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Omelia XXXI Domenica Tempo Ordinario, Anno C del 31ottobre 2004

31 Ottobre 2004 - XXXI DOM. T.O. C - Sap 11¸22-12¸2; 2Ts 1¸11-2¸2; Lc 19¸1-10 La prima lettura mi suggerisce un´osservazione forse un po´ polemica che potrei anche fare a meno di fare. E´ interessante la prima lettura perché ha una concezione della presenza di Dio nelle creature che potrebbe utilmente sostituire quelle esperienze che alcuni ritengono sia necessario andare in India per poter fare. Per caritภse uno ha i soldi per andare in India e gli interessa e non ha paura della dissenteria e gli interessa andare in India vada in India. Ma per tutti quei poveretti che non hanno soldi sufficienti per questo viaggio o hanno problemi intestinali è interessante rendersi conto che anche nella Bibbia qua e là è presente quell´idea che Dio e le cose sono intimamente uniti tra di loro. Con una diagnosi filosofica un po´ superficiale e severa si potrebbe chiamare panteismo¸ cioè che Dio è dappertutto e che tutto è divino. E´ interessante:- Tu risparmi tutte le cose perché tutte sono tue o Signore amante della vita-¸ e questo è niente - perché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose-. Interessante questo¸ interessante perché si vede che anche in questo ambiente dove è nato il libro della Sapienza¸ che è l´Egitto¸ sia pure tra gli ebrei che abitavano in Egitto si deve essere insinuata questa idea¸ che probabilmente viene dall´osservazione di questi vecchi monumenti e dell´antica religione egiziana piena di figure di animali e di piante all´interno degli ambienti sacri¸ quest´idea che lo spirito incorruttibile che è il protagonista di tutte le riflessioni di questo libro¸ la Sapienza è appunto lo spirito incorruttibile di Dio¸ questo fatto di vederlo presente in tutte le cose¸ per cui tutte le cose in un certo senso¸ in un certo grado sono portatrici di una presenza divina¸ gli uomini innanzitutto ovviamente¸ ma anche le cose¸ le quali¸ avete sentito all´inizio della lettura¸ sono presentate nella loro fragilità di fronte a Dio¸ nel loro niente - Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia¸ come stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra -¸ è niente. Però di questo niente Lui ha compassione - Perché tutto puoi-. E c´è più volte nel libro della Sapienza questa idea che¸ essendo Dio infinita onnipotenza¸ non schiaccia¸ non soffoca le cose¸ ma anzi¸ non avendo paura di niente¸ non avendo bisogno di niente ed essendo tutto quello che esiste un nulla davanti a Lui lo riempie di questa sua presenza vitale - Risparmi tutte le cose-¸ appunto perché - Tutte sono tue¸ Signore amante della vita-. E´ un´interessante impostazione¸ per dire che¸ dal momento che molti nostri amici contemporanei sono alla ricerca di un rinnovamento delle figure della religione¸ vanno a cercare immagini di Dio che non siano vecchie¸ antiquate come loro ritengono che siano e forse lo sono nella mentalità popolare quelle del tradizionale cristianesimo¸ un po´ rinsecchite¸ sclerotizzate queste immagini¸ e vanno a cercare cose un po´ più vive¸ un po´ più fresche¸ e molti sono effettivamente attratti da quell´enorme continente pieno di idee differenti che è l´India. Niente di male¸ ripeto¸ ma per chi non ha i soldi o non ce la fa c´è da esplorare¸ perché anche la Bibbia è una specie di grande contenitore dal quale¸ come diceva Gesù che se ne intendeva forse un po´ più di noi¸ si possono trarre cose vecchie e cose nuove. Dopo toccherebbe alla teologia mettere insieme tutti questi aspetti della multiforme ricchezza dell´idea di Dio¸ dell´essere divino¸ però direi che è non solo interessante ma moderno¸ attuale il far vedere come questo contenitore di antica sapienza religiosa che secondo la nostra fede Dio stesso ha approvato e promosso¸ perché noi riteniamo che la Bibbia esiste per approvazione e volontà divina. Allora in questo contenitore c´è una ricchezza di immagini e di possibilità di pensare Dio che possono essere interessanti. Quindi vi invito ad adoperarla un po´ di più questa Bibbia¸ a sfogliarla¸ leggerla¸ curiosarci dentro¸ con pazienza però¸ perché alle volte sono le piccole frasette; se uno la legge a blocchi perde tutto; come in tutti i libri antichi di religioni¸ se si leggono di seguito; certe cose vanno anche lette di seguito¸ anche questo certe volte è necessario¸ ma poi bisogna piluccare¸ stare attenti alle parole scelte¸ alle frasi adoperate perché c´è sempre sotto qualche cosa che affascina¸ attira¸ interessa¸ fa pensare. Non sono definizioni dogmatiche che dicono tutto¸ tutto lí¸ no¸ non è questo¸ la Bibbia non è dogmatica¸ la Bibbia è suggestione¸ è letteratura. Ma¸ ripeto¸ per alimentare una vita religiosa che nel mondo contemporaneo rischia di non esserci più perché sembra inutile per il quotidiano¸ sembra che non serva è forse necessario assaporare queste ricchezze anche un po´ strane¸ forse direi logicamente incoerenti¸ che un razionalista direbbe sono sbagliate¸ sono immagini improprie: non c´è lo spirito incorruttibile in tutte le cose¸ perché poi tutte le cose si corrompono; cosa vuol dire? Non ha senso. Eh! Non ha senso! La religione è fatta anche di affermazioni che a prima vista non hanno senso¸ perché fanno capire che non ci si può ridurre ad uno schematismo logico troppo stringente e aritmetico¸ neanche matematico¸ come quello che due più due fa quattro¸ e basta¸ non c´è altro. Sí¸ in un certo senso; ma possibilità di pensare e di immaginare! Ecco¸ questo è quello che mi suggeriva la prima lettura. E poi¸ volendo¸ questo tipo di ragionamento va bene anche per il Vangelo. Perché i brontoloni che dicono - E´ andato da un peccatore!- sono quelli che hanno le loro classificazioni fisse. E´ vero; è come il pubblicano di cui parlavo domenica scorsa; è capo dei pubblicani questo poi¸ quindi fa ancora parte di quella zona intermedia di cui parlavo domenica scorsa in cui le persone vengono intrappolate¸ ma probabilmente all´interno della zona intermedia è uno di quelli che potrebbero decidere di essere più onesti; non è detto che l´abbia fatto¸ anche se Luca non dice che era un peccatore¸ dice che la gente pensava cosí di lui. Il fatto però che sia diventato molto ricco fa supporre che qualche disonestà c´è stata¸ perché è molto difficile che la ricchezza sia¸ in tutto l´itinerario attraverso il quale arriva a noi¸ sia stata sempre procurata con onestà; anzi di fatto ogni ricchezza è disonesta¸ poi non si può individuare nessun colpevole¸ ma la ingiusta distribuzione dei beni che provoca¸ fin che ci sono i poveri la ricchezza è sempre e comunque disonesta¸ c´è poco da fare; non si può individuare nessun colpevole¸ non si può colpevolizzare nessuno ma è cosí. Quindi è chiaro che Zaccheo è una persona che è dentro in questo ingranaggio di disonestภperò Gesù non fa come le persone che classificano e si fermano - E´ peccatore¸ ergo basta -. No¸ no¸ no¸ non ´è l´ergo¸ il dunque conclusivo. C´è l´apertura dettata dalla curiositภdalla simpatia¸ e è questo il registro su cui si gioca il racconto¸ che è quasi umoristico: curiositภsimpatia. C´è Gesù che prende la curiosità di questo ometto piccolino¸ che sale sulla pianta ( piante basse i sicomori¸ con rametti facilmente accessibili anche da un adulto che non sa arrampicarsi); fa ancora più ridere appollaiato lภper vedere chi era