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Omelia IV AVVENTO B del 21 Dicembre 2014

21 Dicembre 2014- IV AVVENTO B- 2Sam 7¸1-5.8b-12.14a.16; Rm 16¸25-27; Lc 1¸26-38 La prima lettura è stata scelta per dare fondamento alla sottolineatura della relazione di Gesù con Davide¸ affermata nel Vangelo. Il Messia¸ l´inviato di Dio¸ avrebbe in un certo senso adempiuto la profezia di una dinastia davidica ininterrotta. Probabilmente i primi cristiani hanno valorizzato questo legame tra la speranza di una salvezza futura e la promessa fatta a Davide¸ per cercare di convincere gli ebrei a riconoscere in Gesù Cristo il Messia. Il problema era che nella vita concreta di Gesù non c´era nulla che assomigliasse a Davide. Cristo non è stato un re come Davide¸ non è stato neanche un re come i discendenti di Davide; Davide era un guerriero¸ era uno che aveva ammazzato Uria per poter portargli via la moglie¸ era un delinquente che faceva il re. A lui è stata attribuita la composizione di alcuni salmi¸ e quindi passava per un uomo di preghiera¸ si era pentito. La figura di Davide venne arricchita di elementi leggendari¸ era stata una persona che soprattutto si era umiliata e pentita di fronte a Dio. Anche questo non ha niente a che fare con Gesù; Gesù non ha niente di cui pentirsi¸ è il santo di Dio. Paolo nella lettera ai Romani¸ più antica dei vangeli¸ usa la famosa formula: figlio di Davide secondo la carne¸ per dire a un livello umano¸ storico¸ privo di rilievo; figlio di Dio con potenza¸ grazie alla risurrezione dai morti. Quindi la formula antica nominava Davide¸ ma svalutava la somiglianza con Davide che era del tutto assente. Luca invece non si è limitato¸ come Matteo¸ a ricordare che¸ dal punto di vista genealogico¸ Gesù veniva fuori da un antico discendente di Davide¸ ma insiste- avrà il trono di Davide suo padre-¸ forse perché desiderava che il suo libro venisse apprezzato anche dai non ebrei¸ e poiché in quegli anni l´impero incarnava le potenze divine¸ voleva presentare la figura di Gesù come un re¸ quasi in maniera fiabesca¸ ed esagera con queste affermazioni¸ che non hanno coerenza con il vero profilo di Gesù. In Luca c´è un´altra cosa interessante¸ che c´è anche in Matteo: la nascita verginale. Un testo di Sant´Ambrogio della liturgia delle ore dice: Maria ha dato alla luce il Verbo di Dio¸ lo ha generato¸ lo ha ricevuto dentro di sé e lo ha fatto nascere¸ ma sottolinea che Maria prima di tutto ha concepito Gesù nella sua mente con la fede¸ dopodiché lo ha anche ricevuto e ha generato il suo corpo. Maria è importante¸ secondo Ambrogio¸ non tanto per la generazione fisica¸ ma perché nella sua mente ha accettato la presenza del Salvatore¸ del Messia. Prosegue dicendo una cosa molto audace: ogni anima credente genera Gesù Cristo¸ esattamente come l´ha generato Maria¸ perché ogni anima che ha fede fa in modo che¸ nella sua mente¸ nel suo cuore¸ Cristo nasca¸ cresca¸ diventi il Signore della vita di quella persona¸ e lo genera nella sua esistenza personale. Questa è una concezione che valorizza l´opera di salvezza di Dio¸ e valorizza la cooperazione umana a quest´opera di salvezza. Adesso parlano di umanesimo cristiano; l´umanesimo cristiano è questo di Sant´Ambrogio¸ nella sua forma più elevata. Ogni persona che accoglie con fede il messaggio di Dio lo genera dentro di se¸ lo fa esistere nella sua vita personale. E¸ lui dice¸ più di Maria¸ la generazione del Verbo accade in ogni anima cristiana. Perché la vera generazione è la generazione nella mente¸ là dove l´uomo decide di se stesso e progetta il suo futuro e si lascia guidare nel suo comportamento. Ognuno di noi è Maria che genera Cristo. Ognuno di noi lo genera¸ e¸ badate bene¸ lo genera in maniera verginale. Quando generiamo Gesù nella nostra vita¸ nel senso che lo facciamo il padrone della nostra interioritภnon perdiamo nulla di noi stessi¸ Gesù non è un estraneo che entra dentro di noi¸ e ci domina con la sua forza¸ annullando la nostra personalità. E´ il contrario. Il vero generatore di noi è Dio¸ e quando noi accettiamo che Dio diventi il fulcro della nostra interiorità noi diventiamo veramente noi stessi. Non ci porta via niente. Non introduce niente che sia estraneo alla nostra personalità. E questo è anche il senso della nascita verginale di Maria. Quando nasce un bambino¸ è un altro¸ un uomo esterno che mette dentro una parte di sé capace di produrre un essere umano insieme con l´ovulo della donna. Ha diritto di farlo perché i due si sono uniti nell´amore. Ogni nascita è verginale¸ nel senso che colui che ti dà la metà che manca è già diventato tuo nell´amore. Cosí come quando uno mette dentro di sé Cristo¸ come dice Paolo¸ non sono più io che vivo¸ ma Cristo vive in me. Dio fa diventare l´uomo quello che è¸ è l´unico che non ti porta via nulla¸ che non introduce nulla che non sia già tuo¸ che sviluppa e protegge te stesso¸ perché è lui che ti ha fatto. Maria diventa il prototipo dell´umanitภnon è più di noi¸ è come noi¸ è colei che ci fa capire che cosa siamo¸ grazie a Dio. Rallegrarsi e prendere questo come modo di vivere è la salvezza¸ la scomparsa di ogni peccato e ogni estraneità dalla nostra vita¸ quindi anche beatitudine.