele si parla di mamme che hanno intuito il destino dei figli¸ mentre i padri lo ignoravano! E´ Rebecca che capisce che Giacobbe e non Esaù sarà il primo. Sono le mamme che intuiscono che tipo di uomo sarà il figlio. E i bambini che parlano nel seno delle madri¸ e le madri che interpretano i segni della loro gravidanza sono caratteristici della cultura ebraica. Come nel caso di Anna¸ nella prima lettura. Ha pregato¸ era sterile¸ è rimasta incinta¸ dice: questo bambino è di Dio; il nome Samuele¸ richiesto nella preghiera¸ e poi: il Signore l´ha richiesto; la mamma intuisce col nome il carattere del figlio. Nel caso del Battista è il padre: si chiamerà Giovanni. Nel caso di Gesù la madre: si chiamerà Gesù. Queste allusioni seminate nel racconto dicono agli ebrei che c´è tutto il loro modo di ragionare in questa storia. E l´ultimo episodio di oggi che cosa vuole rappresentare? Vuol dimostrare che la famiglia di Gesù non ha capito niente di quello che lui veramente era. Dio ha fatto in modo che Gesù pian piano facesse capire ai suoi genitori che loro non erano i suoi genitori¸ e che lui aveva un rapporto col Padre che era l´unico rapporto che definiva la sua vita. Nella sua vita Gesù ha emarginato sempre la madre¸ come ha emarginato Giuseppe. Tolto Giovanni¸ che la mette a Cana¸ lei è presente solo nella nascita¸ e¸ in Giovanni¸ sotto la croce. Durante la vita la madre è quella che è destinata a riflettere¸ pensare¸ capire. E´ quella che dà origine alla fede pensante. Se volete è la patrona dei teologi. E´ colei che ha lasciato sempre aperta la porta a un di più di mistero. E diventa il simbolo dell´itinerario che Israele avrebbe dovuto compiere: non giudicare¸ non dire chi è¸ che cos´è¸ non lo sa. E´ un prodigio di Dio la persona di Gesù. Qualcosa intuiscono quelli che sono nel tempio¸ i maestri¸ Simeone¸ la profetessa Anna; Luca moltiplica nel suo racconto queste presenze¸ perché spesso è capitato nella storia di Israele che un profeta sconosciuto e nascosto comprendesse più del re e del sommo sacerdote. Luca vuol far capire che se neppure i suoi genitori lo capivano era perché in lui c´era un mistero nascosto. Perché la vita di Gesù non si può spiegare se non ricorrendo a Dio stesso. Anche Maria capisce che non può capire. La persona onesta riconosce di non poter capire¸ perché occorre un salto più avanti nella fede. Quello che Luca dice per gli ebrei del suo tempo vale anche per tutti quelli che oggi fanno fatica a credere. Nessuna definizione riesce a dire veramente chi è stato davvero Gesù. Perché nessun uomo ha avuto un rapporto con Dio come il suo. Lo scopo di Luca in questi testi è: se non l´hanno capito nemmeno i suoi genitori¸ cosa pretendi di capirlo tu¸ credi¸ anche se non capisci del tutto! Questo ci conforta tutte le volte che abbiamo dei dubbi e non capiamo. E soprattutto la figura di Maria non è quel tipo di onnisciente¸ esaltata di certa tradizione popolare successiva; è la donna che nello stesso tempo soffre perché non capisce¸ ma è contenta di questa sofferenza perché sa che la grandezza di suo figlio supera ogni immaginazione.