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Omelia XXXIV Dom T.O. Anno C - Gesu' Cristo Re del 21 novembre 2004

CRISTO RE C – 2Sam 5¸1-3; Col 1¸ 12-20; Lc 23¸35-43 Il Vangelo è certamente uno dei brani più belli di tutto il n.t. E´ uno di quei punti nei quali emerge¸ oserei dire si può toccare con mano¸ quello che la nostra fede afferma¸ e cioè che all´origine della sacra scrittura c´è una particolare attenzione di Dio¸ quella che si chiama - L´ispirazione biblica-. La quale c´è sempre¸ ma all´interno della massa di parole che ci sono nella Bibbia direi che questa percezione di un possibile sostegno divino di questi scritti si trova una volta su un milione. Cioè all´interno della Bibbia ci saranno( non so quante pagine ci sono nella Bibbia¸ poniamo mille pagine di Bibbia) ci saranno due pagine nelle quali si ha l´impressione che gli uomini non sarebbero arrivati a tanto¸ e allora si può dire - Dio ha lasciato una sua piccola impronta-. E indubbiamente una di queste pagine è questa. E poi si estende l´imprimatur su tutto l´insieme dei testi. E curiosamente la parola che più frequentemente in questo piccolo brano designa la persona di Gesù effettivamente è quella di re - regno. Perché oltre alle tre volte¸ se non sbaglio¸ in cui si usa la parola re o regno¸ bisogna mettere in lista le una¸ due¸ mi pare altrettante tre volte nelle quali è usata la parola Cristo che¸ come sappiamo¸ è la traslitterazione in greco della parola ebraica Messia¸ che fisicamente significa unto¸ o consacrato con l´olio¸ ma che poi alla fine significa re¸ perché nell´immaginario ebraico il re era colui che veniva consacrato con l´olio¸ e per questo diventava re. Ed è interessante come il Vangelo immagina questo regno di Cristo. Perché quando il ladro gli dice - Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno - lui indirettamente gli fa capire dove sta il suo regno e che cos´è il suo regno quando gli dice - Oggi sarai con me nel Paradiso -. Il regno di Cristo è questo. E lui è re di questo tipo di regno. -Sarai con me nel Paradiso-. Giovanni¸ mettendo Gesù in dialogo con Pilato¸ gli fa dire la stessa cosa in altra forma - Il mio regno non è di questo mondo-. Allora questa è la concezione¸ non è l´unica¸ per caritภanche nella seconda lettura si parla di regno. La tematica di regno è effettivamente una tematica biblica presente in molti testi¸ perché il mondo antico era dominato dalla figura del re; non esisteva sistema politico¸ organizzazione civile o sociale che non avesse alla sua testa un re. Oggi esistono ancora dei re¸ esistono ancora diverse forme di monarchia¸ che sono molto interessanti¸ ma sono tuttavia sostanzialmente marginali rispetto alla nostra concezione globale del modo di strutturare la vita civile¸ sociale e politica. I re hanno ancora il loro peso e hanno il loro valore simbolico molto elevato la dove ci sono¸ però¸ ripeto¸ sono un elemento marginale. Al tempo del n.t. non esisteva luogo che non fosse sotto il dominio di una sovranità di tipo monarchico. Per questo parlare di re allora era parlare della cosa più nota. E sarebbe da studiare con calma come la categoria del re-regno è applicata a Gesù¸ anche a Gesù ¸ nei testi del n.t. E non possiamo farlo qui evidentemente. La maniera con cui la applica il testo di Luca¸ lasciando perdere la seconda lettura¸ che pure sarebbe molto interessante¸ la maniera con cui la categoria di re viene applicata in questo brano di Luca ( anche in Luca ci possono essere delle varianti in altri testi ) mi pare che sia quella che dicevo prima - Con me¸ nel Paradiso -. Cioè nel momento in cui sta per morire Gesù ammette di meritare questo titolo di re¸ però colloca come luogo¸ immaginario evidentemente¸ del suo regno non questa terra¸ questo mondo¸ per questo dicevo che Giovanni dice la stessa cosa quando gli fa dire a Pilato - Il mio regno