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Omelia XXIII DOM.T.O.B del 6 Settembre 2015

6 Settembre 2015- XXIII DOM. T.O. B- Mc 7¸ 31-37 Il problema di domenica scorsa era il contrasto tra le tradizioni umane e l´autentica volontà di Dio. Gesù aveva denunciato che molti ebrei erano convinti di essere perfettamente a posto nei confronti di Dio soprattutto perché erano attenti a osservanze che a suo parere erano osservanze umane e prevalentemente esteriori. E fece capire che intendeva abolire tutte le norme alimentari; voleva cioè rendere puri tutti i cibi. Dal punto di vista storico questa notizia ha creato alcuni problemi. Risulta dagli Atti degli Apostoli e dalle lettere di Paolo che gli stessi ebrei diventati cristiani fecero molta fatica ad abbandonare queste osservanze. Paolo era assolutamente convinto che non bisognava più imporre a nessuno e che anche gli ebrei stessi dovevano abbandonare queste antiche usanze. Ma Paolo racconta nella lettera ai Galati che quando Pietro venne ad Antiochia¸ per non offendere gli ebrei diventati cristiani che continuavano ad osservare queste norme¸ si rimise ad osservarle anche lui. Il problema storico è questo: se veramente¸ come dice Marco¸ Gesù aveva chiaramente reso puri tutti i cibi¸ possibile che Pietro non si ricordasse di questa scelta¸ e contro il parere di Gesù¸ lui che era stata la persona che gli era stata più vicina¸ proprio lui si rimettesse ad osservare delle pratiche alimentari che Gesù aveva soppresso? Per questo qualcuno pensa che in realtà Marco attribuisca a Gesù una chiarezza che in realtà venne soltanto più tardi. E´ interessante capire che anche quando i Vangeli riportano parole e le mettono sulla bocca di Gesù¸ non necessariamente possiamo avere la certezza che in quella forma¸ in quel preciso modo cosí´ netto e chiaro¸ risalgono a Gesù. Come in questo caso¸ se veramente Gesù avesse fatto cosí diventerebbe inspiegabile il modo di comportarsi di Pietro. Queste problematiche che nascono dall´esame attento dei testi non significano rendere meno credibile la verità della Bibbia¸ ma servono a capire che tutto è avvenuto in un faticoso procedimento storico; attraverso persone che poco a poco hanno capito sempre meglio; c´è stato un travaglio spirituale; la visione cristiana delle cose non è arrivata già impacchettata scritta; è più divino mettere in mano agli uomini degli strumenti di ricerca¸ dei motivi di riflessione¸ in maniera che si arrivi alle conclusioni più opportune e più adeguate¸ attraverso il faticoso cammino di un confronto continuo con la realtภcon i bisogni veri dell´uomo. Conoscere le difficoltà che si creano nella lettura dei testi promuove la fede¸ la fede cristiana che è fede che sa discutere con il dubbio¸ è fede che intende capire¸ non è fede cieca. Quando la preghiera diceva che si aprono gli occhi¸ intendeva proprio aggiungere all´udire anche il riflettere. La metafora di aprire gli occhi è la metafora di colui il quale guarda con attenzione per timore di sbagliare¸ e vede sempre più chiaro. Il cristianesimo accetta questo metodo critico di lettura¸ si pone delle domande¸ e qualche volta non sa dare delle risposte nette a queste domande¸ ma si rende conto che tutto quello che noi abbiamo ereditato viene da persone che hanno ragionato¸ che avevano anche idee diverse¸ che non accettavano la verità a occhi chiusi¸ ma aprivano bene gli occhi¸ soprattutto gli occhi della mente¸ per capire. E qualche volta quindi le loro soluzioni sono provvisorie e possono essere aggiornate col passare del tempo. La chiesa cristiana nel suo insieme è capace di arrivare¸ col passare del tempo¸ a una visione più autentica e più vera delle intenzioni che Dio ci ha manifestato tramite Gesù Cristo. Paolo nel n.t. fa un passo oltre Gesù¸ Pietro¸ gli Atti degli Apostoli. Lui ritiene che non soltanto le norme sui cibi¸ ma ritiene che il concetto stesso di legge non sia adatto all´esperienza di vita del credente cristiano. Salva i comandamenti¸ ma in maniera soltanto formale¸ perché ritiene che quello che conta è l´azione dello Spirito che suggerisce che cosa fare. Paolo dà l´impressione che la forma legislativa¸ il tipo di obbligazione che nasce da una norma¸ spesso una norma consuetudinaria¸ quindi una tradizione¸ non sia la cosa migliore per il cristiano. Paolo venne accusato di essere un antilegge esagerato¸ cioè un libertino¸ o un libertario¸ uno che aveva eccessiva fiducia nella capacità della coscienza¸ priva di motivazioni tradizionali¸ individualmente indipendente. Basto io con la mia testa per capire che cosa è bene e che cosa è male. L´assolutizzazione di questo principio di libertà è tipica di Paolo¸ perché Paolo scarta quasi completamente la normativa legale di chi dice – abbiamo sempre fatto cosí¸ si fa cosí¸ si deve far cosí-¸ per valorizzare questa interiore capacità dello Spirito di agire sulle persone. Il Vangelo dice che Gesù è andato fuori della Palestina¸ nella decapoli che era una serie di dieci città confederate¸ libere dai regni circostante¸ a maggioranza abitate da pagani. Gesù va da questa gente e¸ dice Marco¸ ha guarito un sordomuto; guarita la sordità gli si è sciolta anche la lingua e ha parlato. Che senso ha questo episodio nel Vangelo di Marco? Ha il senso di giustificare quello che poi faranno gli Apostoli quando non si limiteranno a predicare agli ebrei¸ ma predicheranno ai pagani. E si accorgeranno con meraviglia che i pagani ascoltano¸ e ascoltando capiscono¸ e credono¸ più degli ebrei. Che poi è quello che Luca mitizza nel famoso episodio di Pentecoste¸ quando alla prima predica tutti i presenti capiscono nella loro lingua¸ che significa capiscono con la loro testa. Forse è da qui che Paolo tira fuori quella idea dello Spirito che suggerisce a tutti¸ senza neanche bisogno delle leggi. Ma è proprio vero che non c´è bisogno delle leggi¸ è proprio vero che non c´è bisogno di un costume che si trasmette? Molti genitori sono preoccupati perché pare che i ragazzi non capiscano neanche più quelle norme di educazione¸ di collaborazione¸ di strutturazione della giornata che erano tradizionali. E qui la grande domanda: basta la legge? La sopprimiamo del tutto? E lo Spirito come fa a funzionare sulla testa delle persone? Il cristianesimo sta vivendo oggi¸ nelle nostre case¸ non nelle accademie teologiche¸ l´attualità di queste domande. Domande e perplessità che sono naturali¸ ci devono essere¸ vanno accettate. Pregate¸ sperate¸ abbiate fiducia. Come oggi tutte e tre le letture dicono¸ quelli che sono smarriti di cuore Dio li aiuta. Smarriti di cuore è una bella definizione per un sacco di gente di oggi¸ che non sa più cosa pensare¸ che è attratta da cose che sembrano meravigliose ed è spaventata da altre che sembrano minacciare la loro vita. Gli smarriti di cuore. Venire in chiesa¸ pregare¸ ragionare¸ leggere il vangelo¸ indagarci sopra¸ dubitare significa implorare tacitamente Dio che ci aiuti perché tutti siamo smarriti di cuore.