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Omelia I AVVENTO C del 29 Novembre 2015

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 29 Novembre 2015- I AVVENTO C- Ger 33¸14-16; 1Ts3¸12-4¸2¸ Lc 21¸25-28.34-36 Questa descrizione della venuta finale di Gesù Cristo¸ che leggiamo nei sinottici e che è assente nel quarto vangelo¸ merita di essere interpretata. Se qualcuno vuole credere letteralmente a quello che dicono questi testi¸ può farlo; si tratta di sapere se è corretto e sensato interpretare questi testi come descrizioni anticipate di quello che avverrà alla fine¸ oppure se fanno parte di un genere letterario¸ quello della letteratura apocalittica¸ genere letterario romanzesco-fantastico¸ che ha lo scopo di scuotere le coscienze¸ creare emozioni¸ come i film dell´orrore¸ esagerando l´aspetto catastrofico delle immagini¸ ed è semplicemente un artificio retorico. O si accetta il suggerimento della chiesa¸ che bisogna rispettare il genere letterario dei testi¸ tra cui appunto quello apocalittico¸ che vanno interpretati in quanto generi letterari. Questo è fiorito a partire dal primo secolo a.c. ed è durato fino al primo secolo d.c. e i sinottici mettono in bocca a Gesù¸ subito prima della passione¸ un discorso di genere apocalittico. E´ caratteristico del genere apocalittico presentare la fine del mondo come una deflagrazione universale dove tutti gli elementi del cosmo vengono sconvolti¸ per dire che¸ alla fine di questi episodi¸ apparirà il Cristo nella sua gloria¸ dopodiché ci sarà una ricreazione del mondo e verrà alla luce una terra nuova¸ dove abita la giustizia e una pace perenne. Altra caratteristica di questi brani apocalittici è di non essere in grado e di non voler rispondere a tutte le domande di coloro che li interpretassero come qualcosa che realmente accadrà. Il genere come tale presenta delle realtà irrealizzabili¸ e non si cura di spiegare come le cose potranno ricostruirsi e avvenire. Loro pensavano a una terra piatta e potevano pensare che nei cieli appare una figura d´uomo che si vede da ogni parte di questa piattaforma¸ però si rendono conto che la distanza non permetterebbe di vedere Gesù sulla nube da tutti i punti della piattaforma¸ e allora inventano l´immagine del lampo: apparirà come un lampo che guizza nel cielo dall´occidente all´oriente. Cercano di rendere verosimile¸ con l´immagine del lampo¸ la visione di un figlio d´uomo che appare sulle nubi. Come vedremo nel periodo di Natale¸ Luca è capace di creare¸ usando diversi stili¸ diverse atmosfere; crea un´atmosfera del natale che è idillica¸ quella del presepio¸ e crea un´atmosfera di terrore in questo testo. Questa venuta finale del Signore come dobbiamo interpretarla? Siamo obbligati a credere per fede che sarà un fenomeno cosmico? O sarà un fenomeno antropologico? Cambierà qualcosa all´esterno¸ o la sostanza vera della realtà sarà qualcosa che accade nella coscienza delle persone? Questa venuta di Cristo sarà uno spettacolo esteriore¸ addirittura una rovina dell´ordine del mondo¸ una conflagrazione universale¸ o sarà qualcosa che accade nel mondo umano¸ e non nel mondo umano a livello esteriore¸ organizzativo¸ politico¸ ma addirittura nell´interiorità delle coscienze? Secondo me l´equivalente reale di quello che c´è scritto in questi testi è quello che noi nel nostro linguaggio intendiamo con l´espressione: mi è venuto in mente. Il Signore verrà in mente. Verrà un momento¸ e gli antichi l´avevano già intuito¸ che nel momento della prossimità della morte il Signore verrà a visitarti in casa tua¸ cioè nella tua testa. Ci sarà veramente un giudizio? Non pensate al giudizio universale come lo immaginano qui¸ perché è ridicolo: miliardi di miliardi di uomini¸ compresi i primi scimmioni¸ che in qualche punto vengono giudicati da una figura celeste che li manda a destra e a sinistra. La sostanza non è qui; la sostanza è che Dio viene per ciascuna persona; che l´ultima venuta di Cristo viene nel momento dell´ultimo respiro della nostra vita terrena; viene in mente¸ fa venire alla nostra mente il senso globale della nostra esistenza; magari per permetterci quel piccolo pentimento di cui Dio si accontenta: che stupido che sono stato tante volte nella mia vita. E si accontenta di questo¸ come Gesù si accontentava di una semplice richiesta di aiuto e perdonava il peccato. Per cui non soltanto bisogna togliere la dimensione cosmica e far diventare la venuta di Cristo un evento della coscienza¸ ma bisogna anche ridimensionare la dimensione terroristica di questi testi¸ perché anche questa insistenza sul giudizio fa parte del desiderio letterario di chi scrive di ottenere¸ mediante la paura¸ la conversione. Ma è di gente che non ha capito che con la paura non si ottiene niente. La conversione si ottiene con la bontภcon la pazienza¸ con la promessa del perdono¸ con la misericordia e con la speranza. Come ha capito la chiesa da quando con Bonifacio VIII fece il primo giubileo¸ e adesso ne fa un altro basato sulla misericordia: vieni che ti perdono!