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Omelia TUTTI I SANTI del 1 Novembre 2015

Trascrizione non integrale. 1 Novembre 2015- TUTTI I SANTI- Ap7¸2-4.9-14;1Gv3¸1-3;Mt5¸1-12a La prima lettura potrebbe servire per confermare che c´è anche il mistero della severità di Dio¸ oltre a quello della sua misericordia. Il libro dell´Apocalisse è proprio la raffigurazione fantastica della collera di Dio contro il male che rovina il mondo. E´ difficile distinguere se il male che deve essere colpito dall´ira di Dio è il male che l´uomo commette¸ per cui alla fine bisogna colpire gli uomini¸ oppure se è simbolicamente concentrato in un essere¸ Satana¸ il demonio¸ per cui bisogna colpire il demonio. L´apocalisse li colpisce tutti e due. E per di più colpisce anche la natura¸ il creato; cosa che in parte contrasta con la nostra concezione odierna¸ secondo la quale Dio ci impone di salvaguardare il pianeta. Nel testo il progetto di Dio è che bisogna devastare la terra e il mare. C´è il libro sigillato¸ il visionario piange perché non si riesce ad aprire il libro¸ alla fine vengono rotti i sigilli e si può leggere il libro; il libro contiene il piano di Dio per salvare il mondo ed eliminare il male; si aprono i primi quattro sigilli ed escono i cavalieri¸ i famosi cavalieri dell´Apocalisse¸ che percorrono tutta la terra distruggendo¸ seminando la guerra¸ la peste¸ la carestia¸ colpiscono gli uomini; poi si apre il quinto e comincia la devastazione degli animali e delle piante; il sesto sigillo parla delle stelle che cadono dal cielo; gli angeli vengono dai quattro punti cardinali per devastare la terra e il mare. A questo punto il testo si interrompe e vengono introdotte due brevi visioni¸ che sono quelle lette oggi; poi alla fine ci sarà il settimo sigillo. A devastazione compiuta e a salvezza degli eletti compiuta¸ in cielo si canta a Dio la gloria perché ha vinto le potenze del male. La devastazione viene sospesa perché bisogna compiere un´operazione come quella che Ezechiele aveva descritto quando si stava per compiere la distruzione del tempio di Gerusalemme. Ezechiele aveva immaginato che Dio avrebbe mandato un angelo a segnare col tau¸ l´ultima lettera dell´alfabeto ebraico¸ la fronte di coloro che dovevano essere salvati. Qui si sospende la devastazione della terra perché bisogna imprimere il sigillo sulla fronte dei -servi del nostro Dio -; quelli segnati con il sigillo sono i famosi 144000¸ provenienti da ogni tribù dei figli di Israele¸ quindi sono gli ebrei¸ e il testo elenca¸ tribù per tribù¸ 12000¸ 12000¸ 12000¸ 12000 per ogni tribù; questo elenco viene saltato nella lettura liturgica. Cosa vuol dire l´autore con questo modo di contare? Non si sa se qui l´autore intende ritornare all´episodio di Ezechiele¸ oppure parlare del suo tempo¸ che dovrebbe essere quello di Domiziano¸ tra il 90 e il 100 d.c.¸ o intenda parlare di un futuro. La cosa interessante è che fissa questi numeri chiusi¸ dando un´idea sgradevole di una predestinazione divina; il fatto di dare dei numeri chiusi¸ identici per tutti¸ significa che c´è un´idea fissa di Dio¸ il quale è come se avesse detto: io ne salvo 144000; ci sono dei giusti in più? Vadano perduti! E´ una predestinazione di tipo calvinista! E´ quello che spaventa i testimoni di Geova¸ i quali leggendo la bibbia in maniera letterale¸ si domandano se questo non voglia dire che c´è un numero chiuso¸ e allora cercano di sforzarsi di far parte del numero. Il numero degli ebrei salvati è un numero chiuso¸ perché la loro storia è finita¸ perché non contano più¸ perché non ci devono più essere. Questo non c´è nel testo¸ ma è quello che è stato pensato dagli autori cristiani. Tutte cose che la chiesa contemporanea ha cancellato completamente. Poi il testo parla della moltitudine immensa che nessuno poteva contare. Questi sono i non ebrei. La difficoltà di capire questi testi! Questo modo di parlare che ha prodotto la durezza dell´interpretazione protestante: l´uomo non può far nulla per salvarsi¸ soltanto Dio lo può salvare! Questa rigidità dell´apocalisse affiora anche nella seconda lettura dove i credenti in Cristo sembra che siano sempre in combattimento in un mondo che non li capisce. Che salvezza è questa¸ per cui il cristiano deve sempre essere tribolato? Anche qui si dice che han dovuto passare attraverso la grande tribolazione. Il Dio ci segna col suo sigillo¸ ma non ci libera per questo dalla morte¸ ci libererà dopo la morte. Nel padre nostro preghiamo che non ci metta dentro in una prova¸ in una tribolazione che non sappiamo sopportare; la salvezza non è l´esonero dalla fatica¸ dal dolore¸ dal male¸ dalla contraddizione¸ è la protezione nella fatica etc. La tentazione di cui si parla nel padrenostro è la tentazione della sofferenza e del dolore¸ è la prova nella quale rischiamo di essere sopraffatti e di maledire Dio perché non ci aiuta. La veste indica la situazione interiore dell´anima¸ la vera identità della persona¸ non è una sovrastruttura esterna¸ la veste è quello che l´uomo veramente è. Queste persone hanno lavato la veste¸ la loro coscienza¸ e l´hanno resa candida nel sangue dell´Agnello¸ cioè grazie ai meriti della croce di Cristo. Paolo dirà la stessa cosa dicendo: quando siete entrati nell´acqua per il battesimo siete stati sepolti nella morte di Cristo¸ per risorgere a vita nuova¸ e avete rivestito Cristo. Che vuol dire avercelo di dentro¸ per mostrarlo di fuori. Il vestito è l´anima della persona che si mostra di fuori¸ la quale deve ringraziare il sangue di Cristo morto sulla croce. Non si può mai dire nulla¸ nel pensiero cristiano¸ se non passando attraverso la croce¸ e attraverso la fatica e la tribolazione che essa ci impone di affrontare nella vita. Essere di Dio significa essere in questa situazione: nessun esonero¸ protezione¸ sigillo nell´interno della prova e della fatica¸ mai esonero.