» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia IV AVVENTO C del 20 Dicembre 2015

Trascrizione non integrale. 20 Dicembre- IV AVVENTO C- Mi 5¸1-4a; Eb10¸5-10; Lc1¸39-45 Anche le letture di oggi ruotano intorno all´idea che con Gesù Cristo entra una novità senza precedenti all´interno del mondo delle religioni¸ e in particolare della religione ebraica. Entra qualcosa che era atteso¸ perché si aveva già l´intuizione¸ il sospetto che ci fosse qualcosa che non funzionava nel modo di concepire il rapporto con Dio dell´antica religione ebraica. Soprattutto i testi dei profeti intuiscono questa specie di discontinuitภdi incoerenza tra rituali¸ prassi¸ idee¸ speranze¸ e quell´elevato concetto di Dio che caratterizza la sensibilità religiosa di questi profeti. Una certa sproporzione tra l´autentico Dio¸ il divino autentico¸ e il rapporto col divino sperimentato nella vita concreta. Cosí come¸ per fare un esempio banale¸ noi notiamo tutti gli anni una sproporzione tra il natale che c´è per le strade¸ e l´autentico natale di Gesù Cristo. Che non ha niente a che fare con l´albero¸ neanche col presepio a pensarci bene¸ non ha niente a che fare con babbo natale¸ col panettone¸ con i doni¸ con la pace. Anche se la parola pace è presente nei testi lucani¸ ma¸ come vedremo a suo tempo¸ è del tutto assente nel modo di Matteo di presentare il natale. Il divario tra il natale pubblico¸ quello dei supermercati¸ il natale delle strade¸ e il natale cristiano è evidentissimo. Il natale del supermercato è pagano e laico¸ e fa a meno di Dio¸ il natale cristiano cerca di trovare Dio. Ma perfino il natale cristiano¸ direi perfino i racconti neotestamentari della nascita¸ dei magi¸ dei pastori¸ presentano una sproporzione con la realtà profonda che accade nella vicenda di Gesù Cristo. Perché perfino i testi sacri fanno fatica a dire che cos´è veramente Dio¸ cosa rappresenta veramente il rapporto tra Dio e l´uomo. Le letture delle due domeniche scorse esageravano sul tema della salvezza¸ della gioia¸ ed erano sostanzialmente ingannevoli¸ perché in realtà non si è mai avverata quella specie di pace universale che le letture prevedevano. Il n.t. ha applicato la prima lettura a Gesù Cristo¸ ma in realtà il profeta Michea non aveva la minima idea di quello che sarebbe potuto succedere 500 anni dopo il momento in cui lui viveva. Il profeta Michea è contemporaneo di Isaia¸ siamo nel VII secolo a.c. Il re che vive in quel momento a Gerusalemme¸ che si chiama Acaz¸ è un bravo politico¸ anche se ha commesso degli errori gravi¸ aveva però un certo intuito della politica estera del tempo¸ dove il grande nemico che incombeva su tutta l´area era l´Assiria. Secondo i profeti aveva poca fede¸ non voleva fidarsi degli aiuti divini¸ cercava alleanze umane. Sia Isaia che Michea ritengono che ci vorrebbe un altro tipo di re¸ e che con un re come questo non c´è speranza di un aiuto divino. Dal momento che il re a Gerusalemme era per legge discendente di Davide¸ sognano una modifica¸ una trasformazione; e Michea ha un´idea geniale: bisognerebbe tornare alle origini; Davide discende dal clan di Efrata¸ che è di Betlemme; bisognerebbe cancellare Davide e tornare agli antenati di Davide¸ alla tribù da cui Davide deriva¸ sperando che da quella radice più antica¸ scavalcando Davide e tutto il suo sistema politico e i suoi successori¸ che duravano da 250 anni¸ venisse fuori qualcosa di nuovo¸ che in un certo senso riprenda le speranze che erano nate da quel casato¸ ma le rinnovi in maniera completa. Di fatto¸ per vicende varie¸ il successore di Acaz¸ pur essendo nato all´interno della famiglia reale¸ probabilmente in maniera irregolare¸ forse semplicemente un figlio illegittimo¸ si chiamerà Ezechia e sarà un re bravo¸ un re giusto¸ un re che rasenta l´ideale del santo re¸ tanto è vero che durante il suo regno gli Assiri che assediavano Gerusalemme miracolosamente abbandonarono l´assedio. In realtà le ragioni storiche noi le conosciamo¸ loro interpretano l´abbandono dell´assedio un miracolo. E questo Ezechia diventa il prototipo del re giusto. Il successore di Ezechia ritorna nella serie dei re sbagliati. Questo è il senso del testo di Michea. La tradizione ebraica questi testi li ha conservati¸ e ha continuato a coltivare la speranza di un re che venisse da epoche lontane¸ perché allora si credeva che all´inizio della storia ci fosse la giustizia¸ la santitภl´età dell´oro. Come Ezechia è venuto per una via non dinastica¸ ne verrà un altro. E in questo senso la prima lettura rappresenta la speranza messianica: verrà il Signore che cambia realmente il mondo. E nel n.t.