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Omelia XXIX DOM. T.O. C del 17 ottobre 2004

17 Ottobre 2004 - XXIX DOM. T.O. C - Es 17ž 8-13; 2Tm 3ž14-4ž2; Lc 18ž1-6 Il Vangelo di oggi può essere messo in relazione con quello di domenica prossimaž che immediatamente seguež e allora si tratta di due parabole che riguardano il modo di pregare: domenica prossima ci sarà il fariseo e il pubblicano. Tuttavia secondo molti commentatori la frase finale del brano di oggiž quella che parla non di Dio ma del Figlio dellŽUomo il quale si domanda se quando verrà troverà fede sulla terraž potrebbe anche collegare questa parabola che oggi abbiamo letto alla sezione che precede nel Vangelo di Luca e che al liturgia non legge in questo tempo. Domenica scorsa cŽerano i dieci lebbrosiž vi ricordatež ma tra i dieci lebbrosi e questa parabola in Luca cŽè una sezione che viene talvolta chiamata " La piccola apocalisse del Vangelo di Luca" che viene letta nella liturgiaž ma non in questo momento. Io lŽ ho trascritta e la leggož in traduzione un poŽ letteralež perché tutto dipende: se la parabola della vedova e del giudice si collega a questo testo che precede allora il significato o la possibilità di interpretare il testo di oggi viene influenzato dal testo precedentež se viceversa la si considera un testo che non ha niente a che fare con quello che immediatamente precede allora si possono fare altri tipi di interpretazione. Il testo lŽavete già sentitož quello che adesso sto per leggerviž è curiosož è tremendo; io ho voluto fare il traduttore letterale copiando dalla sinossi di padre Poppi. - Come la folgore folgoreggiando da un capo del cielo lampeggia fino allŽaltro capož cosí sarà il Figlio dellŽuomo -ž e questa immagine del lampo è bella: zac! Copre tutto il cielo - ma prima egli deve patire molto ed essere riprovato da questa generazione. E come avvenne nei giorni di Noè cosí sarà anche nei giorni del Figlio dellŽuomo : mangiavanož bevevanož prendevano moglie e maritož fino al giorno in cui Noè entrò nellŽarcaž venne il diluvio e li fece perire tutti -. Notate che poi si ripete la frase: - Similmente come avvenne ai tempi di Lot: mangiavanož bevevanož compravanož vendevanož piantavanož edificavanož ma nel giorno in cui Lot uscí da Sodoma Dio fece piovere fuoco e zolfo dal cielo e fece perire tutti. Lo stesso sarà nel giorno in cui il Figlio dellŽuomo si rivelerà-. Il perire tutti! Ecco perché si parla della piccola Apocalisse. - In quel giorno chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere le sue cose in casaž chi è in campagna similmente non torni indietro- ricordatevi della moglie di Lot - chi cercherà di preservare la sua vita la perderàž e chi la perderà la manterrà viva. Vi dicož in quella notte due saranno in un lettož uno sarà preso e lŽaltro lasciatož due donne saranno a macinare insiemež una sarà presa e lŽaltra lasciata. E prendendo la parola gli dicono: dove Signore? Ed egli disse loro ( qui cŽè un proverbio): Dove sarà il corpo là si raduneranno anche gli avvoltoi-. EŽ un testo durož tremendo. Sarebbe da leggere verso la fine dellŽanno liturgico o nella prima domenica di Avvento: quando viene il Figlio dellŽuomo è come quando nessuno si accorgeva di niente e perirono tutti; e la venuta del Figlio dellŽuomo è come il lampo che in un istantež in un batter dŽocchio si vede da un estremo allŽaltro del cielo; ed è come con gli uccelli da predaž i quali adesso li vediamo nei documentari che sono cosí interessanti; loro dallŽalto riescono a vedere che lí cŽè da mangiare e si precipitano giù; e quando a Gesù domandano - Dove-? lui è come se dicesse -Dappertutto-! E nessuno sfuggež perché quando viene il Figlio dellŽuomo chi deve essere colpitož dovunque siaž in un attimo viene individuato e assalitož come fanno gli uccelli da predaž che piombano e non sbagliano la mira di un millimetro. E