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Omelia XXVI DOM. T.O.B del 27 Settembre 2015

27 Settembre 2015- XXVI DOM. T.O. B- Nm 11¸25-29; Gc 5¸1-6; Mc 9¸38-43.45.47-48 La prima lettura indica il dovere di riconoscere e accettare la moltitudine delle voci profetiche che sono destinate a nascere nella chiesa. Negli anni immediatamente successivi alla fine del concilio ci fu una fioritura di proposte che venivano non più soltanto dalla gerarchia¸ ma venivano dai laici. Nelle parrocchie si sperimentavano nuovi modi di celebrare la messa¸ si cercava di rinnovare la catechesi. Non è durata molto¸ direi¸ questa epoca di entusiasmo del laicato a farsi protagonista. In quegli anni questo testo dei Numeri era diventato un po´ la bandiera di questo rinnovamento della chiesa. Si è spento questo fervore. Il papa negli stati uniti ha detto che bisogna che i laici divengano nella chiesa protagonisti partecipi. Tolti i primi versetti¸ il resto della seconda lettura e del vangelo è fatto di minacce terribili contro i ricchi¸ e nella lettera di san Giacomo non c´è traccia della minima misericordia. Era un modo di parlare tipico della profezia ebraica: la condanna senza più speranza. Un testo cosí severo contro i ricchi non si trova altrove¸ tanto meno nell´antico testamento; è caratteristico della lettera di Giacomo. Il vangelo si avvicina in parte a questa severità di Giacomo¸ ma ci pone delle altre inquietanti domande. Gesù non propone una bontà verso tutti¸ perché tutti i bisognosi hanno bisogno di essere aiutati; questo c´è altrove¸ nel vangelo di Matteo; in questa parola di Marco c´è un´altra impostazione: i pagani restano pagani¸ ma se uno di loro¸ per dovere di ospitalità vi dà un bicchiere d´acqua¸ non perché siete uomini assetati¸ ma perché siete di Cristo¸ allora avrà la sua ricompensa. Sembrerebbe di capire¸ se il testo riflette davvero il pensiero storico di Gesù¸ che Gesù pensasse di costruire un gruppo di persone che si dovevano “salvare da questa generazione perversa”¸ dovevano stare unite a lui¸ dovevano distinguersi dal resto del mondo¸ lasciando che il resto del mondo andasse in rovina¸ come dice dei ricchi San Giacomo¸ e che loro si custodissero nella loro fedeltà al discepolato di Cristo. Se però uno scaccia demoni pronunciando il nome di Cristo e non è dei vostri¸ lasciatelo fare; se viceversa un pagano vi offre soltanto un bicchiere d´acqua¸ ma in nome di Cristo perché siete suoi discepoli¸ non perderà la sua ricompensa. E´ come se Gesù avesse costituito un gruppo di persone privilegiate¸ attorno a sé¸ alle quali aveva insegnato come comportarsi rettamente nei confronti di Dio¸ per salvare queste persone¸ ignorando il resto. È un testo non ancora aperto all´umanitarismo universale. Gli islamici più arcaici sono più vicini a questo modo di presentare le cose di Marco¸ di quanto non lo siano i cattolici. Come è nata la tensione universalistica del cristianesimo? Come lo giustifichiamo questo? Con la nozione di Spirito Santo. Gesù ha iniziato una storia¸ della quale lui è soltanto il germe iniziale¸ che poi continua mediante una invisibile azione di Dio¸ sulle coscienze¸ sulla cultura¸ sulla strutturazione della societภche è opera del suo Spirito. Quello Spirito che poi anima la profezia di cui si parlava prima. La storia della chiesa cristiana è stata proprio questo¸ ed è quello che noi vediamo nel modo con cui il papa tocca i problemi del mondo¸ senza neanche nominare troppo Gesù Cristo. Per cui adesso¸ più che in nome di Cristo¸ le cose si fanno in nome dell´uomo. E anche il convegno della chiesa italiana di Firenze¸ che si terrà in novembre¸ ha per tema il nuovo umanesimo cristiano. Il bello del cristianesimo è stata proprio questa variazione¸ questa crescita. C´è un´altra cosa tremenda nel vangelo di oggi: è meglio entrare nella vita con una mano sola etc. Questo modo di parlare cosí corporeo¸ grossolano¸ ci autorizza a pensare che secondo Gesù la resurrezione è una specie di rifacimento della nostra corporeità? Intanto cosa vuol dire scandalizzare i piccoli? Chi sono i piccoli? E cosa vuol dire che il tuo occhio e la tua mano ti scandalizza? Ti fa peccare? Quale peccato? C´è tutta un´oscurità dietro queste parole¸ che andrebbe indagata. E poi alla fine questa idea di un risorgere¸ dove uno è mutilato della mano¸ quell´altro è zoppo¸ quell´altro ha un occhio solo. Questo modo di descrivere in maniera cosí materializzata la risurrezione deve servire per la nostra immaginazione dell´aldilภo come ho detto altre volte¸ deve essere completamente annullato e cancellato¸ perché è un modo di dire arcaico che non fotografa affatto la realtà delle cose?