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Omelia EPIFANIA DEL SIGNORE del 6 Gennaio 2014

6 Gennaio 2015- EPIFANIA DEL SIGNORE- Is 60¸ 1-6; Ef 3¸2-3a.5-6; Mt 2¸1-12 L´Epifania è la festa della manifestazione¸ ed è più antica del Natale¸ che venne introdotto intorno al 350. Siccome Marco non racconta niente sulla nascita¸ abbiamo letto brani del vangelo di Luca. Oggi incontriamo un testo di Matteo. L´atmosfera è completamente diversa da quella di Luca¸ è dominata dal tema del dramma e della sofferenza¸ provocata dalla durezza di cuore degli abitanti di Gerusalemme¸ soprattutto dalle autorità politiche e religiose. La storia della fuga in Egitto¸ della strage degli innocenti è un ampliamento narrativo¸ sceneggiato con maggiore realismo¸ delle parole che Simeone aveva detto a Maria: viene per mettere in luce quella contraddizione della coscienza di molte persone che¸ rifiutando Gesù Cristo¸ vorrebbero annullarne la presenza. Che è poi la stessa cosa che Giovanni diceva parlando delle tenebre che non riescono a soffocare la luce¸ ma non vengono illuminate¸ rimangono tenebra. Sono tre modi diversi di dire la stessa cosa: svela le contraddizioni della debolezza morale dell´uomo. Un contrasto provocato dall´eccesso di generosità che Gesù vuole insegnare¸ il perdono e l´accettazione di soffrire per il bene degli altri può salvare il mondo. Questo anticipa il mistero della croce. Questo modo di manifestarsi di Gesù¸ che fa venire a galla la contraddizione latente¸ è in contrasto con la lettura dal terzo Isaia¸ che presenta una speranza di salvezza senza ombre¸ il trionfo della luce sulle tenebre. La salvezza presentata in questi testi è concreta. La prospettiva salvifica del cristianesimo in Gesù corregge questo ottimismo. Da Gesù Cristo noi ci attendiamo una forza interiore che modifichi il cuore dell´uomo e lo risani dalla sua scarsa capacità di essere giusto. La vera epifania è la lucidità del pensiero¸ la capacità di distinguere il bene dal male. Il Vaticano II con la Gaudium et Spes ha scelto questa strada. La chiesa nel mondo non è un luogo di attrazione come la Gerusalemme di questi testi. Il brano della lettera agli Efesini dice che in Gesù Cristo è stato manifestato agli uomini un segreto di Dio che alle precedenti generazioni era stato nascosto. Questa partecipazione delle genti non è una partecipazione a una festa¸ ma è la partecipazione al dono dello Spirito che purifica le coscienze.