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Omelia XXIX DOM.T.O.B del 18 Ottobre 2015

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 18 Ottobre 2015- XXIX DOM. T.O. B- is 53¸10-11; Eb 4¸14-16; Mc 10¸35-45 Il papa sta terminando la messa in cui ha canonizzato quattro santi: un parroco¸ una suora¸ e il papà e la mamma di s. Teresina di Gesù Bambino¸ che ebbero cinque figlie¸ e tutte diventarono suore. Il parroco canonizzato è un prete della diocesi di Cremona¸ nato a Pizzighettone nel 1845¸ morto nel 1917¸ è stato parroco a Regona e in altri paesi della diocesi¸ è morto a Vicobellignano¸ è uno di casa nostra. Io pensavo che la Chiesa Cremonese preparasse questa canonizzazione con un momentino più di interesse¸ di partecipazione¸ che dicesse ai fedeli che è una giornata importante. Probabilmente molti di voi che non leggono la Vita Cattolica hanno trovato qualcosa sulla Provincia. Volevo solo fare osservare questa inerzia della chiesa cremonese che non è capace di pubblicizzare cose importanti e che hanno un significato. Un parroco che non ha fatto niente di straordinario¸ ha fondato un piccolo ordine di suore che si chiamano Figlie dell´Oratorio¸ ma evidentemente la sua attività pastorale ha lasciato tracce anche nella nostra diocesi. Questi sono fatti che dimostrano che alla fine una presenza di Dio¸ un´opera dello Spirito Santo¸ una fioritura di qualcosa di importante per la vita spirituale della Chiesa c´è anche a Cremona. Quelli di Pizzighettone hanno fatto un fascicoletto che è allegato a Vita Cattolica. Insomma cerchiamo di informarci: è robetta di casa nostra. Passando al Vangelo¸ una stranezza è questa: come mai¸ secondo Marco¸ Gesù avrebbe additato ai suoi discepoli i capi delle nazioni? Loro erano dei pescatori¸ gente comune¸ perché li paragona ai capi delle nazioni? Forse pensava già che col passar dei secoli la chiesa avrebbe avuto un ruolo politico¸ per cui poteva modellarsi sul modo di comportarsi dei capi delle nazioni? Perché non ha additato come esempio¸ che so¸ i ricchi¸ i padroni di campi¸ di ville¸ persone che la gente conosceva¸ dicendo di non fare come loro; perché parla dei capi delle nazioni? Sembra di capire che il ruolo di intervento sull´intero mondo¸ che poi la chiesa ha assunto nel corso della storia¸ in maniera sproporzionata e sbagliata nel medio evo¸ e che invece sta vivendo adesso con molta fedeltà allo spirito cristiano¸ questo ruolo di rapporto con le somme autorità della terra¸ che la chiesa ha svolto da Costantino in poi¸ e che è stato da molti considerato come un tradimento del pensiero di Cristo¸ è forse nascosto in questo paragone che Cristo intuiva e ha fatto capire ai suoi discepoli: verrà un giorno in cui dovrete confrontarvi coi capi delle nazioni¸ ma non semplicemente attraverso l´obbedienza alle loro leggi¸ ma perché diventerete protagonisti della storia¸ della grande storia. Se questo risalisse veramente a un pensiero di Gesù¸ vorrebbe dire che avrebbe già intuito questo potere che avrebbero avuto in un domani i suoi discepoli¸ e per questo li ammonisce a farsi servi e non padroni¸ a non opprimere ma a servire. A quel tempo nessuno degli ebrei pensava di poter avere un ruolo a livello mondiale¸ e Gesù aveva anche detto di non seguire lo spirito di Erode che è l´ipocrisia¸ quindi li aveva staccati dal confronto con le autorità politiche del tempo. Come mai fa questo paragone? Probabilmente Gesù prevedeva che il movimento cristiano avrebbe avuto un impatto sull´intera situazione delle nazioni del mondo. Ed è quello che noi oggi sperimentiamo. Soprattutto il mondo cattolico con la valorizzazione che ha della figura del papa. Altra sottolineatura quella del significato metaforico del bere il calice e dell´essere battezzato. Questo ha a che fare col significato che hanno assunto nella nostra esperienza cristiana il battesimo e l´eucarestia? L´ultima frase del vangelo va d´accordo con le seconde letture di queste domeniche. Il figlio dell´uomo è venuto non soltanto per servire invece che essere servito¸ ma per dare la sua vita in riscatto per molti. Due temi sono legati a queste parole. Il termine riscatto allude alla liberazione degli schiavi; c´è un prezzo da pagare per liberare gli uomini? A chi? C´è qualcosa a cui rinunciare? Da quale schiavitù ci libera Gesù Cristo? Come quella dall´Egitto? O ci sono altri tipi di liberazione da attribuire a Gesù? San Paolo direbbe liberazione dal peccato¸ ma anche liberati dalla legge. La prima domanda legata alla prima frase¸ riscatto per molti¸ è: liberazione da che cosa? Qualcuno direbbe¸ e per me andrebbe bene: dal tuo brutto carattere; cioè dai condizionamenti che tu hai. Lo spettro è ampio: da una liberazione da una potenza nemica che ti opprime¸ alla liberazione dalle tue debolezze psicologiche; si va dalla politica alla psicoterapia. E come agisce Cristo in questi sforzi di liberazione perché l´uomo sia veramente un uomo degno di questo nome? L´altro tema racchiuso qui è la necessità della sofferenza e della morte. I brani della lettera agli Ebrei dicevano che era giusto che gustasse la morte per essere vicino a quelli che doveva aiutare. Tema di enorme importanza per la tradizione cristiana¸ bisogna patire e soffrire per essere salvati. Una santa strana ha fatto di questo la sua ossessione¸ Santa Rosa da Lima¸ una peruviana¸ tra il 5 e 600. Una delle prime¸ frutto della missione cristiana in America. Era la teorizzazione del: senza sofferenza non si ha la grazia. Vedete quante cose sono sottese al vangelo¸ se lo si legge con attenzione.