¸ quando vedono Gesù Cristo¸ i primi credenti dicono che finalmente questa volta quello che loro aspettavano è venuto. Capiscono che è venuto veramente¸ perché porta qualcosa di nuovo¸ che prima non c´era mai stato¸ ed era la concentrazione sulla coscienza¸ invece che sulla politica esteriore. E´ un re che non si occupa di guerre¸ di territori¸ di nemici¸ è un re che si occupa di interiorità dello spirito. Nei testi di oggi la novità di Cristo viene presentata in maniera evidentissima dalla seconda lettura¸ che è più importante delle tre. Cita un salmo¸ il 40¸ che comincia con un ringraziamento. Quello che prega è una persona che crede di essere stata aiutata da Dio e lo ringrazia¸ e per ringraziamento introduce questo concetto: come faccio a ringraziare Dio di quello che m´ha dato? E gli viene in mente una cosa che è molto rara nel salterio: come faccio a ringraziarti¸ capisco che non te ne frega niente che io ti ammazzi un agnello o un bue¸ tu non vuoi il sangue degli animali¸ cosa potrei darti? Tu mi hai dato gli orecchi¸ e io ascolterò la tua parola¸ farò quello che vuoi tu¸ fammelo sapere. Poi ragiona e dice: io capisco¸ il mio destino¸ quello che è scritto nel rotolo del libro¸ è che io faccia quello che vuoi tu. Questa è la religione autentica che pian piano viene alla luce. Che non è quasi mai venuta alla luce nel paganesimo. La filosofia greco-romana ha percepito che Dio¸ se esiste¸ vuole i pensieri¸ mentre la religione ha continuato a dargli buoi¸ capri¸ sangue. Nell´ebraismo l´ha capito la profezia: mi hai dato le orecchie¸ vuol dire che devo ascoltare¸ pensare¸ riflettere¸ decidere. Il testo greco del salmo¸ invece di dire orecchio¸ dice: tu mi hai dato un corpo; e l´autore di Ebrei ha l´idea geniale di dire che si parla di Gesù. Ecco perché loro dopo si rendono conto che la bibbia viene da Dio¸ perché ogni tanto trovano questi passi che sembrano profezia di quello che era inimmaginabile¸ cioè che Dio stesso venisse in forma umana¸ prendesse un corpo per capirci ed aiutarci. Persone che tra il 30 e il 70¸ ricordando a memoria passi della scrittura¸ nella lingua in cui li potevano accostare¸ in questo caso il greco¸ dicono: ma questo è quello che è successo in Gesù! C´è qualcosa di divino¸ le profezie si avverano! E il testo di Ebrei dice che è Gesù che ci ha fatto capire quello che qualcuno aveva già intuito nel settimo secolo¸ che gli olocausti non servono più. Il cuore dei problemi è la persona. Come sono indietro ancora se penso che per onorare Dio devo accendere le candele¸ fare i pellegrinaggi¸ fare delle cose esteriori. Le posso fare le cose esteriori¸ se corrispondono all´interiorità. Il punto d´origine deve essere: io devo fare quello che tu mi chiedi di fare¸ perché hai fiducia nella mia umanità e nella mia capacità di fare¸ tu sai quello che io posso¸ e io devo fare quello che corrisponde a questa identità che tu¸ o Dio¸ mi hai dato. Allora questo significa riflettere¸ pensare¸ esaminarsi e porsi la domanda: che cosa sono in grado di fare io? Qual´è¸ si direbbe oggi¸ il mio dono¸ l´xfactor mio¸ il mio carisma¸ cosa so fare io? Ognuno deve scoprire il suo dono. Cristo è colui il quale ha scoperto: io devo dare tutta la mia esistenza¸ io devo addirittura arrivare a morire¸ perché lí sia chiaro che io ho dato tutto. Gli altri potranno dare qualche cosa di sé. Allora dice che abolisce il primo sacrificio per istituire quello nuovo. Sacrificio significa semplicemente onorare il dovere. Il nuovo sacrificio è una vita ben costruita. Ecco il cristianesimo. Ogni religione se arriva a questo livello va bene. Tutto il resto è contorno. -Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell´offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre-. Per cui non c´è più niente da cambiare¸ niente da aggiungere¸ bisogna ritornare a quel punto focale. Il modo di applicarlo nella vita dovrà aggiornarsi e cambiare¸ ma quello è il punto. E´ difficile arrivare dentro in noi stessi¸ e lavorare lí¸ a contatto con questo senso del divino.