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Omelia I AVVENTO B del 30 Novembre 2014

30 Novembre 2014 – I AVVENTO B – Is 63¸16b-17.19b;64¸2-7; 1Cor 1¸3-9; Mc 13¸33-37 La prima domenica d´Avvento dovrebbe essere quella nella quale si riflette sulla venuta finale del Signore¸ che è una delle idee caratteristiche del Nuovo Testamento: il Signore alla fine verrà nella gloria sulle nubi del cielo¸ per portare a compimento quello che ha fatto. Probabilmente è collegata alla falsa impressione¸ dei primi credenti¸ che la fine del mondo fosse prossima. Oggi la situazione è completamente cambiata¸ nessuno si preoccupa più di una prossima fine del mondo. L´idea¸ all´interno del Nuovo Testamento¸ della prossimità della fine si è rivelata sbagliata. Bisogna ampliare il concetto di attesa del Signore. L´attesa di una definitiva¸ singola¸ unica venuta va trasformata in un simbolo di un´attesa di Cristo e di Dio che accompagna tutta la nostra vita. La venuta è costante¸ sempre imminente¸ perché sempre presente. Il nocciolo della questione non è più quello: quando verrà il Signore che cosa farà-¸ ma è piuttosto: che cosa ci aspettiamo noi dal Signore¸ che è sempre veniente. Nell´Apocalisse si usa il presente¸ non il futuro: Dio è colui che è¸ che era¸ che viene-¸ (non che verrà). Quindi già l´autore dell´Apocalisse ha cercato di correggere la formulazione al futuro¸ e per di più al futuro prossimo¸ dei vangeli sinottici; vale a dire: il Signore verrภverrà sulle nubi del cielo¸ verrà quando non ve l´aspettate¸ verrà come il padrone che torna a casa di notte; come se fosse il simbolo di un concetto diverso¸ che è quello della continua presenza¸ la venuta continua¸ Dio viene ogni giorno¸ viene sempre¸ è qui adesso in mezzo a noi. Il problema è: da questo Gesù che tutti i giorni viene¸ il veniente¸ che cosa ci dobbiamo aspettare? Il discorso si ribalta sulla nostra attesa: lui viene¸ e noi¸ alla sua venuta¸ che è adesso¸ siamo preparati¸ cosa gli chiederemo¸ cosa gli offriremo¸ come lo saluteremo¸ che impressione ci farà. Questa è la chiave per vivere queste settimane¸ prima del ricordo della sua venuta storica¸ in una spiritualità di Avvento. Vivere cioè nel presente¸ e porci la domanda condizionale: cosa direbbe se venisse¸ cosa ne è stato di quello che ha protato sulla terra¸ come sono andate le cose. La prima lettura è uno dei testi più interessanti dal punto di vista della concezione di Dio. Scritto dopo la distruzione di Gerusalemme¸ è il lamento dei primi esiliati¸ tornati¸ che hanno trovato la desolazione delle rovine¸ e si domandano se Dio non li abbia dimenticati. Inizia con una preghiera: o Signore non forzarti all´insensibilità! Immaginano che Dio ha castigato con una severità estrema il suo popolo¸ permettendo la distruzione di tutto¸ ma per farlo ha forzato se stesso a diventare insensibile¸ ha dovuto mettere a tacere la sua natura di padre. L´autore cerca di capire perché Dio si è voluto adirare contro il suo popolo¸ e riconosce che il popolo ha abbandonato Dio¸ è stato infedele¸ ma perché Dio non ha più fatto tutti quei prodigi dei tempi antichi¸ e chiede inoltre perché Dio non è intervenuto quando ha visto che si stavano abbandonando le sue vie¸ ma li ha lasciati in balia della loro iniquità. Immaginate questa preghiera recitata nei campi di concentramento: perché permetti tanta violenza e non fai niente¸ perché nell´Esodo eri cosí potente e qui sei assente. L´avremmo potuta recitare noi dal 43 in poi¸ gli abitanti delle città tedesche bombardate¸ a Varsavia quando Hitler ha distrutto tutto. Dove sei? Ecco la domanda! Se dici che sei colui che viene¸ perché non vieni mai? L´ Antico Testamento non conosce ancora l´idea che Dio è Spirito Santo¸ che può parlare direttamente alle nostre coscienze¸ ma si chiede perché Dio non sia interventuo per tempo a rendere capaci di fedeltà. Anche noi siamo tentati di recitare di nuovo questo lamento. Noi che abbiamo conosciuto Gesù Cristo cosa siamo diventati? Una piccola chiesa¸ che non fa quasi niente. Ma anche tu Dio non fai quasi niente! Questo è l´avvento. Riconoscere che noi siamo stati inerti¸ pigri¸ egoisti¸ e dire a Dio: perché non ci risvegli? In questo senso diciamo: vieni Signore Gesù! Vieni a rimproverarci¸ vieni a stimolarci! Bisogna avere la capacità di riconsocere che tutti¸ chi più chi meno¸ siamo stati infedeli. Questo è il concetto che c´è nel Vangelo: ci siamo addormentati¸ il padrone è venuto¸ non abbiamo custodito la casa. La prima casa da costudire è il corpo¸ poi la casa¸ poi la società; non li abbiamo custoditi! Ma possiamo ribaltare su Dio la protesta. Paolo difende Dio: in Cristo Gesù siete stati arricchiti di tutti i doni¸ quelli della parola e della conoscenza. In Avvento bisogna mettersi in questo groviglio di idee e di domande. Allora forse potremo celebrare il Natale con la coscienza più pulita e senza temere l´ira di Dio.