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Omelia III PASQUA B del 19 aprile 2015

TRASCRIZIONE NON INTEGRALE 19 Aprile 2015- III PASQUA B- Lc 24¸35-48 Il vangelo di Luca termina dicendo che poi andarono verso Betania¸ e Gesù a un certo punto li benedisse e poi scomparve¸ e loro tornarono a Gerusalemme. L´ultima frase dice che da quella sera in avanti tutti i giorni frequentavano il tempio. Quel pomeriggio deve essere durato almeno una cinquantina di ore¸ perché tutto era cominciato quando¸ dopo pranzo¸ i discepoli tornano ad Emmaus¸ e ci mettono delle ore¸ e mentre andavano incontrano un viandante che si accosta¸ parla¸ poi arrivano all´albergo¸ lo invitano a restare perché si fa sera; si siedono¸ preparano da mangiare¸ allo spezzare del pane riconoscono Gesù¸ che scompare; allora tornano a Gerusalemme¸ e a un certo punto arriva Gesù¸ saranno state le 8¸ fa vedere le mani¸ il costato¸ alle otto e mezzo escono tutti¸ era già buio¸ vanno¸ Gesù li benedice¸ sale al cielo¸ poi tornano a Gerusalemme¸ vien mezzanotte se tutto va bene. Tutto in un pomeriggio. Ecco perché¸ leggendo¸ invece di- in quel tempo- mi son permesso di dire- in quel giorno-. Questo lo dico per dire che questo giorno di Luca¸ nel libro degli Atti diventa quaranta giorni¸ dove si dice che Gesù apparve loro vivo per quaranta giorni. E´ chiaro che Luca non sta raccontando fatti avvenuti¸ cosí come sono avvenuti¸ ma sta interpretando delle esperienze¸ e le sta ordinando in una immaginaria giornata alla fine del Vangelo¸ ed in una immaginaria quarantina di giorni nel libro degli Atti. Se noi prendiamo il testo di Luca come un resoconto storico¸ ci troviamo di fronte a questa difficoltà insuperabile¸ di una figura che è al di fuori del tempo e della fisicitภche mangia il pesce arrostito¸ e cadiamo in un´assurdità che rende incredibile l´episodio. Non si può pensare che Gesù ha uno stomaco che digerisce; che Gesù¸ che vive in Dio¸ che è finalmente uscito dalla bellezza¸ e allo stesso tempo dalla caducità e dalla precarietà dell´esistenza terrena¸ finge di poter mangiare un pezzo di pesce arrostito. Perché è impensabile che una risurrezione possa avere ancora carni e ossa¸ perché vorrebbe dire che non è cambiato nulla¸ e che non serve a nulla aspirare a una vita dopo la morte. Questa proiezione nell´aldilà è quello che Luca vuole evitare¸ e per questo inventa questa giornata¸ nella quale è concentrata un´esperienza di vicinanza del Signore¸ che non è più di questo mondo¸ e che è durata già una cinquantina d´anni. Luca concentra in quel pomeriggio una sintesi del convincimento profondo che si è formato nel corso di anni di predicazione cristiana¸ di inizi di conversione¸ di trasformazione della vita e delle coscienze. Quando Gesù si accosta ai due discepoli travestito da pellegrino¸ sembra la fotografia dei primi predicatori itineranti¸ i quali¸ come aveva detto Gesù¸ andavano a due a due¸ entravano in una cittภcercavano ospitalità in una casa¸ e parlavano di Gesù che aveva portato nel mondo il regno di Dio. Luca sa che queste persone sapevano di non camminare sole¸ sentivano Gesù che li accompagnava. L´incontro di Gesù coi due discepoli di Emmaus è l´icona della prima predicazione missionaria. Matteo le stesse cose le dice con Gesù che appare sul monte e dice ai discepoli: andate¸ insegnate¸ io sono con voi fino alla fine del mondo. E notate che Matteo non dice che poi Gesù è scomparso. Gesù è apparso¸ e rimane lí perché non è mai apparso visibilmente¸ ha infuso nei suoi discepoli la certezza che era con loro. Come qui adesso. Perché la gente va a messa? Perché Gesù li chiama¸ perché si vuole prendere atto che Gesù accompagna sempre nella vita. L´episodio di Emmaus fotografa la nostra esperienza. Il mangiare il pesce arrostito¸ il far vedere le mani e i piedi vuol dire che loro l´hanno visto come se avesse ancora pelle e ossa¸ l´hanno visto come quando mangiava con loro. E Pietro quando dice che loro hanno mangiato con lui dopo la sua risurrezione¸ vuole dire che quando loro si trovavano a mangiare si ricordavano di quando avevano mangiato con Gesù¸ e il loro mangiare aveva cambiato aspetto. Era la loro memoria storica¸ che è diventata l´esperienza dell´eucarestia celebrata. Gesù¸ quello che noi riteniamo essere realmente presente tutte le volte che ci riuniamo a mangiare¸ il Gesù di prima della Pasqua¸ il Gesù terreno¸ il Gesù che ci ha insegnato a vivere in questo mondo¸ è qui con noi e ci insegna ancora a vivere in questo mondo.