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Omelia PASQUA RISURREZIONE DEL SIGNORE del 5 Aprile 2015

5 Aprile 2015 – PASQUA – At 10.34a.37-43 La prima lettura è il discorso che Pietro avrebbe fatto nella casa di Cornelio¸ il primo non ebreo che venne ammesso ad essere cristiano. E´ interessante per la semplicità con cui vengono raccontate le cose. Anche nei racconti delle apparizioni del Risorto il clima è sempre molto casalingo: lo vedono e basta¸ poi parlano; secondo Luca lui addirittura poi mangia un pezzo di pesce; è una scena domestica. C´è più chiasso a Pentecoste¸ le fiammelle di fuoco¸ il rombo come di tuono. Nelle apparizioni del Risorto non c´è nulla di tutto questo¸ come se non fosse successo niente. C´è perfino di più nella Trasfigurazione. Nel racconto di Emmaus tutto accade dentro nel cuore. E´ sorprendente tutto questo: quell´evento che ha cambiato il mondo¸ che ha dato agli uomini una speranza che prima non si erano neanche immaginati¸ di superare il limite della morte¸ è accaduto nella forma più privata¸ più semplice¸ solo per il circolo dei dodici¸ o per due¸ tre persone; è stranissimo tutto questo. Ci si domanda se tutto questo non dipenderà dal fatto che in fondo non è successo niente¸ e quello che veramente è capitato è che Pietro e gli altri si sono convinti che quello che Gesù aveva fatto prima di morire era cosí importante che rappresentava certamente un messaggio di Dio¸ e quindi bisognava andare avanti¸ e far conoscere tutto questo¸ nonostante la morte di Cristo. Come diceva una vecchia canzoncina che si cantava una volta per Pasqua: Cristo risusciti nei nostri cuori. Siamo noi che lo facciamo risorgere¸ Cristo è in Dio¸ come tutti i morti probabilmente sono in Dio; ma la sua vita è stata cosí significativa¸ importante¸ ed è stato cosí grave l´errore di crocifiggerlo¸ non deve andare perduto tutto quello che ci ha detto¸ quel modo di interpretare le cose e vivere la vita che abbiamo avuto con lui deve continuare. La canzoncina voleva dire: risusciti-anche-nei nostri cuori¸ però l´inizio di quel canto coglieva nel segno. La risurrezione deve essere qualcosa che succede dentro di noi. Cosa sia successo al di fuori¸ e se ci sia stato qualcosa al di fuori¸ a quel tempo¸ per i dodici¸ è irrilevante; perché anche se ci fosse stato qualcosa di esteriore¸ e ci sarà stato¸ che non venisse accolto dalle coscienze e dai cuori¸ non sarebbe successo niente. Se Cristo non entra dentro a cambiare le coscienze¸ la sua risurrezione non serve a nulla; in questo senso non è una bestemmia dire che siamo noi che facciamo risorgere Cristo. E´ il suo spirito¸ la sua memoria¸ la sua forza che risveglia in noi la convinzione che lui ha senso¸ anche oggi¸ per la nostra vita; questa è la vera risurrezione. E questo è¸ più o meno¸ quello che Pietro ha detto in casa di Cornelio. Parla a dei pagani¸ che abitano in Palestina¸ e sottintende che qualcosa ha sentito dire a proposito di Gesù. - Voi sapete che cosa è accaduto in tutta la Giudea (era il territorio governato dai Romani)¸ cominciando dalla Galilea (che era sotto il regno di Archelao)¸ dopo il battesimo predicato da Giovanni (dà per scontato che il ricordo di Giovanni Battista era presente nella gente)¸ come cioè (attenti) Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret¸ (Non dice che Gesù è Dio¸ eppure Luca lo sa¸ ma Luca mette in bocca a Pietro un discorso adatto alle circostanze di quel momento¸ e presenta Gesù di Nazaret come un uomo; è Dio che fa tutto¸ è Dio che ha reso potente Gesù. Luca mette in bocca a Pietro un discorso che realisticamente riproduce quello che Pietro pensava e sapeva un anno forse dopo la morte di Cristo. Quando non si erano ancora resi conto che era veramente Dio¸ che la sua nascita doveva essere stata meravigliosa e prodigiosa; tutte cose che hanno capito dopo¸ o che hanno supposto dopo. E´ strana questa semplicità di raccontare di Pietro¸ eppure Cornelio si è convertito per questo¸ ed è andato in Paradiso perché ha creduto a questo fatto elementare¸ non a tutte le complicazioni dogmatiche che son venute dopo.) il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo (il diavolo è un modo antico di parlare¸ loro vedevano il diavolo dappertutto¸ indemoniati da ogni parte. In questo riassunto della vita di Gesù non si parla¸ per esempio¸ della predicazione; non dice che ha predicato molte cose¸ si limita a dire beneficando e risanando; risanare quelli che stavano sotto il potere del diavolo significa guarire non soltanto dalle malattie fisiche¸ ma soprattutto dalla cattiveria¸ dalle malattie morali) e noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei giudei e in Gerusalemme. Poi¸ con molta delicatezza¸ senza accusare nessuno¸ dice- Essi lo uccisero appendendolo a una croce-. Anche qui non viene detto nessun particolare che avrebbe potuto suscitare indignazione o commiserazione¸ non c´è nessun racconto; non c´è la via crucis¸ non c´è un accenno alla storia di come sono andate le cose¸ la sofferenza. - Lo uccisero¸ appendendolo a una croce-. E non dice che era la condanna degli schiavi¸ umiliandolo¸ sputacchiandolo¸ niente. Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno-. Come se niente fosse¸ come se fosse una cosa ovvia¸ naturale. Cosa avrà voluto dire quella parola – risuscitato-? Quando noi leggiamo questa parola ci vengono in mente tutte le cose che già ci sono state spiegate sulla risurrezione: che non è come quella di Lazzaro¸ perché Lazzaro morirà ancora¸ mentre Gesù non morirà più; che si è fatto vedere con una carne umana¸ ma in realtà siede alla destra di Dio. Di per sé la parola potrebbe voler dire risvegliare o innalzare¸ potrebbe anche voler dire una glorificazione simbolica¸ cioè che Dio lo ha reso la persona più importante di tutta la storia. Tutto rimane delicatamente in ombra. Poi c´è una cosa che fa pensare¸ e direi che a noi dà fastidio.- Volle che si manifestasse non a tutto il popolo¸ ma a testimoni prescelti da Dio¸ a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti-. Nasce la Chiesa¸ cioè Gesù si manifesta ad alcuni¸ non a tutti; neanche a tutto il popolo di Gerusalemme. E qui c´è sotto una tragedia¸ che qui non viene toccata: Gesù risorto ignora il suo popolo. Poi vengono a dirmi che Gesù è ebreo per sempre. E´ apparso soltanto ai suoi discepoli¸ e ha ignorato completamente il resto del suo popolo. Qui c´è sotto qualcosa di serio¸ qui cambia la storia¸ l´ebraismo è messo da parte. Sarà sbagliato dirlo¸ sarà offensivo per gli ebrei¸ ma è un dato di fatto. E anche tutti gli altri uomini sono lasciati fuori per il momento; c´è soltanto il piccolo gruppo¸ che avrà la responsabilità di comunicare questa notizia a tutti¸ come adesso Pietro sta facendo in casa di Cornelio. Ma tuttavia anche in Gesù¸ come nel´ A. T.¸ rimane quella struttura¸ che a noi moderni¸ specie adesso in un mondo globalizzato¸ dà fastidio: non a tutti¸ ma soltanto ad alcuni; che saranno i mediatori per dirlo a tutti; ma l´universalità è in mano nostra¸ non è Dio che la pone in atto. Questo fa pensare alla nostra responsabilità di cristiani¸ ma fa anche pensare allo strano modo di comportarsi di Dio¸ che vuole raggiungere tutti¸ ma solo passando attraverso alcuni eletti che lui chiama; come nel´ A. T. Quelli che sono venuti alla veglia pasquale hanno toccato con mano questo modo dell´agire di Dio: l´Egitto distrutto¸ i popoli cancellati¸ solo voi salvati; in vista di una salvezza universale che deve passare attraverso l´opera e la testimonianza di quelli che sono stati chiamati. E questo vale ancora nella Chiesa. Il mondo dipende da noi cristiani. Adesso capite forse perché alcuni mussulmani ci vorrebbero ammazzare tutti. Quando viene dato un incarico a una minoranza per salvare la totalitภc´è il pericolo che si cada in una distorsione della realtà che porta alla violenza; stiamoci attenti. Dire che Cristo è risorto significa dire che continua l´esistenza della croce nel mondo; e che noi siamo quelli che non dobbiamo aver paura della croce perché abbiamo visto e crediamo. Abbiamo visto niente¸ non sappiamo cosa credere¸ ma vogliamo avere fiducia in Dio. Credere vuol dire fare questo atto di coraggio¸ dire a se stessi: non son sicuro di niente¸ né che sia risorto¸ né che ci sia una risurrezione per noi¸ ma non voglio perdere la possibilità di dar credito a questa possibile speranza¸ che non è fondata su niente¸ ma che corrisponde a un mio profondo desiderio che la vita trionfi¸ che il male scompaia. Questa è la risurrezione¸ la risurrezione vera¸ al di là dell´eventuale apparizione esterna¸ che il Nuovo Testamento praticamente ignora. Non ci sono trombe¸ non ci sono cortei¸ non ci sono trionfi¸ non ci sono suoni¸ non ci sono canti¸ non c´è niente; c´è uno che guarda la tomba e dice- Non può essere un furto-. Può essere qualsiasi altra cosa¸ io voglio che sia la realtà della mia vita. Questo è la risurrezione. -Ci ha ordinato di annunciare al popolo di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio-. E di nuovo non si dice che è Dio. -A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome-. Questo è il discorso di Pietro¸ inventato da Luca¸ però secondo me è quello che ci serve per i nostri giorni. Teniamo presente quel versettino: Cristo risusciti nei nostri cuori.