non è di questo mondo- ( e anche lí è nel corso del processo che precede la condanna a morte)¸ ma lo pone nel Paradiso. E poi vede il suo regno¸ immagina il suo regno come una specie di comunione di amicizia¸ più che di attività di governo¸ potere¸ sovranitภonore¸ perché a questo pover uomo che sta morendo come lui dice semplicemente - Sarai con me-. Il - con me - significa che non è un regno dove ci sono sudditi¸ ma è un regno dove c´è una specie di fraternitภcomunione¸ amicizia. Quindi la parola regno è¸ direi¸ privata¸ nel modo di parlare di Gesù in questo testo¸ da ogni aspetto di cerimoniale¸ solennitภforza¸ da ogni aspetto di tipo cortigiano. Diventa una metafora¸ cessa quasi di essere un´immagine trionfalistica come è quella del re. E colloca tutto in questo immaginario che si chiama Paradiso. Parola che compare poche volte nella Bibbia¸ pochissime volte. E´¸come tutti sanno¸ parola di origine persiana¸ che è entrata nelle lingue antiche¸ diverse lingue antiche¸ di per sé significa frutteto¸ e rappresenta quel tipo di giardino con alberi da frutta che è caratteristico della Mesopotamia e della Persia. E´ una parola che poi viene a significare il luogo dove si sta bene¸ dove ci si riposa¸ dove si passeggia e si chiacchiera¸ dove la natura diventa l´ambiente migliore perché l´uomo ne goda. Questo è il Paradiso. E la parola addirittura¸ in un brano letterario che tutti voi conoscete¸ e oggi non sappiamo più a che epoca assegnare la composizione di questo brano perché qualcuno dice che è antico¸ qualcuno dice che è recente¸ non ci si capisce più niente bene¸ però immagina che quando Dio ha creato l´uomo¸ siccome voleva che l´uomo si trovasse bene all´interno del mondo¸ lo ha messo in un giardino¸ ed è il giardino dell´Eden. Quindi la parola ha tutte queste allusioni - Oggi sarai con me nel mondo nel quale l´uomo si trova a suo agio¸ nel giardino¸ nel frutteto-. Che è¸ ripeto¸ nella cultura di allora¸ il luogo dove esiste questa pace¸ questa serenitภquesta concordia tra tutte le cose. La seconda lettura con tono più solenne¸ con presunzione quasi filosofica¸ però contiene anche questa qualche allusione di questa - Quello che ci ha liberato dal potere delle tenebre¸ e ci ha trasferiti nel regno del suo figlio diletto-¸ poi va sulla morale¸ - per opera del quale abbiamo la redenzione e la remissione dei peccati-. Però poi parla della riconciliazione di tutte le cose: quelle sulla terra¸ quelle nei cieli¸ quelle visibili¸ quelle invisibili. E in questa idea di riconciliazione - Far abitare in lui ogni pienezza¸ riconciliare tutte le cose¸ rappacificando le cose che sono sulla terra e quelle nei cieli-. Certo¸ non è l´idea del giardino¸ però c´è l´idea di questa riconciliazione universale. Allora il regno di Cristo è pensato in questo modo¸ questa specie di mondo ideale un po´ sognato nel quale l´uomo si trova bene e¸ mi pare di poter aggiungere¸ forse sbaglio¸ non ha niente da fare¸ non è costretto a lavorare¸ dove riposa. Per cui cessa anche quella specie di ansia del costruire¸ del fare¸ del cambiare. E´ quello che è entrato dentro nella nostra vecchia preghiera - Requiem aeternam dona eis Domine- che è un riposo senza fine¸ che può sembrare un pochino noioso¸ una specie di sonnolenza perpetua; ma in un mondo antico dove la fatica era quotidiana¸ per molte persone durava dodici¸ quattordici ore al giorno¸ il grande sogno della beatitudine probabilmente era il riposarsi. E questo valeva per la povera gente che lavorava¸ ma valeva forse anche per quelli che coltivavano l´otium¸ le classi dirigenti¸ le quali avevano sí molte ore in cui far niente¸ ma la loro mente era continuamente occupata dal desiderio di possedere¸ di congiurare¸ di combattere¸ di ammazzare¸ per cui c´era continuamene un´agitazione mentale¸ anche in quelli che coltivavano l´ozio¸ perché era tutto uno