» Home » Domande - Risposte   » Libro deglio ospiti    » Contatti  
Omelia CORPO E SANGUE DI CRISTO A del 22 Giugno 2014

s22 Giugno 2014 – CORPO E SANGUE DI CRISTO- Dt 8¸2-3.14b; 1Cor 10¸16-17; Gv 6¸51-58 Per quale ragione mangiare e bere sono diventati nel cristianesimo l´atto di culto più solenne? Uno potrebbe pensare che per entrare in contatto con Dio quello che conta è pregare con la mente¸ meditare. Molti santi hanno messo in evidenza nella loro vita questo modo immateriale di accostarsi a Dio. Il mangiare e bere¸ come noi adesso celebriamo la messa¸ è ridotto all´introduzione nella bocca di un piccolo frammento di pane¸ e non assomiglia ad un mangiare; è meno di una pastiglia la comunione che noi facciamo. Nella chiesa primitiva si faceva un vero e proprio pranzo¸ all´interno del quale si benediceva il pane e il vino e si mangiava il cibo che Gesù offriva¸ insieme all´altro cibo normale con cui ci si nutre a tavola. Il problema rimane: perché il mangiare e il bere è diventato l´atto centrale della modalità cristiana di vivere la più profonda esperienza dell´unione con Dio? L´impressione è che tutto dipenda da fatti contingenti¸ avvenuti nella storia di Israele. Questa cultura è stata assunta da Gesù Cristo¸ ma ciò che conta è quello che voleva significare. La prima lettura è il testo più caratteristico per significare l´ingresso nell´antico Israele di questa metafora del mangiare:-. Io vi ho dato la manna- dice Dio – cibo che voi non conoscevate-. Quindi non terreno; e anche il pane dell´eucarestia è segno del corpo e sangue di Cristo. La manna nutriva per una specie di azione nutriente da parte di Dio¸ e ¸ dice il Deuteronomio¸ venne data per far capire che l´uomo non vive soltanto di pane¸ ma anche di quanto esce dalla bocca di Dio. Allora il mangiare è diventato il simbolo espressivo dell´imparare da Dio come si vive. Ciò che diventa importante non è tanto l´atto fisico del mangiare; questo è un simbolo che rimanda alla vera realtภche è l´assimilazione del pensiero¸ della volontภdello stile di vita che vengono da Dio. Dobbiamo considerare questo input che viene da Dio essenziale come il mangiare. La nostra vita¸ se accettiamo questo input¸ diventa eterna (che forse in origine non significava la durata temporale¸ ma la solidità: vita che merita di essere vissuta¸ anzi addirittura vita che merita di essere ricordata e narrata). -Attraverso la manna hai capito che quello che Dio ti dà come ammaestramento è quello che rende vita la tua vita-. Quindi la metafora del mangiare è la più adatta per indicare la relazione con Dio¸ accettandola come un continuo nutrimento della nostra interiorità spirituale¸ cioè del nostro capire¸ e del nostro volere e decidere. Al posto della Torah¸ che è una serie di comandamenti¸ in Gesù Cristo ci viene dato un modello vivente¸ la storia di un uomo¸ l´esistenza di un uomo¸ il morire di quell´uomo. Arricchito dal fatto che ci sono almento quattro punti di vista differenti¸ più altri che vengono dalle lettere e dall´Apocalisse¸ perché¸ concentrato in pochi mesi o anni¸ in quella vita c´è l´essenza di come si rende meritevole di ricordo una vita umana. Questa idea del mangiare¸ come simbolo e metafora più chiari di tutti gli altri¸ è presente anche nel racconto di Adamo che mangia il frutto dell´albero della conoscenza. Anche in questo testo¸ il farsi un´idea del bene e del male è espresso come prendere un frutto e mangiarlo. Per questo Gesù ha fatto del mangiare e del bere la sigla del suo significato per quelli che avrebbero creduto in lui. Questo è il senso di quello che abbiamo letto nel vangelo di Giovanni- Voi dovete mangiare la mia carne-. Cos´è la carne? Nel prologo dice- In principio c´era il Verbo¸ e il Verbo era la vita¸ la vita è la luce degli uomini; il Verbo si fece carne-. Allora mangiare la carne vuol dire avere la luce che illumina il modo di vivere¸ la parola che viene da Dio. Quello che con una parola moderna diciamo la cultura¸ intendendo quello che non è meccanicamente naturale¸ ma interpretazione della natura in tutti i suoi aspetti. Cristo è colui che ci dà la cultura che Dio gradisce¸ quella che fa della nostra vita una vita illuminata¸ solida¸ valida¸ degna di essere raccontata. Quando facciamo la comunione è indifferente la consistenza fisica del gesto di mangiare¸ attuiamo una specie di punto simbolico: io affermo in questo momento che senza Dio sarei morto¸ ma non fisicamente; che senza Gesù Cristo la mia vita¸ non avrebbe senso. Quello che noi veramente mangiamo è Cristo raccontato dalla scrittura; ecco perché i cristiani quando volevano incontrare Cristo¸ fin dall´antichitภprima facevano le letture¸ la predica¸ dicevano le loro preghiere. Se non c´è parola l´eucarestia non ha senso. L´eucarestia non è altro che la conferma di quelle parole che ho ascoltato: le faccio mie¸ le considero indispensabili per me¸ come lo è il cibo. Il Nuovo Testamento e l´epoca antica¸ più che un eventuale problema di presenza reale nel pane e nel vino¸ problema che è nato all´epoca di Carlo Magno e poi si è ingigantito¸ si limitano a dire: io metto in bocca qualcosa per dire che devo mettere nel mio cuore e nella mia testa questo modello fondamentale di una vita¸ che posso¸ attraverso i testi del Nuovo Testamento¸ visivamente immaginare come se si svolgesse davanti ai miei occhi. Il suo modo¸ per esempio¸ di dare l´addio ai discepoli in una cena¸ mentre mangiavano e bevevano¸ dicendo:- Non più l´agnello pasquale¸ adesso mangiate me¸ l´essenziale è quello che vedrete capitare a me¸ quando mi vedrete arrestato¸ processato¸ crocifisso; e poi vi farò vedere che¸ attraverso questa via¸ sono arrivato a Dio¸ non nel nulla della morte¸ risorto. Mangiate questo¸ se volete che la vostra vita abbia consistenza¸ sia eterna¸ già adesso-. Noi adesso ci dobbiamo preoccupare che Cristo sia dentro nella nostra esistenza come lo è il pane¸ la carne¸ la bevanda di cui abbiamo bisogno tutti i giorni.olo audio