anche se non avevano i documentari gli antichi avevano già fatto questa osservazione : dove sarà un corpo lí si raduneranno anche gli avvoltoi. Voglio dire: questo testož suggeriscono alcuni commentatoriž potrebbe collegarsi con lŽultima frase del Vangelo di oggiž non tanto con la storia della vedovaž ma con lŽultima frase: il Figlio dellŽuomo quando verrà troverà la fede sulla terra? Cioè quando il Figlio dellŽuomo verrà troverà qualcuno che lo ha aspettato con pazienza e perseveranzaž ha desiderato la sua venuta ed è contento che lui venga perché non ha nulla da temerež perché ha pregato di poterlo incontrare? Nonostante lui tardasse molto a venire. Per cui quando viene è come il primo lampož che uno non se lo aspettavaž ed è il segnale del temporale. E come ai tempi di Lot e di Noèž siccome lui non arrivavaž tutti si sono occupati delle loro cose: mangiavanož bevevanož compravanož vendevanož edificavano. Trac! A un certo punto arriva zolfo dal cielo e siccome nessuno è prontož non si sono preparatiž tutti periscono. -Dove-? -Dappertutto-. Perché il Figlio dellŽuomož come lŽavvoltoiož va a scovare chiunque. Lo so che è brutto tutto questo! E brutto?! EŽ bellož esteticamente è una serie di immagini molto genialiž direi. Non è gradevole tutto questo perché spaventa. Io domandož non lo so. Qualcuno dice - Questa paraboletta della vedova con il giudice è un modo per mettere in guardia quei cristiani contemporanei di Luca chež siccome il Signore non viene a concludere la vicenda della storiaž siccome la sua venuta tarda a venirež si dimenticano della sua venutaž e non assomigliano invece alla vedova che avendo un diritto da difendere e avendo bisogno di un giudice che la difenda non si è scoraggiata per il fatto che il giudice non lŽascoltavaž perché desidera ardentemente trovare giustiziaž e allora continua ad insisterež tanto che alla fine il giudice la accontenta. E allora il Signore aggiunse - Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui-? Ma probabilmente Luca è preoccupato del fatto che molti che pure erano diventati cristiani non gridano più giorno e notte verso di lui; si sono dimenticati. La frase poi - E li farà a lungo aspettare - è una traduzione molto ipotetica di un greco molto difficile da tradurre; non è affatto sicuro che vada tradotta cosí ognuno propone la sua traduzione. Poi questa non è lŽunica frase difficile del testož ma certamente questa piccola qui può essere cosí e può essere completamente diverso il senso. Per cui le frasi certe sono soltanto - E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Vi dico: farà loro giustizia-. E anche qui il - prontamente- si può tradurre in varie maniere. En taxei in greco vuol dire in velocitàž taxus è la velocitàž quella del tachimetro. Ecco perché anche questo ha fatto venire in mente lŽimmagine del lampož lŽimmagine dellŽimprovviso diluviož lŽimmagine dellŽimprovvisa distruzione di Sodomaž lŽimmagine dellŽavvoltoio che si precipitaž quasi a dire: - Non illudetevi che il Signore non torniž non dimenticate il desiderio della sua venutaž perchéž come si dice in altre parti del Vangelož come il ladro di nottež arriva allŽimprovviso-. Lo capisco che non è piacevole riflettere su queste cosež tanto è vero che anche noi preti cerchiamo di non parlarne mai di questo aspettož che pure è presente nei testi evangelici: questa specie di minaccia. Non se ne parla quasi mai perchéž ripetož non è gradevole. Tuttavia ci sono nel Vangelo questi testiž e se voi andate a vederež alla fine della seconda metà del capitolo 17 cŽè quel pezzettino che io ho letto e poiž allŽinizio del 18ž cŽè la parabola della vedova con questa frase finale che ha sempre inquietato gli ascoltatori: cosa vuol dire Gesù quando lui stesso si domanda: - Quando viene il Figlio dellŽuomo troverà la fede sulla terra-? Cosa vuol dire quella parola -fede-? Troverà la