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Omelia IV DOM. T.O. del 1 febbraio 2015

SINTESI 1 Febbraio 2015 – IV DOM. T.O. B – Dt 18¸15-20; 1Cor 7¸32-35; Mc 1¸21-28 La prima lettura parla di una successione di profeti a Mosè. Il Deuteronomio non concepisce la possibilità di un contatto diretto con Dio. In Gesù questo scompare¸ perché lui dice di rivolgersi a Dio dicendo padre¸ addirittura papภbabbo. La prima lettura è stata scelta per farci capire che il successore di Mosè è Gesù¸ e che in Gesù molte cose¸ come la prevalenza della parola¸ sono cambiate. Perché il Vangelo ci presenta la forza di Gesù. Infatti Marco dice che insegnava¸ ma sottolinea- con autorità-. Non come gli scribi¸ che erano i successori dei profeti¸ che a loro volta erano i successori della intermediazione mosaica tra Dio e l´uomo. In Gesù c´è una parola che ha una forza che le parole degli altri non hanno. Poi di nuovo la parola di Gesù ha una forza eccezionale che è quella di cacciare i demoni. Qui c´è il concetto arcaico della possessione diabolica. La concezione dell´indemoniato suppone il ragionamento arcaico che fa Paolo nella lettera ai Corinti¸ una potenzialità della persona completamente primitiva¸ riflesso della posizione che uno aveva nella societภdove la persona non conta perché persona¸ individuo¸ ma per il ruolo¸ il mestiere che fa. L´indemoniato non c´è più oggi¸ è una persona che ha dei disturbi mentali che loro non sanno spiegare¸ che non ha un ruolo preciso nella società. Cosí quando Paolo deve descrivere l´uomo cristiano dice che Cristo si è impossessato di lui. Non ci basta la parola¸ occorre che ci sia una forza che entra dentro di noi. La forza nel mondo arcaico è presentata come qualcosa che si impossessa di noi¸ mentre è forza che valorizza la nostra individualità. Paolo lo intuisce quando fa capire che essere un membro del corpo di Cristo vuol dire essere se stessi. Se è vero che Dio ci ha voluto cosí come siamo¸ ci rende capaci di essere noi stessi liberandoci da quelle condizioni del mondo che ci sta attorno¸ che vorrebbero farci diventare una maschera. Oggi si ritiene di non aver più bisogno dell´aiuto di Dio per portare a termine questa individualizzazione¸ questa difesa della persona. In parte la colpa è del fatto che le chiese hanno dominato sui fedeli¸ hanno presentato il loro servizio come quello di comandare¸ di definire¸ di imporre¸ invece di avere il coraggio di far uscir fuori la personalità di ciascuno. Le chiese dovrebbero essere le levatrici che aiutano i segreti delle persone a svilupparsi¸ liberi da condizionamenti. Al di là della dottrina¸ della parola¸ delle formule è la forza che Dio ci trasmette¸ che passa attraverso tutta la vita della comunitภma in particolare attraverso i sacramenti. Gli evangelisti si dimenticano di dire con chiarezza che per cacciar via il demonio¸ personificazione di tutti i condizionamenti che ci opprimono¸ non c´è bisogno di esorcisti¸ basta il battesimo e l´eucarestia¸ e il dono dello Spirito Santo¸ dell´infinita potenza e libertà di Dio che può rendere libero l´uomo.