Gesù. E anche questo: è detta bene la frase¸ perché è proprio la curiosità un po´ sciocchina¸ in mezzo alla gente¸ - ma chi saral Gesù-? E Gesù che con questa sua apertura d´animo¸ che è appunto simile a quella che descrivevo prima nel pensar Dio¸ quasi anche lui giocando e scherzando¸ dice - Adesso lo frego io questo qua: vieni giù che vengo a casa tua-. Mi pare che il racconto sia gestito su questo stile¸ da racconto umoristicamente esemplare. E tutto questo sblocca la situazione. E l´ometto piccolino¸ sorpreso da questa simpatia ricevuta¸ fa la grande promessa¸ probabilmente al di sopra delle sue possibilità. Perché o è un onestissimo che non ha mai frodato nessuno¸ altrimenti capite che restituire il quadruplo! Che è quello che il Levitico prevedeva per i furti di bestiame¸ devo dire¸ ma non è facile restituire il quadruplo¸ nonostante tutti gli eventuali interessi composti¸ per di più l´altra metà dei beni darla ai poveri. E´ chiaro che anche questa è probabilmente una frase entusiastica¸ ma il bello del racconto è proprio questo¸ questa eleganza¸ signorilitภquasi direi una capacità dove l´onnipotenza di Dio è capace attraverso un´attitudine¸ tra lo scherzoso e il simpatico¸ di cambiare una vita umana. Certo sarebbe bello¸ e questa è un´utopia¸ un sogno¸ sarebbe bello se fosse possibile nella vita risolvere le situazioni di miseria¸ di ingiustizia attraverso modalità di questo genere. Certo se Gesù fosse salvatore fino a questo punto¸ che con una battuta di spirito¸ una pacca sulla spalla¸ un piccolo scherzo¸ un´arrampicata su una pianta ti sistema la moralità di una persona¸ questa sarebbe davvero una splendida salvezza. Come la immagina anche il libro della Sapienza: questo Dio che è presente dappertutto e ha mille mezzi per salvare. Sarebbe bello. Purtroppo non sempre è cosí. Però ci sono. E questo è la bellezza forse di tutte le esperienze religiose e del cristianesimo. Ci sono tanti momenti¸ tanti ambienti¸ tante occasioni in cui questo riesce ad accadere: cioè che dal poco nasce molto e che crisi o problemi apparentemente insolubili si sciolgono e si risolvono mediante questa specie di bontà diffusa. Ecco¸ questo è il punto dove volevo arrivare: l´utilità che noi cristiani diffondiamo attorno a noi questo spirito di fiducia¸ di serenitภdi speranza. Una specie appunto di aiuto alla gente che ci sta intorno¸ all´ambiente dove viviamo attraverso una specie di bontà o di carità o di santitภusate la parola che volete; anche perché domani dovremo riprendere questo tema festeggiando i santi: la santità diffusa; questa specie di santità semplice¸ santità leggera¸ scherzosa - Il tuo spirito incorruttibile presente in tutte le cose-. Le tattiche tradizionali suggerite dai maestri di spirito del sorridere per primi¸ del salutare con sinceritภla famosa frase che concludeva il "Miracolo a Milano" dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno. Sono quelle piccole intuizioni che spesso proprio narratori¸ artisti¸ registi sanno introdurre nelle loro opere. E´ la bontà diffusa. Essendo alla vigilia della giornata della festa dei santi¸ dove domani dovremo prendere in esame appunto questa possibilità di santità di livello basso¸ non quella eroica¸ quella è di pochissimi e non risolve poi niente¸ risolve alcune zone¸ fa molta luce in alcuni punti. Noi abbiamo bisogno di una specie di leggera crescita della luminosità un po´ dappertutto. Ecco allora che prima lettura e Vangelo sono lezione di vita nel loro tenore diffuso: Spirito di Dio incorruttibile presente in tutte le cose. E´ presente anche in tutte le cose che io faccio? Ecco questa potrebbe essere la domanda che ci serve per la vita di ogni giorno.