fiduciaž lŽaspettativaž la speranza? Forse non intende dire - Troverà il dogma custoditož la dottrina-. Intende proprio dire - Troverà degli atteggiamenti umani che si ricordano di lui-? Questa frase amara messa in bocca a Gesù fa pensare. E alloraž come tante altre voltež quello che io vi propongo di rifletterež voiž nella libertà della vostra mentež nella vostra coscienza: come dobbiamo valutare queste parole che ogni tantož non molto frequentementež però ci sono nel Vangelož che hanno questa tonalità minacciosa? Questi testi come quello che vi ho letto che sono stati scritti anche con una certa arte compositivaž cercando di trovare immagini per impressionare il lettorež soprattutto la prima del lampož lŽultima dellŽavvoltoiož e in mezzo queste reminiscenze bibliche per dire: stati attenti a non essere colti di sorpresa. Tutto questo fa pure parte di quella educazione alla vitaž di quella costruzione della personalità che Gesù ha introdotto nel mondo con le sue parole. Ha voluto inserire anche questo aspettož che non è lŽunicož non è forse il principalež però cŽè. Eccož quello che vorrei dire è: non trascuriamolo del tuttož qualche volta ripensiamo anche a questo tipo di immagini. Soprattutto per il fatto che noiž come ho già ricordato anche altre voltež ci siamo abituati a ripeterež senza pensare a quel che diciamo - NellŽattesa della tua venuta. Annunciamo la tua risurrezione nellŽattesa della tua venuta-. Chi è che lŽattende questa venuta? EŽ vero che lŽattendiamo? E se il Figlio dellŽuomo venisse ci troverebbe nellŽattesa di lui? O ci troverebbe che siamo lí che smanettiamo sul computerž stiamo facendo il video-game. -Vendevanož bevevanož mangiavanož costruivanož computavanož navigavano in internet-. Patatrac! Perché il Signore presenta se stesso come uno che coglie di sorpresa? Forse per avvertirci che noi rischiamož nel nostro giusto interesse per le cose di questo mondož per la gestione della vita di questo mondož rischiamo di dimenticare la dimensione dellŽaldilàž della vita eternaž di un giudizio di Dio su di noi che potrebbe non coincidere con il nostro giudizio su di noi. Alla fine del Padre nostro ripetiamo - In attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo-. EŽ una beata speranza per noi questa venuta del Signore nostro Gesù Cristo? Oppure quando il Signore verrà non troverà aspettativa di lui sulla terra? Eccož mi limito a questo; direi che più che essere dottrinale questo discorso è un discorso emotivo. Cioèž tra i tanti sentimentiž fra le tante emozioni che la vita religiosaž la fede può suscitare in noiž questa dellŽattesa e anche della preoccupazione di non essere allŽaltezza dellŽattesa della persona che vienež questa immagine del lampož dobbiamo anche questa tenerla dentro nel dossier di fonti di emozione religiosa che possono servire nella nostra vita. Perché è una componentež ripetož non la primariaž non la principalež però mentre oggi si continua a ripetere - La misericordiaž la gioiaž la misericordiaž la gioia- per cui Dio appare una specie di babbeo a cui non gliene importa niente di niente; assomiglia al giudice quiž solo che è non come il giudice per eccesso di indifferenzaž ma per eccesso di bontà: -Dio perdona tuttiž non castiga nessunož ma figuretež ma se rangiaràž ma va làž vot che Dio se occupa de chele lucade chi-? Questa specie di Dio distrattož sciocco; misericordiosož misericordiaž misericordia! Ma il mondo di oggi ha bisogno di misericordia o ha bisogno di qualche tiratina dŽorecchie? Secondo voi la gente oggi ha bisogno di essere perdonataž come se avesse dei sensi di colpa che la turbanož o avrebbe piuttosto bisogno di essere un momentino scossa da qualche piccola preoccupazione che non sia soltanto quella di ingrassare o di rovinare la propria salute? Tutto questož lo capiscož è un poŽ antiquatož non è certamente moderno. E se fosse evangelico?