spirito pieno di antipatie¸ simpatie¸ partigianerie¸ come in fondo può capitare anche oggi in quelli che lavorano poco¸ dal punto di vista fisico-materiale¸ ma fantasticano molto con la loro mente¸ e coltivano questi sentimenti di irrequietezza. Il Paradiso è questo riposarsi sulla panchina tra il verde¸ con me. Ecco¸ questo è il modo in cui¸ se volete quasi paradossalmente¸ Luca presenta il regno di Cristo. Il che un po´ contrasta con lo spirito con cui questa festa venne instaurata da Pio XI¸ questo l´ho detto già tante volte¸ per cui in questa giornata il Vangelo¸ i testi biblici direi che puntano a questa regalità che Gesù esercita nel cuore¸ nella mente delle persone¸ questa regalità vista come l´assicurazione che la compagnia di Gesù Cristo ti acquieta¸ ti tranquillizza¸ ridimensiona le tue ansie; è terapeutica questa immagine del regno come appare dal Vangelo di Luca. Forse nella festa di Cristo re¸ sentirete il prefatio¸ sentirete anche le preghiere dei fedeli¸ delle quali una¸ quella sull´Europa¸ ormai fa ridere¸ perché l´hanno preparata un anno e mezzo fa sul foglietto¸ noi come degli stupidi la ripetiamo e la leggiamo¸ è una preghiera che oggi suona semplicemente stupida¸ ma purtroppo non avendo la buona volontà di creare noi come dovremmo delle preghiere dei fedeli che siano sincere e adeguate alla realtภblà blà blภleggiamo quelle del foglietto e facciamo ridere; tutte le domeniche facciamo ridere; oggi in particolare. Chiedo scusa della parentesi offensiva¸ se volete¸ ma¸ ecco¸ Luca presenta questa idea di regno di Dio come qualcosa che riguarda la nostra interiorità e ci concede il riposo perché ci libera dagli affanni inutili. Ci libera anche¸ se permettete come ultima osservazione che può non piacere a molti¸ da quella continua preoccupazione di migliorare questo mondo che è la cosa più stressante e probabilmente più inutile¸ per non dire dannosa¸ che ci sia. Perché in fondo il regno di Gesù¸ questo può darsi che voi non lo condividiate¸ ma si ha l´impressione da molti testi che il regno di Gesù sia -Salvare le persone da questo mondo- non -Salvare questo mondo-. Si dibatte molto fra i teologi se il compito che Dio ha assegnato a Cristo e Cristo a noi sia quello di salvare il mondo¸ o salvare le persone dal mondo¸ o se volete salvare le persone nel mondo¸ purché però loro siano protette¸ aiutate¸ benedette¸ tranquillizzate¸ sanate¸ ripeto¸ dalla loro difficoltà di vivere. Il Vangelo¸ dicevo¸ punta su questa concezione terapeutica del regno di Cristo. Cristo è colui il quale mi dice - Sta tranquillo¸ sta sereno¸ abbi ancora un po´ di pazienza; sarai con me in giardino-. Ecco¸ questa è l´immagine. Ora¸ il cristianesimo cosa ci sta a fare nella storia? Pio XI pensava ancora¸ come hanno pensato tantissimi¸ come moltissimi pensano ancora¸ che il cristianesimo deve stare qui per cristianizzare il mondo¸ per inserire nelle istituzioni i principi cristiani. Cosa che oggi è ridicolo immaginarselo. La preghiera farà ridere perché parla dell´Europa¸ l´Europa unita¸ di cui Cristo sarebbe re; e non han voluto neanche nominare le radici cristiane; tanto¸ dicevano¸ non serve nominarle¸ se ci sono ci sono e non servono¸ se anche le nominiamo cosa le nominiamo a fare¸ non ce ne frega nulla. Adesso hanno ritirato fuori la dottrina sociale della Chiesa perché vogliono dei deputati che ficchino dentro il cristianesimo nelle leggi: inutile stress; ci prepariamo a sconfitte future¸ figuracce a non finire. Gesù è venuto non per aiutarci a migliorare il mondo; che non è migliorabile. Non è migliorabile¸ è sempre bilanciato con la medesima quota di male e di bene¸ che si differenzia come apparizione¸ ma è sempre cosí¸ e si regge su un equilibrio¸ si bilancia. Sono le persone che vanno salvate¸ perché nonostante questo ritrovino in Dio il loro sostegno. - Con me¸ non qui¸ ma in Paradiso-.